Vi comunico che ho provveduto ad aggiornare la Guida alla Busta Paga alla luce delle novità che verranno introdotte in caso di approvazione da parte delle assemblee dei lavoratori dell’ipotesi di rinnovo del CCNL. Ho pensato di aggiornare la guida fin da subito perché la decorrenza degli aumenti economici è fissata al 1° gennaio (e quindi a decorrere dallo stipendio di gennaio) anche se gli aumenti verranno materialmente riconosciuti solo successivamente allo scioglimento delle riserve al termine delle assemblee (in caso di esito positivo) e quindi non prima dello stipendio di marzo, ovviamente con gli arretrati da inizio anno.
Nella nuova edizione della Guida alla Busta Paga trovate quindi le nuove tabelle, anche se in busta paga – a gennaio e fino allo scioglimento delle riserve – verranno ancora applicate le vecchie tabelle. E trovate anche il dettaglio dell’eliminazione del “Salario di Ingresso”, sia per i nuovi assunti che per i colleghi già in servizio che dal primo gennaio verranno integralmente equiparati al 1° livello retributivo della 3a Area Professionale.
Come al solito le parti variate della guida sono evidenziate in questo modo.
Con l’occasione vi ricordo anche che da luglio decorreranno le nuove normative fiscali frutto della recente contrattazione della CGIL insieme agli altri sindacati con il Governo. Non trovate il dettaglio di queste nuove norme in questo aggiornamento della guida, poiché decorreranno appunto da luglio, ma mi è sembrato utile iniziare a riassumervele:
- Tutti coloro che hanno un reddito fino a 28.000 € avranno una riduzione delle tasse pari a 100 € mensili;
- Tutti coloro che hanno un reddito tra i 28.000 € e i 35.000 € avranno una riduzione delle tasse di almeno 80 € mensili;
- Coloro che hanno un reddito tra i 35.000 e i 40.000 euro potranno usufruire di una detrazione che, partendo da 80 € mensili, si abbassa gradualmente fino ad azzerarsi.
Tutte queste maggiori riduzioni delle tasse assorbono il “bonus 80 euro”.
Un primo importante passo è stato fatto. Ora dobbiamo andare avanti per ottenere un sistema più equo e progressivo. Vogliamo una riforma fiscale per continuare ad abbassare le tasse ai lavoratori, rivedere complessivamente le aliquote Irpef, il sistema delle detrazioni e incrementare il sostegno ai lavoratori con figli, detassare gli aumenti contrattuali per sostenere la contrattazione.
Come sempre sono a vostra disposizione per approfondimenti e consulenze e vi ricordo che potete contattare anche i nostri sindacalisti sul territorio (qui trovate tutti i loro riferimenti).
Per gli arretrati dalla scadenza del precedente contratto a quello attuale, peraltro da approvare, nulla…..?! Mi sembra una pratica che viene troppo spesso utilizzata, non va per nulla bene.
Il contratto con queste dinamiche ha una durata effettiva di molto superiore a quella formalmente dichiarata. Perchè non pretendere il rispetto degli impegni contrattuali ? Grazie
La durata dei contratti viene definita convenzionalmente tra le parti, così come quali elementi devono essere conteggiati per definire la base di calcolo degli incrementi economici, nonché le tranche di pagamento. Di “dovuto” (nel senso che ci deve essere necessariamente) c’è solo il recupero dell’inflazione reale (dedotta di quella programmata, qualora questa sia già stata riconosciuta) nel periodo di riferimento. Per il 2019 l’inflazione reale è stata appena ricalcolata dagli organismi competenti che l’hanno portata dalla stima dello 0% di un paio di settimane fa al calcolo definitivo dello 0,49% (dicembre 2019 su dicembre 2018). Quindi gli arretrati per il 2019 corrisponderebbero allo 0,49%. Tuttavia l’aumento delle tabelle riportate nella guida non si è limitato a prendere a riferimento l’andamento inflattivo (reale e atteso) dell’intero periodo di riferimento (quindi anche del 2019), ma anche la monetizzazione della minor quota di TFR riconosciuta nel passato contratto, più una parte degli incrementi legati alla produttività. Le tranche di erogazione di questi aumenti sono poi state definite tra le parti in modo da rendere compatibile la loro erogazione con i parametri che si sono presi a riferimento per conteggiare l’importo degli aumenti medesimi. Solo l’aver definito questi parametri (che – ribadiamo – non sono “dovuti”, se non per quanto riguarda il primo, ma sono invece frutto di scelte e capacità negoziale) e aver definito le tre tranche di erogazione con quella calendarizzazione ha consentito di ottenere un aumento medio di 190€, un risultato economico che è di gran lunga migliore rispetto a quello delle contrattazioni precedenti del nostro settore e addirittura non comparabile con quello degli altri settori.
Tutto quanto sopra per fornire la spiegazione tecnica che è stata richiesta e fatto ovviamente salvo il diritto a ritenere insufficienti questi risultati.
Buona serata.