Il contenuto della lettera aziendale di avvio procedura sul Piano d’Impresa stravolge le linee di intervento dichiarate al sindacato e ai mercati al momento della presentazione da parte dell’Amministratore Delegato:
- sul piano occupazionale, la previsione del Piano di una riduzione di organico di 3.000 persone e la riconversione di 5.000 amministrativi su attività commerciali è pesantemente cambiata con la dichiarazione di una eccedenza di personale di 10.000 unità;
- sul costo del personale, da una stima di crescita prevista nel Piano pari a circa l’1,1% viene dichiarata una riduzione strutturale del costo del lavoro di almeno 300 milioni di euro.
Per questa ragione, nella lettera di richiesta di apertura del confronto abbiamo da subito contestato il contenuto della comunicazione aziendale sia per quanto concerne le ricadute sull’occupazione, sia per quanto concerne i prospettati stravolgimenti degli accordi esistenti su inquadramenti, mobilità territoriale, orari, part-time, ferie e ex festività.
Lo scarto tra gli annunci sul Piano d’impresa e i contenuti della lettera di avvio procedura impone ai vertici del Gruppo la scelta: una contrattazione per individuare soluzioni condivise per i lavoratori oppure uno scontro di dimensioni sconosciute nel nostro Gruppo.
La priorità di quasta povera Italia, in assoluto,
è il lavoro per i giovani.
Solo un grande rilancio giovanile può far ripartire
l’economia, dando loro modo di spendere, investire,
mettere su casa ecc…
Perchè non cercare di concordare SUBITO un primo fondo
esuberi volontario visto che la disdetta dell’ABI parte
dal mese di luglio? A distanza di 2 anni dal precedente scivolo, potrebbe raccogliere molte altre adesioni di coloro che erano rimasti fuori, e nel frattempo hanno maturato il diritto.
Con i nuovi numeri, poi, ci sarebbe la possibilità di
concordare, riconversioni, spostamenti, assunzioni con
regole da concordare, ecc…
Tutto giustissimo. Per noi le priorità sono due: favorire l’ingresso di giovani (perché ne abbiamo bisogno sia come azienda che come paese) e garantire diritti e reddito dei lavoratori già in servizio. Secondo noi solo uscite volontarie e incentivate, magari accompagnate da riduzioni di orario altrettanto volontarie e incentivate possono creare i presupposti per nuovi ingressi e per una gestione condivisa di questa fase.
Però l’azienda sembra pensarla in modo diametralmente opposto. Dal canto nostro, come FISAC ci siamo già pubblicamente e chiaramente, senza alcun dubbio possibile, dichiarati indisponibili a operazioni di “macelleria sociale”.
Come si suol dire a questo punto la palla ce l’ha l’azienda: scelga se vuole percorrere la via della contrattazione o quella dello scontro duro. Noi abbiamo dichiarato di essere pronti a entrambe le opzioni. E da quello che scrivi, mi sembra che lo siano anche i colleghi…
Purtroppo però, il governo lavora CONTRO il paese.
La notizia di oggi è di un ulteriore blocco alle uscite dei lavoratori “anziani” (dopo scaloni, scalini, finestre, ecc..), mentre la parte MIGLIORE stà in panchina oppure decide di scappare all’estero.
Come se la nostra nazionale di calcio mettesse oggi in campo Zoff, Cabrini, Gentile… e lasciasse in panchina i giocatori migliori ! GRANDE TATTICA POLITICA.
E intanto evasori, vitalizi, privilegi, continuano allegramente sulla nostra pelle.