“Dovete raggiungere gli obiettivi altrimenti vi consiglio di cominciare a mandare in giro il curriculum” …
“Se non vi sentite adeguati, c’è sempre posto alla filiale di Sestino o ad Arcidosso” …
“Ogni giorno, prima delle 17:00, voglio il report di tutto quello che è stato venduto con i nominativi dei colleghi ed anche i risultati a zero” …
“Dovete venire al lavoro in giacca e cravatta e ben rasati, che la barba lunga non è più di moda !”…
Queste sono solo alcune, delle espressioni utilizzate da alcuni Capi Area o dai Direttori Commerciali durante le loro visite nella rete o nelle riunioni di Area, a cui si aggiungono graduatorie “dei buoni e dei cattivi”……..
Non è la prima volta che viene intavolato questo argomento. Col tempo le cose sono peggiorate e gli interventi sindacali in merito sembrano caduti nel vuoto. E’ arrivato il momento di affrontare seriamente il problema che ha delle ripercussioni pesanti sia sulla gestione del lavoro quotidiano ma anche sulla nostra salute psichica. Vogliamo anche parlare di premi??? In una filiale grande dove tutti danno il massimo e il livello di stress è altissimo vengono premiate solo due persone. Naturalmente dei premiati non fanno mai parte gli assistenti alla clientela, evidentemente il loro lavoro non conta niente!
Stiamo trattando un accordo che preveda strumenti concreti di denuncia e – soprattutto – prevenzione e rimozione dei comportamenti scorretti in tema di pressioni commerciali. Nel frattempo sul territorio stiamo intervenendo a fronte delle segnalazioni che ci arrivano dai colleghi. Scrivere un volantino è un atto di denuncia, ma non solo. E’ anche uno strumento di pressione e una precisa richiesta di intervento da parte della Direzione del Personale. Ovviamente di per sé non è sufficiente e deve essere accompagnato da interventi concreti del sindacato, come dal rifiuto dei colleghi coinvolti a sottostare a queste pressioni.
Anche in tema di premi stiamo trattando per un accordo su un sistema incentivante che pur essendo collegato ai risultati, preveda riconoscimenti economici che abbiamo come base l’intera compagine lavorativa della filiale. Forse per l’azienda il lavoro di alcuni colleghi non ha valore, ma certamente noi sappiamo molto bene che non è così e stiamo lavorando affinché tutti siano premiati al raggiungimento dell’obbiettivo, esattamente come tutti hanno concorso a rendere possibile tale raggiungimento.
Cioè volete dire che ”state trattando per un accordo su un sistema incentivante” relativo ancora al 2014? Perché quello è passato in sordina. Cosa ancora doverci aspettare dal futuro? Le pressioni di cui parlate sono oramai storia vecchia, e non mi sembra che qualcuno sia mai intervenuto radicalmente sui comportamenti attesi e messi in atto. Vogliamo parlare delle ”agevolazioni” (in termini economici e di distanza casa- lavoro) concesse a pochi e non a tutti? Ma di che parliamo allora? Cosa mi sfugge? Sentire vicino il proprio sindacato è un conto, diverso è vederlo battagliero come una volta. Scrivere un volantino è un atto di denuncia? E denunciate allora, chi mai vi fermerà?
Ah, dimenticavo la libertà di parola. ”il mio commento è in attesa di moderazione”?
@ Luigia Belli. Ho riletto la mia risposta e non ho trovato alcun luogo in cui abbia scritto che stiamo trattando un sitema incentivante relativo al 2014. Per la precisione quello che stiamo trattando è il conguaglio del VAP 2014 (notoriamente il VAP NON è un sitema incentivante) e le regole per definire il nuovo Premio di Risultato, ovvero qualcosa di completamente nuovo che a partire dal 2015 metta insieme (in forma contrattata e non discrezionale) i “vecchi” VAP, sistemi incentivanti e sistemi premianti, che nella formulazione attuale erano: contrattato il primo; dicrezionali il secondo e il terzo.
Relativamente alle “agevolazioni” casa-lavoro non mi è chiaro a cosa ti riferisci. Se al sistema che remunera la mobilità si tratta di una norma universale. Se ti riferisci a eventuali politiche di trasferimento discriminatorie ti invito a rivolgerti ai nostri sindacalsiti sul territorio perchè intervengano sui casi concreti.
Quanto al denunciare, mi sembra che non manchiamo di farlo. Ma come dicevo, questo è solo uno degli aspetti. Credo che dopo le denunce sia altrettanto se non più importante mettere in campo iniziative concrete: preventive e repressive come ho scritto sopra.
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Buona giornata.
Paolo Barrera
La polemica non è assolutamente riferita al tuo scritto. Mi baso su notizie che i tuoi colleghi sindacalisti hanno dato nel corso dell’anno (sistema incentivante/vap, come lo vuoi chiare sempre di soldi meritati stiamo parlando). Trattative in corso e trattative in corso e ancora trattative in corso. Ribadisco (tra l’altro sono un ex sindacalista e la mia appartenenza alla Cgil va ben oltre il semplice rapporto lavoratore-sindacato- azienda), parole e non fatti. Se si parte dal presupposto correttissimo che – in questo caso – le pressioni commerciali siano al limite del consentito, agite. Prendiamo iniziative. Non limitiamoci ai volantini. Diteci voi cosa poter fare. Scusa ho un cliente devo andare
Sono straconvito che ogni soldo che arriva ai lavoratori sia strameritato. I risultati li facciamo noi e gli utili anche. Proprio per questo non è indifferente se le quote di salario, anche quello aggiuntivo e legato ai risultati sono contrattate (= erogate secondo criteri e regole) oppure discrezionali (= erogate a capocchia).
Contrattare NON è un esercizio narcisistico o un prendere tempo. Contrattare vuol dire scrivere regole per poi poterle esigere. Questo vale anche per le pressioni commerciali. Scrivere un accordo che ponga dei limiti alle pressioni vuol dire mettersi in una condizione di maggiore forza nei confronti di coloro che le esercitano. Oggi tali regole non ci sono e si fa appello a un generico concetto di responsabilità sociale dell’impresa. Capisci bene che sono due condizioni molto diverse. Per l’intanto ci sono le denunce sindacali, gli interventi sindacali e la possibilità (il dovere secondo me) dei colleghi di non avallare i comportamenti più beceri e oppressivi rifiutandosi di subirle e portandole all’attenzione del sindacato perché intervenga sul campo. Ti assicuro che quando questo viene fatto, i risultati si vedono. Non è che improvvisamente la banca diventa il paradiso, ma le cose un po’ cambiano…