Lunedì 6 marzo si è svolto l’incontro che unitariamente avevamo richiesto all’azienda per ottenere i necessari chiarimenti in merito alla scelta di ritirare la delega di rappresentanza sindacale ad Abi, pur continuando a rimanervi iscritta.
L’azienda ha dichiarato che il Contratto nazionale è fondamentale ed è la “Costituzione” del Rapporto di lavoro. Ha affermato la propria volontà di firmare il Contratto nazionale e che sarà a fianco di ABI per questo motivo.
Ha inoltre dichiarato che la revoca attiene unicamente ai rapporti con ABI e nulla c’entra con i rapporti con le Organizzazioni sindacali ed il CCNL, per questo che ha chiesto ad ABI di partecipare agli incontri per il rinnovo.
Nel prendere atto del chiarimento, come organizzazioni sindacali abbiamo ribadito che il CCNL è sempre stato e continua ad essere “centrale”, avendo consentito di gestire nel tempo i cambiamenti del settore senza pregiudicare i diritti dei lavoratori. È del tutto evidente la sua importanza, in questa fase di rinnovo che dovrà affrontare nuovi e profondi cambiamenti.
La decisione di ISP ha creato forte preoccupazione fra i colleghi e per questo motivo abbiamo ribadito all’azienda che seguiremo attentamente tutti i passaggi riguardanti il rinnovo del CCNL congiuntamente con le Segreterie Nazionali.
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Come no, come quando vengono segnalate pressioni commerciali indebite e l’azienda “no no se capitano sono iniziative personali deviate di capi area”… sì sì, la banca ha i dipendenti al centro del loro cuore
La banca è una SpA e quindi, ovviamente, non ha al centro del suo cuore i dipendenti e nemmeno i clienti. Non ha nemmeno un cuore, se è per questo. Ha piuttosto un interesse – remunerare gli azionisti – e tutto il resto è un mezzo per raggiungere questo scopo. Non c’è nulla di nuovo in questo e nemmeno di sorprendente. Quella che invece è stata sorprendente, è la decisione di Intesa Sanpaolo di togliere ad ABI il mandato a trattare per il rinnovo del CCNL. Questa decisione avrebbe potuto aprire scenari più che inquietanti, come ad esempio l’uscita dell’azienda dal Contratto Nazionale come già avvenuto in passato ad esempio per FIAT e o più recentemente e in un settore molto affine al nostro per Unipol. Ne abbiamo immediatamente chiesto conto all’azienda e le sue dichiarazioni smentiscono questa ipotesi. Ne prendiamo volentieri atto, ma ovviamente verificheremo concretamente e sul campo la veridicità di queste dichiarazioni.