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UNA SPINA NEL FIANCO

Il lupo perde il pelo ma non il vizio, recita un noto proverbio: ma nella nostra buona fede pensavamo che bisogna dare a tutti una seconda possibilità. Ci siamo sbagliati.

Abbiamo perdonato un fatto gravissimo avvenuto in una Filiale che configurava un reato penale rispettando la volontà di chi signorilmente aveva deciso di soprassedere.

Quando ci confrontiamo in ogni sede, pesiamo ogni cosa e non parliamo a caso: se fossimo stati ascoltati, e ci fosse stata coerenza tra quanto assicuratoci e quanto agito, certe situazioni si sarebbero evitate.

Abbiamo avuto interlocuzioni a vari livelli segnalando gli atteggiamenti vessatori, i comportamenti inadeguati, il continuo uso del dialetto nell’interlocuzione con i clienti, l’accanimento sui vari colleghi presi di mira nel corso della carriera (dal cassiere sessantenne nella filiale piccola sino al gestore della filiale exclusive) che non si addicono a un direttore, specie se di genere femminile.

Abbiamo sempre pensato che un direttore è sempre un lavoratore ma non possiamo tollerare oltre determinati comportamenti.

Eppure di messaggi e inviti ne abbiamo fatti tanti: crediamo siano stati ben chiari e compresi.

Risorse che dovrebbero essere affiancate vengono lasciate sole, senza una guida, senza un riferimento  umano ne professionale su cui contare, salvo poi pretendere da tutti la  vendita che consenta grandi numeri per dimostrare quanto si è bravi. Se qualcuno pone legittime richieste o chiede assistenza (che sia operativa, normativa o procedurale) invece di essere supportato a  trovare soluzioni, viene invitato a cambiare ruolo.

Anziché fare squadra si mettono le risorse le une contro le altre utilizzando gli anelli più deboli come pedine a fini di controllo dimostrando così tutta la propria pochezza e  debolezza.

Un direttore così non è un Direttore, è una Spina nel fianco per un’azienda che si pregia di essere uno dei posti migliori per lavorare: ma come è possibile che una grande Azienda come la nostra si faccia rappresentare da persone che attuano tali piccoli comportamenti?

Verrebbe da dire che accanto alle campagne commerciali sarebbe utile che l’Azienda avviasse una campagna di gestione dello stress, di adeguatezza dei comportamenti, sia in termini di leadership (l’educazione dovrebbe esserci per default), che di rispetto delle persone: per l’Azienda sono il bene più prezioso, ma per alcuni  presunti capi quasi dei sudditi.

Tra il dire e il fare riscontriamo spesso abissi che vengono ignorati: esistono segnali di allarme che non possono tradurre altro che scelte inadeguate: dalle nostre parti si dice “chi nasce tondo non può morire quadrato”

Ricordiamo a chi evidentemente lo scorda spesso, che i risultati dipendono dai comportamenti, che i buoni comportamenti consentono la condivisione della mission  e rendono l’ ambiente di lavoro e l‘attività svolta più sopportabili ed efficaci nonostante le innumerevoli lacune organizzative, gestionali e decisionali subite quotidianamente.

RSA FISAC CGIL Intesa Sanpaolo Reggio Calabria, 21.02.2024

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