In questi giorni è stato pubblicato il nuovo Piano d’Impresa 2018-2021.
E’ stato definito in vari modi: ambizioso, innovativo, sfidante, attento alla stabilità, pronto per la rivoluzione digitale, focalizzato sugli utili e così via. L’azienda ci tiene a presentarlo come centrato sulle persone: i clienti, le famiglie, perfino quelle bisognose e – ovviamente – i dipendenti sono al centro delle attenzioni dell’azienda. Anzi, come scritto in neretto in cima a pag. 17 del Comunicato stampa di presentazione: “le persone continuano ad essere la risorsa più importante”.
Bene, non possiamo che esserne felici e aspettiamo che i prossimi incontri dettaglino meglio come si sostanzierà questa centralità. Anzi, a dire il vero, non vediamo l’ora di vedere come si realizzerà concretamente e velocemente, visto che le occasioni di verifica – diciamo così – “sul campo” sono molte e disponibili fin da subito.
In ordine sparso e per punti.
- Visto che ad aprile e giugno ci saranno centinaia di uscite di colleghi per esodo (a proposito, non sarebbe male se l’azienda ci comunicasse quante) è indispensabile una veloce ridefinizione della rete distributiva (comprensiva di ridimensionamento degli orari di servizio) e – soprattutto – l’assegnazione a questo territorio di una congrua percentuale di nuovi assunti.
- La sbandierata innovazione tecnologica, la digitalizzazione, lo sviluppo dei sistemi di analisi dati e quant’altro si deve tradurre in una veloce messa a punto delle strumentazioni hardware e software a disposizione della rete in modo che smettano di essere un intralcio per l’attività corrente (ne abbiamo parlato qui).
- La gestione di ferie, sospensione volontaria e dintorni sia improntata al rispetto delle esigenze dei lavoratori e non solo di quell’azienda (ne abbiamo parlato qui).
- La formazione non sia solo un obiettivo dichiarato, ma una possibilità “naturale” e soprattutto non debba essere strappata unghie e denti e fruita in modi surreali (ne abbiamo parlato qui).
- L’azienda inizi a gestire le novità normative in modi e forme adeguate e non limitandosi a scaricare sui colleghi le ricadute (ne abbiamo parlato qui e qui).
- Venga finalmente messo fine allo scandalo delle NRI, ovvero quell’atteggiamento insopportabile per cui l’azienda finge di non aver bisogno di lavoro straordinario, ma in realtà intende che non ha bisogno di retribuire il lavoro aggiuntivo perché riesce ad ottenerlo in forma gratuita dai suoi dipendenti sfruttando la loro disponibilità e senso della responsabilità.
- Si diano le necessarie risposte e rassicurazioni ai lavoratori del Recupero crediti che si sentono “scaricati” da un’azienda che non comunica con trasparenza le proprie intenzioni riguardo alla cessione di una rilevante quota degli NPL e continua a nascondersi dietro dichiarazioni ambigue sulla sorte dei colleghi che se ne occupano (ne abbiamo parlato qui).
- E infine, ma non certo per ultimo, l’azienda si presenti al rinnovo del Contratto Collettivo di Secondo Livello con disponibilità e rispetto per le esigenze professionali e di vita dei colleghi, magari prendendo a riferimento il recente accordo tedesco in cui, come ha avuto modo di commentare la Segretaria Generale della CGIL, “i salari devono crescere e la flessibilità deve essere vissuta in ragione delle scelte dei lavoratori e non unicamente delle esigenze della produzione”.
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inviterei il sindacato di spingere anche sul riscatto laurea a carico azienda (circolare inps fine 2017) per aiutare colleghi senior ad entrare sullo scivolo . Lo fanno tedeschi e olandesi e in italia, unicredit.
perché intesa no?
Buongiorno Michele,
sono Francesco Mesiano uno dei Coordinatori FISAC che ha redatto il comunicato.
Credo che il tema del riscatto laurea si inserisca in un eventuale accordo esodi. Se non ho interpretato male, dall’articolo del sole 24ore (http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2017-12-29/per-bancari-arriva-riscatto-laurea-093422.shtml?uuid=AEpCpaYD) l’onere economico è a carico del fondo, e non dell’azienda. Nulla da dire in proposito, se non che la circolare è arrivata ad accordo già firmato. Per il futuro chissà…
TUTTO GIUSTO, MA FARE ANCHE UNA ASSEMBLEA SINDACALE, COME AI BEI TEMPI, IN CUI VENGONO SPIGATE BENE LE COSE, E NON SEMPRE DOVERSI LEGGERE MAIL SU MAIL, NON SI POTREBBRE FARE?
Buongiorno Giorgio,
sono Francesco Mesiano uno dei Coordinatori FISAC che ha redatto il comunicato.
Il neonato Piano Industriale traccia le linee guida, ma parafrasando, siamo in attesa dei decreti attuativi, per cui lo strumento delle assemblee potrebbe essere messo in campo quanto prima per condividere collettivamente le novità e le relative ricadute. Nel frattempo utilizziamo altri strumenti comunicativi, come i volantini, che ci permettono con tempestività di sollevare temi, denunciare storture e sensibilizzare tutte le parti coinvolte.
Buona giornata.
Forse l’azienda dovrebbe anche illuminarci sulle modalita’ con le quali ha intenzione di classificare l’importanza delle filiali, con particolare riferimento a quelle 1100, che a suo dire, verranno progressivamente chiuse, in quanto situate in citta’ meno importanti. In queste filiali ,considerate non strategiche, e’ impiegato parecchio personale, che alla chiusura sara’ necessariamente trasferito altrove, non sempre vicino ai luoghi di residenza, per scelte oscuramente calateci, con buona pace del tanto sbandierato welfare del personale.
Ci illuminera’ inoltre la banca su cosa dire a clienti che cerchiamo giorno dopo giorno di mantenere, spesso anziani, quando la loro filiale verra’ chiusa in quanto ubicata in localita’ non strategica ?
Su questo tema attendo risposte concrete e azioni mirate da parte del sindacato.
Grazie per la Vostra attenzione.
Buongiorno Mauro,
sono Francesco Mesiano uno dei Coordinatori FISAC che ha redatto il comunicato.
Come dicevo sopra, siamo in attesa dei decreti attuativi per avere maggiori dettagli circa il piano di razionalizzazione delle filiali. Le ricadute in termini di trasferimenti dovranno essere affrontate normativamente, sapendo che esiste una specifica normativa in materia (vedi guida TRASFERIMENTI), ma anche gestionalmente. Il neonato piano industriale recita: “le persone continuano ad essere la risorsa più importante”. Sarà prioritario sul territorio trovare soluzioni che vengano incontro alle esigenze delle lavoratrici e dei lavoratori, nel rispetto delle norme e del buon senso. Le criticità derivanti dalle chiusure dei punti operativi sono inoltre un problema che deve essere affrontato, per quanto ci compete come organizzazione sindacale, evidenziando l’impatto che queste possono avere in tema di carichi di lavoro e di stress, oltre che alla mobilità territoriale.
Buona giornata.
Tutto condivisibile, davvero tutto. Ma perché allora si continua a permettere che l’azienda faccia, in ultima analisi, tutto, ma proprio tutto ciò che vuole, proprio in ordine alle tematiche da voi sollevate? Non è il Vostro, un abbaiare alla luna, sulla falsariga del Ciaula che la luna, invece, la scopriva?! La mia sensazione è che tutto questa produzione cartacea serva, semplicemente, e mi scuso per la semplificazione, come mero esercizio di scrittura: alter ego del” dare fiato alla bocca”. P.S. una battuta sull’NRI: ma avete mai pensato a denunce all’ Ispettorato del Lavoro?
Buongiorno Alberto,
sono Francesco Mesiano uno dei Coordinatori FISAC che ha redatto il comunicato.
L’utilità degli strumenti di comunicazione, dal volantino alle assemblee fino ad arrivare alla vertenza, ha un senso in base all’obbiettivo che si vuole raggiungere. In questa fase, come scrivevo prima, i volantini ci permettono con tempestività di sollevare temi, denunciare storture e sensibilizzare tutte le parti coinvolte. Per quanto riguarda le NRI il tema è molto delicato, per quanto mi riguarda ritengo indispensabile affrontare l’argomento come parte di una tematica più ampia e cioè quella della flessibilità. L’ispettorato del lavoro impone, giustamente, il rispetto delle norme, sia da parte del datore di lavoro che dei lavoratori. Ne consegue che le sanzioni sarebbero applicate anche ai lavoratori.
Buona giornata.