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Ogni lavoratore stipula con lo stato un contratto non scritto ed obbligatorio con cui versando una cospicua parte della propria retribuzione copre i periodi malattia e si dovrebbe garantire una rendita pensionistica. Partendo da quest’assunto e tenendo in considerazione che l’equilibrio del nostro sistema pensionistico è stato minato a causa degli sperperi fatti fino alla fine degli anni 80 nonché le ultime riforme pensionistiche basate sull'allungamento dell’età pensionabile mi pongo alcune domande ed essendo dotato d’intelligenza media non riesco a darmi delle risposte evidentemente adeguate, spero che qualche “luminare” (Sacconi, Marcegaglia, Bombassei, Angeletti, Brunetta, Morando, Bonanni e compagnia cantando), possa rimediare rispondendo a questi semplici quesiti:

  1. Qual è l’incidenza della cassa malattia dopo i cinquant’anni?
  2. Qual è la percentuale di ricollocamento di una/un lavoratrice/lavoratore che ha perso il posto di lavoro dopo i cinquant’anni?
  3. Quali sono le attività professionali che non richiedono abilità fisica e freschezza mentale?

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