Come noto, la trattativa sullo smart working e sulle altre forme di flessibilità delineate dall’azienda in relazione alla nuova organizzazione del lavoro legata al Piano d’Impresa 2022-2025 si è conclusa senza poter giungere alla sottoscrizione di un accordo.
L’azienda ha dichiarato che le richieste di parte sindacale erano di fatto inconciliabili rispetto alle proprie intenzioni, sottraendosi alla possibilità di compiere ulteriori passi in avanti nella direzione di un’intesa.
Come FISAC CGIL, unitamente alle altre OO.SS., abbiamo ritenuto di non poterci prestare a un accordo il cui fine prevalente sarebbe stato quello di avallare le proposte di parte aziendale, mentre rimanevano inascoltate (o con risposte del tutto insufficienti) le nostre richieste.
Inoltre abbiamo valutato – e confermiamo – che non sono adeguatamente garantiti (né nelle direzioni, né nella rete) una effettiva volontarietà e uguali possibilità di accesso a smart working e flessibilità orarie, di fatto subordinate alla discrezionalità dell’azienda, la cui determinazione nell’attuare gli interventi prospettati fin dall’inizio (e costantemente sostenuti senza spazi di mediazione) è stata ed è per noi motivo di preoccupazione.
La chiusura di parte aziendale su uno degli aspetti su cui il Gruppo intende fondare la nuova organizzazione del lavoro correlata al Piano d’Impresa non può però determinare da parte nostra solo una semplice dichiarazione di contrarietà e richiede che da parte nostra siano comunque fornite a lavoratrici e lavoratori alcuni chiarimenti indispensabili, per non lasciare esclusivamente in capo all’azienda una “campagna informativa” che rischia di assumere carattere di propaganda.
Per esempio spesso non viene posto sufficientemente in luce il fatto che per accedere allo smart working non è indispensabile aderire al cosiddetto Nuovo Lavoro Flessibile attraverso l’accordo individuale che ne costituisce l’unica cornice (unilateralmente definita dall’azienda in totale discrezionalità), ma permane la possibilità di avvalersi del sistema di regole collettive definito dagli Accordi sindacali 10.12.2014 e 17.12.2015. Come illustriamo di seguito, anche rimanendo nell’ambito di questi ultimi è garantita l’applicazione degli elementi di maggior favore che avevamo conquistato al tavolo del confronto.
Si è trattato, come noto, di avanzamenti del tutto insufficienti a consentire un avvicinamento delle rispettive posizioni (e tantomeno la firma di un accordo), ma li consideriamo (oltreché il frutto della nostra iniziativa) un primo risultato da cui partire nell’ambito di un percorso di rivendicazione che non riteniamo definitivamente chiuso. All’interno di tale percorso è per noi fondamentale il rapporto con le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo, e il loro coinvolgimento, a partire da una corretta informazione rispetto agli interventi di tipo organizzativo messi in campo dall’azienda, volta a mettere in luce le numerose criticità che si celano dietro alle stucchevoli dichiarazioni aziendali di attenzione alle persone e ai loro bisogni.
Questa nota si pone l’obiettivo (ambizioso) di essere un passo in questa direzione.
Qui potete scaricare la nota in pdf
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Grazie sinceramente per il lavoro svolto. La nota è davvero utile.
Buongiorno,
grazie per il lavoro. Tuttavia il contatore dei giorni di smart working fruiti è ancora fermo a 120. Si hanno notizi su se e quando il contatore verrà esteso a 140 così come in essere attualmente per DSI ?
In attesa di vostre notizie
E’ così. Abbiamo sollecitato più volte l’adeguamento, ma – come abbiamo già avuto modo di ricordare più volte – poiché si tratta di iniziativa unilaterale dell’azienda, le possibilità di concreto intervento sindacale sono limitate. In ogni caso, durante i prossimi incontri, torneremo a sollecitare l’adeguamento.
Certo, si tratta di una iniziativa unilaterale dell’Azienda ma, poiché è scritto nero su bianco “Nel caso di adesione individuale al Nuovo Lavoro Flessibile da parte di personale assegnato a strutture della Direzione Sistemi Informativi, la prestazione lavorativa “da casa” può essere resa per un massimo di 140 giorni nel corso dell’anno solare” sull’Accordo Individuale che abbiamo sottoscritto, per l’Azienda si prefigura uno stato di Inadempienza Contrattuale che può essere impugnato davanti ad un giudice.
Magari, potremmo iniziare ad aprire qualche centinaio di vertenze individuali…
Le cause individuali sarebbero davvero auspicabili. Naturalmente per poterle avviare occorre essere di fronte a una concreta violazione dell’accordo individuale, ovvero di fronte al fatto che non venga concesso lo SW oltre i 120 giorni. Il contatore è appunto solo un contatore, fino a che la procedura di concessione non venga effettivamente bloccata in forza delle indicazioni di quel contatore.
Purtroppo, devo confermare che la procedura “Pianificazione e prenotazione”, presente su People, non ci consente di pianificare più di 120 giornate di SW.
Pertanto, il contatore non è un semplice contatore, ma un ostacolo insormontabile che ci impedisce di pianificare e fruire un nostro diritto contrattuale.
Da qui, la mia proposta di partire con le vertenze individuali.
Le cause individuali vengono patrocinate dalle FISAC su base territoriale. Prendi contatto con il tuo sindacalista di riferimento per una valutazione di percorribilità con il legale di competenza.