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La pandemia sembra non aver cambiato affatto il modus operandi di alcuni manager della Banca….

Frasi del tipo “non è colpa mia se sei stato assente per mesi ma adesso devi recuperare il tempo perduto” sono frasi talmente offensive da sfiorare la volgarità per i colleghi sempre, ancora di più se rivolte a quei colleghi che si sono dovuti assentare per motivi a loro non imputabili, in questa fase contraddistinta dal covid-19.

È assolutamente inutile che vengano firmati accordi a livello nazionale se poi ISP non si adopera affinché i suoi manager rispettino quanto la stessa Azienda ai suoi massimi livelli ha firmato con le organizzazioni sindacali unitarie.

Non possiamo più accettare che l’Azienda risponda “sono casi isolati segnalateli così provvederemo”, perché la realtà è che sono comportamenti diffusi e subdoli, figli di una cultura commerciale rapace che premia coloro che si fanno beffe di una minima etica commerciale e marginalizza chi, la maggioranza, opera rispettando le norme, in trasparenza e correttezza nei confronti della clientela.

Dopo mesi durissimi siamo ora sull’orlo di un baratro economico-sociale, come ci rappresentano i dati sul PIL futuro: l’Azienda dovrebbe trovare il modo di rendere il nostro lavoro più proficuo per tutta la collettività, dipendenti compresi, e non invece aggravare di tensione un clima già di per se’ difficile con minacce più o meno esplicite: oppure dobbiamo immaginare di doverci dotare di registratore quando si svolgono colloqui di valutazione o riunioni commerciali???

Se l’Azienda non è in grado di garantire gli accordi firmati, quale attendibilità può avere nei momenti di confronto con i dipendenti, come ad esempio quello del colloquio sulla valutazione professionale? Occorre pretendere la presenza del rappresentante sindacale???

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