Entro il 16 gennaio sarà possibile scegliere se destinare a Banca Ore tutte o in parte le maggiori prestazioni. Come al solito vi riportiamo un estratto della news aziendale in merito.
Vi rammenteremo questa scadenza nel “Promemoria scadenze” di gennaio e comunque vi ricordiamo che potete approfondire fin dora questo argomento consultando la nostra guida all’Orario di lavoro (click qui) e al Part Time (click qui). E come sempre la nostra esperta Marianna Broczky è a vostra disposizione per approfondimenti e consulenze personalizzate.
Entrando in Intesap > Employee Self-Service, i colleghi delle Aree professionali a tempo pieno possono decidere entro il 16 gennaio 2015 se destinare a “banca ore” tutta o quota parte delle maggiori prestazioni oltre il limite delle 50 ore annuali.
In assenza di nuove opzioni si intendono confermate quelle già in essere. In caso di variazione rispetto all’opzione in essere, il responsabile sarà informato con email.
La Direzione Centrale Risorse Umane ricorda inoltre che anche i colleghi delle Aree professionali a part time possono optare per il versamento a “banca ore” delle eventuali prestazioni aggiuntive effettuate oltre il normale orario individuale di lavoro: – al momento della trasformazione del rapporto di lavoro da tempo pieno a tempo parziale – in qualsiasi altro momento successivo (ad esempio in occasione del rinnovo).
In questi casi devono inoltrare all’Ufficio Amministrazione del Personale, in via Lorenteggio 266 – 20152 Milano, l’apposito modulo di richiesta disponibile in Arco nelle “Regole in materia di prestazione di lavoro a tempo parziale”.
Ho capito bene ? Gli straordinari verranno riconosciuti e faranno monte ore su banca ore per un massimo di 50 ore?
Nel caso fosse, lo straordinario da quando parte dopo il termine dell’orario stabilito?
Grazie
Scusate mi sfugge qualcosa ? Ma se il Servizio del Personale ci ha comunicato che gli straordinari non vengono riconosciuti a cosa serve scegliere l’opzione Banca Ore ? La regola è valida per tutta la Banca o solo per l’area Milano Città ? Lavoro in una Filiale Imprese a Milano e spesso mi fermo qualche mezz’ora che regolarmente non mi viene riconosciuta e quindi non incrementa la mia Banca Ore, pertanto ????
sintesi : ci fanno o ci sono, almeno non ci prendano in giro !
Solo un chiarimento tecnico.
Le previsioni di cui parla questa news sono quelle del CCNL e sono valide a prescindere da qualunque disposizione gestionale volta a limitare il ricorso allo straordinario. Ovvero l’azienda può disporre che non si faccia straordinario, ma non può impedire che i colleghi esercitino le opzioni che sono loro garantite nel caso in cui lo straordinario dovesse essere autorizzato / richiesto.
Tutto ciò detto, lo straordinario o è appunto richiesto / autorizzato e allora DEVE ESSERE RETRIBUITO, oppure non è né richiesto né autorizzato e allora NON DEVE ESSERE EFFETTUATO. Non è immaginabile (e tanto meno ammissibile) che ci siano prestazioni lavorative effettuate d’iniziativa del lavoratore e “tollerate” (si fa per dire, ovviamente) dal datore di lavoro. Vi preghiamo di segnalare ai rappresentanti sindacali sul territorio ogni iniziativa – o anche solo implicito suggerimento – che l’azienda metta in campo per ottenere prestazioni lavorative non retribuite. Sarà nostra cura intervenire immediatamente per sanare tali situazioni.
Nella nostra filiale non vengono mai approvate le maggiori prestazioni mentre in altre filiali questo avviene..questo comporta innanzi tutto un comportamento non “uguale” perché dipende dal comportamento” soggettivo”dei direttori e dalla loro, purtroppo, scarsa intelligenza ma crea un problema per la stessa azienda nel caso accadesse che qualche collega (anche part-time) facesse straordinario non autorizzato e dovesse accadergli malauguratemente un infortunio mentre torna a casa. Come sarebbe giustificabile un comportamento del genere?cosa accadrebbe in questo caso ?non aspettiamo come al solito che debba accadere qualcosa per correre ai ripari..basta con questa ottica del “campare” al momento e del pensare a rimediare domani..se la banca si comporta così con i dipendenti..pensa a quanto si preoccupa al futuro dei propri clienti.
Sulla questione dello straordinario occorre essere molto chiari, perché c’è una profonda differenza tra i comportamenti corretti e quelli patologici e spesso si fa confusione tra gli uni e gli altri.
In una situazione corretta è l’azienda (per mezzo dei suoi preposti, nel nostro caso i direttori) a decidere se è quando sono necessarie prestazioni straordinarie. Nel caso che lo ritenga necessario (e in misura appunto stra-ordinaria) lo chiede esplicitamente definendone modi e quantità. Il collega è tenuto ad effettuare la prestazione straordinaria, nei limiti delle previsioni contrattuali. Nel nostro caso per un massimo di 2 ore al giorno, 10 alla settimana, 100 all’anno. E’ possibile superare il limite delle 100 ore annue, ma oltre tale limite la prestazione può essere chiesta ma non imposta. Ogni singolo periodo di straordinario deve essere riversato in banca ore (secondo le modalità definite anno per anno dal lavoratore) oppure retribuito con le maggiorazioni previste dal contratto. In nessun caso è il lavoratore che può effettuare delle prestazioni straordinarie di alcun tipo senza che siano state richieste dall’azienda. Tecnicamente nemmeno il cassiere che non quadra può fare straordinario, a meno che non gli venga richiesto dal direttore. In una gestione ordinaria, chiude la sua cassa e riprende la quadratura il mattino successivo, posticipando a fine quadratura l’apertura del servizio di cassa. Ovviamente il direttore va informato della mancata quadratura e può disporre che la differenza venga cercata in serata, chiedendo (e pagando!) una prestazione straordinaria.
In una situazione patologica i direttori (o chi per loro) non chiedono di effettuare lo straordinario, ma lasciano intendere che fermarsi oltre l’orario sia cosa gradita o addirittura “necessaria”. E i colleghi a loro volta (o perché intimoriti o per desiderio di visibilità o anche solo per un malinteso senso di responsabilità) collaborano a questa distorsione, praticandola in modo più o meno sistematico e condiviso.
Ecco, le situazioni patologiche vanno rimosse. Noi contestiamo fermamente le espressioni “non aspettiamo come al solito…”. Noi di solito NON aspettiamo. Sostenere che va tutto male, che è tutto uguale, denunciare senza agire è la miglior forma di avallo e complicità verso i comportamenti distorti. Se siete in una situazione patologica dovete chiamare i sindacalisti del vostro territorio e chiedere che intervengano per ricondurla all’interno delle regole. E dopo gli interventi, continuare individualmente a pretendere il rispetto delle regole, tornando a chiedere interventi sindacali in caso di nuove forzature da parte dell’azienda. E così via. Non esiste nulla di definito una volta per tutte. Tantomeno i diritti che se non agiti concretamente scompaiono in tempi drammaticamente brevi…
E’ tutta una presa in giro!! Chi lavora in filiale sa che è quasi impossibile uscire alle 16.55!!
Mi dispiace, ma non sono per nulla d’accordo. Ho lavorato in filiale e da sempre la questione dello straordinario è stata all’odine del giorno. Da sempre direttori capaci hanno gestito correttamente la cosa e direttori incapaci o in mala fede l’hanno gestita scorrettamente. La questione comunque resta. Lo straordinario, se e quando è davvero necessario, si fa e deve essere pagato; se non lo è (necessario), non lo si fa. Gli interventi sindacali (se davvero i colleghi li richiedono e li condividono) producono effetti reali e concreti. E nessuno viene trasferito o licenziato per aver chiesto il rispetto delle norme contrattuali. Non in un azienda sindacalizzata come la nostra. Proprio questo è uno dei fatti (concreti) che possono rispondere alla domanda “a che serve il sindacato?”. Ovviamente invece se si pensa che il compito (e la possibilità) del sindacato sia quello di costruire il mondo perfetto in cui non solo ci sono le regole, non solo è possibile chiedere e ottenere di rispettarle, ma queste invece vengano applicate sempre e comunque, senza dover nemmeno richiederle… beh allora certo il sindacato ha fallito e non serve a nulla.
caro fisac gisp o viviamo realtà diverse, e lo spero anche se non ne sono convinto, oppure più che il sindacato è fallito e non serve a nulla che, a mio avviso, non succede neanche nella peggiore delle ipotesi, il sindacato fa quello che può sapendo che non esiste la delega al sindacato per affrontare qualsiasi problema che renda il collega fantasma per l’azienda (con le regole applicate sempre e comunque senza doverle nemmeno esigere, qualsiasi regola non solo per questo argomento). qui non si tratta di essere d’accordo o non d’accordo. si tratta di avere percezioni diverse della realtà….mi auguro ma non ne sono convinto che la tua percezione sia quella ….reale!
@ Eubadice. Le percezioni sono molto importanti e per questo vorrei sgombrare il campo da ogni possibile percezione sbagliata che possa aver creato. Quindi:
– La questione del lavoro non pagato (non lo chiamo straordinario perché lo straordinario è pagato) è grave e seria. In un’ottica generale persino più di quanto non possa apparire in un’ottica individuale.
– Non ho idea di quale sia la tua realtà lavorativa. Io lavoro a Torino e, come dicevo, con lo straordinario abbiamo dimestichezza di lungo periodo. Ovviamente quindi la recente piaga del lavoro non retribuito ci è familiare allo stesso modo.
– I colleghi di una filiale di Torino nella quale il Direttore e alcuni suoi collaboratori si sono spesi con particolare solerzia affinché i colleghi uscissero dopo l’orario (ma si dimenticassero di segnare lo straordinario) per un po’ hanno abbozzato e poi si sono stufati e mi hanno chiesto di intervenire.
– Io sono intervenuto e, per il momento, la situazione è rientrata nei ranghi. E nessuno è stato trasferito, licenziato, o altro. Considero questo un successo sindacale. Per il semplice fatto che in assenza di un’organizzazione sindacale la situazione non sarebbe stata monitorata e corretta.
– Se i colleghi non mi avessero coinvolto, le cose avrebbero continuato indisturbate o forse sarebbero peggiorate. Ma non sarebbe stato un fallimento sindacale, perché in una realtà frazionata e diffusa come la nostra, è impensabile che il sindacato disponga di uomini e donne in misura sufficiente a un presidio paramilitare del territorio.
– Se i colleghi mi avessero coinvolto, ma non fosse cambiato nulla (perché non sono intervenuto, o perché pur intervenendo nessuno mi si è filato) sarebbe stato un fallimento sindacale.
– Se tra qualche tempo la direzione di cui sopra riprenderà le vecchie abitudini, non lo considererò un segno dell’inutilità del sindacato. “Semplicemente” significherà che gli essere umani tendono a “provarci” e che ciascuno di noi è chiamato a difendersi, almeno un minimo. Almeno quel minimo che significa (ri)alzare il telefono e chiedere un intervento sindacale…
VIVIAMO REALTA’ DIVERSE CIAO E GRAZIE
DEVO DARE RAGIONE A GISP/ BARRERA.
LE REALTA’ SONO DIVERSE…MA E’ SEMPRE LA SOLITA PAPPARDELLA….FILIALE CHE VAI DIRETTORE CHE TROVI.
MOLTI DIRETTORI E NON, CI PROVANO!
E PROPRIO PER QUESTO AD ALCUNI BISOGNA METTERLI “”IN RIGA”” ANCHE I DIRETTORI E NON, DEVONO (PURTROPPO PER LORO…) SEGUIRE REGOLE E COMPORTAMENTI.