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Quando lo scorso 9 marzo abbiamo avuto l’occasione di  conoscere il nuovo direttore regionale abbiamo apprezzato il fatto che ponesse l’accento sulle persone e sull’importanza che esse hanno in un’azienda di servizi come la nostra. Recentemente abbiamo ascoltato, nel breve estratto diffuso attraverso la web-tv, la sua esortazione ai direttori, in occasione della plenaria a loro dedicata, alla vicinanza verso i colleghi.

Tutto ciò è però in palese contrasto con il messaggio che in ripetute occasioni esponenti dell’Area e della Regione si permettono di diffondere ai Colleghi. Le esperienze sono ormai ripetute, non possiamo più pensare a una voce dal sen fuggita.

A che cosa serve evocare il pericolo di licenziamenti individuali una volta dovesse essere superato l’ostacolo dell’articolo 18? Perché si fanno riferimenti alla situazione del Gruppo Banca Monte dei Paschi? Perché si parla di trasferimenti e demansionamenti? Perché si paventano aperture il sabato o addirittura la domenica?

C’è la necessità di cambiare i toni, di individuare obiettivi raggiungibili, di coinvolgere e motivare le colleghe e i colleghi. Bisogna esserne capaci e chi oggi “spara” le sue minacce sta dimostrando di  non saper fare il suo lavoro.

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