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Oggi vi voglio raccontare una storia un po’ diversa dal solito. Una storia purtroppo di dolore, ma anche di grande solidarietà e speranza.

Nell’estate del 2019, la famiglia di una nostra collega (la chiameremo Maria) viene sconvolta da una notizia drammatica: al figlio adolescente (lo chiameremo Carlo) viene diagnosticato un tumore cerebrale. Chiunque di noi si sia dovuto confrontare con la gravità della malattia conosce bene lo sgomento, la vera e propria angoscia che prende il sopravvento in quei momenti.

Le cose da fare sono mille e non sembra possibile farne nemmeno una. Poi si incomincia a riprendere il controllo, almeno per quello che è indispensabile, e si affrontano gli esami, l’operazione, le cure.

L’attenzione è sempre lì, eppure – dopo un po’ – anche le cose della vita “normale” reclamano il loro spazio. E il lavoro è una di quelle.

Maria è una persona riservata: non vuol far pesare la sua condizione o portarla troppo all’attenzione, ma chiaramente la situazione diventa via via più difficile. Far quadrare i mille impegni e preoccupazioni diventa insostenibile: ferie e permessi sono finiti e i colleghi più vicini si chiedono come poterla aiutare concretamente.

Tra questi colleghi c’è una sindacalista che pensa alla Banca del Tempo di ISP. E allora inizia a sbattersi di qua e di là, a chiamare l’azienda, a cercare chi si occupa della Banca del Tempo in Sindacato, a telefonare e mandare mail, a informarsi e proporre. E – soprattutto – a coinvolgere gli altri colleghi, prima nella filiale e poi via via in tutta la provincia e anche in tutta la regione.

I risultati arrivano presto, e importanti: l’azienda nel 2020 concede a Maria un monte giornate di permessi aggiuntivi (il cosiddetto “Tempo speciale”) e il passaparola tra i colleghi permette di raccogliere un’altra cinquantina di giornate di ferie frutto delle loro donazioni. Tutto questo – la concretezza delle donazioni, ma anche lo spirito di solidarietà – aiutano Maria e la sua famiglia ad affrontare la malattia e il suo decorso.

Purtroppo all’inizio di quest’anno a Carlo viene diagnosticata una recidiva. Il mondo sembra crollare di nuovo, ma la catena di solidarietà è già sperimentata e si rimette immediatamente in moto: ad oggi quasi cento colleghi hanno già di nuovo donato a Maria più di cento giornate di ferie per consentirle di affrontare al meglio questa nuova durissima prova. Maria ha poi ringraziato quei colleghi ad uno ad uno per averle donato con tanta generosità il loro tempo libero e per averle dato la possibilità di passare del tempo con suo figlio e per averle dato la possibilità di vivere dei momenti preziosi insieme a lui

Per parte mia, ora non posso fare molto di più che raccontare questa storia. Ma raccontare è importante: rende vere le cose. Permette di non essere solo a chi deve affrontare le difficoltà più ardue, e a chi dà concretamente una mano permette di poter condividere la bellezza di questo gesto.

Al momento il racconto finisce qui, ma voglio credere di poterlo riprendere presto e con ottime notizie per Carlo e per la sua mamma. Nel frattempo mi piacerebbe che continuassimo a parlare e far conoscere la Banca del Tempo: uno strumento importante e un aiuto concreto, per fortuna non solo per situazioni così drammatiche.

Se volete saperne di più consultate la nostra Guida alla Banca del Tempo o contattatemi direttamente: sarà bello far crescere insieme questo strumento così potente.

Un caro saluto.

Claudia

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