Nell’incontro odierno abbiamo rappresentato unitariamente all’azienda le seguenti richieste :
- Trattamenti economici extra ccnl: gli interventi non possono portare a medie retributive per inquadramento inferiori alle medie RAL del gruppo ISP.
- Welfare: mantenimento delle attuali contribuzioni aziendali al fondo pensione e allineamento al 3,50% per coloro che hanno aliquote più basse.
- Mobilità: disponibilità ad individuare soluzioni specifiche per la “mobilità straordinaria” derivante da questa operazione, fermo restando le norme CCNL, ma fissando una data di termine dopo la quale si applicherà la normativa sulla mobilità del Gruppo Isp. Riallocazione di lavorazioni/attività per mitigare i processi di mobilità territoriale.
- Soluzione per i Tempi Determinati.
- Ricercare con tutte le parti (anche LCA) soluzioni per l’occupazione dei lavoratori di Immobiliare Stampa.
L’azienda ha fornito le seguenti risposte :
- Trattamenti economici: fermo il Ccnl, nessun intervento sulle retribuzioni inferiori alla medie RAL del gruppo ISP per stesso inquadramento; per le retribuzioni superiori riconoscimento parziale per fasce di importi e nessun riconoscimento per importi superiori a un tetto per ogni inquadramento.
- Previdenza: mantenimento delle attuali contribuzioni aziendali al fondo pensione; per coloro che hanno aliquote più basse del 3,50% disponibilità ad allineare le contribuzioni a step successivi a partire solo dal 30/6/19.
- Assistenza sanitaria: per il 2018 mantenimento delle attuali polizze ex Banche e ingresso nel FSI dal 1/1/2019 con il percorso di avvicinamento (3 anni di polizza Unisalute e contributi di ingresso a carico lavoratore); per Banca Apulia ricerca di soluzione ad hoc perché l’assicurazione ha disdettato l’attuale polizza. Per gli esodati, l’azienda ipotizza la ricerca di una nuova polizza con stessi attuali oneri o iscrizione al FSI con differenza di oneri a carico esodato.
- Mobilità: fino al 30/6/2019 previsione di “mobilità straordinaria” con consenso del lavoratore solo per distanze superiori a quelle previste dall’accordo di Gruppo e senza alcuna indennità economica; deroghe alle norme CCNL su giorni di preavviso, consenso e una tantum per trasferimenti. Per riallocazioni lavorazioni, azienda sta valutando nuove sedi FOL, attività crediti/NPL.
- Tempi Determinati: disponibilità a future assunzioni in base a esigenze aziendali su mansioni equivalenti.
- Al momento l’azienda ha ribadito impossibilità di soluzioni per società nel perimetro LCA.
La trattativa prosegue il 2 novembre.
buonasera,
volevo chiedervi una informazione/delucidazione e mi scuso per la lungaggine del mio intervento.
naturalmente in questi giorni assieme ai colleghi di veneto banca e anche della vicenza abbiamo contattati vari avvocati del lavoro, operanti su varie piazze italiane, al fine di comprendere quali fossero le casistiche a cui di sarebbe potuto andare incontro.
Le risposte ottenute sono state tutte concordanti, supportate anche da una notevole documentazione di sentente della Cassazione: nessun accordo sindacale puo influire sull ad-personam dei dipendenti essendo esso un accordo bilaterale. ogni tentativo passato di riduzione tramite trattativa sindacale si è risolta con una sconfitta legale.
L’ unica possibilità è quella di un accordo di solidarietà, ovvero temporaneo ( max 2 anni), e del resto tutti i casi recenti sono andati in tale direzione: pochi giorni fa ubi con le banche acquisite a 1 euro, intesa stessa con monte parma , e cosi via. Solo una questione temporanea potrà essere approvata dalla trattativa sindacale a scopo di solidarietà.
Ora, fermo restando questo punto e l ‘evidente reazione che i dipendenti intraprenderanno tramite i legali che sono gia stati contattati, volevo chiedervi perche la banca sta da giorni negoziando minacciando un intervento che sappiamo ( e immagino anche le sigle sindacali sanno per certo ) non essere percorribile.
mi scuso per la lunghezza del mio intervento e se è sembrato “ruvido”, ma non volevo dilungarmi ulteriormente occupando troppo spazio.
cordiali saluti,
fdr
Buongiorno,
con riferimento a quanto segnalato dal collega Veronesi non posso che condividere.
Debbo premettere che non sono una giuslavorista, ancorché un legale, e scorrendo i siti giuridici ho trovato conferma, limitatamente agli aspetti economici, di quanto asserito ossia la non derogabilità del 2112 cc (conseguente all’applicazione del comma 4 bis lett bis dell’art. 47 della legge 428 del 2009) .
Appare evidente che il distinguo deve partire dalla fattispecie di riferimento:
– ad personam riconosciuto in sede di assunzione pertanto frutto di contrattazione bilaterale
– ad personam riveniente dal CIA.
Nel primo caso, in particolare, non vedo come si possa anche solo pensare di discutere!
Mi sembrerebbe opportuno metterci al corrente dei dettagli tecnico giuridici sui quali ISP fonderebbe le proprie pretese per meglio comprendere i termini della discussione.
Non vorrei che sulla scorta di richieste inapplicabili si prestasse il fianco per concedere aperture su altri fronti lesivi per i lavoratori.
Cordiali saluti
Ogni organizzazione sindacale ha fatto approfondimenti con le proprie strutture legali. L’operazione ex Banche Venete per la propria eccezionalità non è però paragonabile ad altre situazioni, neppure a quelle vissute all’interno del Gruppo (a partire da quella del Banco di Napoli quando a fronte del salvataggio i lavoratori videro azzerato il loro CIA in un week end, a quella più vicina della Banca Monte Parma normata poi con l’accordo del 14/1/2012).
Manca quindi una giurisprudenza su di un evento così specifico.
La lettera aziendale di apertura della procedura ha richiamato la legge 428/90, art. 47, comma 5 che dice: “Qualora il trasferimento riguardi imprese nei confronti delle quali vi sia stata … omissis …emanazione del provvedimento di liquidazione coatta amministrativa … omissis… nel caso in cui sia stato raggiunto un accordo circa il mantenimento anche parziale dell’occupazione, ai lavoratori il cui rapporto di lavoro continua con l’acquirente non trova applicazione l’art. 2112 del c.c.”
Preso atto di questi elementi le organizzazioni sindacali intendono ricercare con la trattativa soluzioni equilibrate e sostenibili per tutti i lavoratori sul complesso delle materie oggetto del confronto : salario, welfare, mobilità e trattamenti normativi (orari, flessibilità, part time ecc…).
Perche le sigle sindacali non stanno coinvolgendo le autorita italiane ( padoan, il mef ecc) che hanno autorizzato questa operazione cosi favolrevole a intesa e di cui intesa si sta senpre piu approffittando?
Perche non state denunciando il fatto alla stampa come invece è avvenuto con ilva e altre?
il fatto che non vogliano applicare il 2112 è esempio lampante del comportamento di intesa!
bisogna far saltare il banco e coinvolgere il MEF!
ogni mediazione favorisce intesa e penalizza i lavoratori, senza se e senza ma.
La riduzione degli stipendi non è stata accettata all ilva e non deve essere accettata in questo caso per nessun motivo!
Buongiorno,
nei suoi omissis della norma citata (428/90, art 47, comma 5) ha omesso una parte fondamentale e presupposto per la sua applicazione. La norma cita testualmente, nella parte da lei omessa, che è applicabile “nel caso in cui la continuazione dell’attività non sia stata disposta o sia cessata”. Quindi la norma prevede che l’eccezione al 2112 debba avere tra i presupposti oltre a quelli da lei citati anche e soprattutto LA CESSAZIONE DELL’ATTIVITA’ O CHE NON SIA STATA DISPOSTA LA SUA CONTINUAZIONE. Pare evidente e pacifica la continuazione del nostro caso quindi non trova applicazione il fantomatico art 47 comma 5 legge 428/90.
Inoltre vorrei farle presente che la sentenza di Cassazione n.4724 del 12 maggio 1999 ha stabilito che gli accordi sindacali non possono vincolare i lavoratori non iscritti in ambito di applicazione del comma 5 sopra citato…
Saluti
Un onesto e serio lavoratore
Concordo pienamente col collega Mario,
La continuita lavorativa è avvenuta senza ombra di dubbio!
Abbiamo anche ricevuto il giorno stesso della cessione una lettera di benvenuto da parte di Intesa, e abbiamo continuato da subito a fare il nostro lavoro di prima. Abbiamo anche una mail in cui ci dicono che l attivita continua e faremo riferimento alle relative strutture di intesa.
Ora, ogni azione di riduzione di stipendi DEVE essere respinta, senza alcuna ombra di dubbio!
e anche l articolo citato da intesa e riportato dai sindacati risulta non applicabile, proprio per quanto scritto nell omissis qui riportato che risulta invece fondamentale!
Mi associo a quanto correttamente indicato da Mario. A ciò aggiungo inoltre che l’esercizio d’impresa di BPVI e di Veneto Banca è proseguito, (e ciò a prescindere dall’ intervenuta sospensione/revoca della licenza bancaria), proprio in forza della espressa previsione contenuta nell’art. 2 del D.L 99 del 2017 (poi convertito in legge), provvedimento legislativo che ha disposto la liquidazione coatta amministrativa delle due banche.
Cordiali saluti.
Buongiorno,
anche laddove si trattasse di un’operazione eccezionale l’unica strada percorribile per ISP è quella di agire d’imperio esponendosi di conseguenza a contenziosi da parte dei lavoratori.
Sarebbe preferibile che l’ammissibilità dell’applicazione del citato dettato normativo sia lasciato alla giurisprudenza (ben tre gradi di giudizio oltre a un ricorso d’urgenza nelle more del giudizio di merito) piuttosto che alla trattativa sindacale.
Cordilaità
Come traspariva dalla precedente risposta le Organizzazioni Sindacali hanno scelto di percorrere la strada della trattativa per confrontarsi con le posizioni espresse da Intesa Sanpaolo. Non è invece nella nostra tradizione sindacale percorrere strade di natura giuridica, tanto più nello scenario, già richiamato, di eccezionalità della vicenda che non ha precedenti di alcuna natura (si pensi anche solo alla eccezionalità di una vicenda risolta per decreto governativo ed alla natura dell’iter parlamentare seguito dal decreto medesimo).
Ribadiamo che la trattativa dovrà portare soluzioni equilibrate e sostenibili. Nel caso in cui questo non risultasse possibile valuteremo le iniziative da assumere.
Dall incontro di oggi mi risulta sia emerso che le tanto criticate disparita economiche dei veneti in realta non sussistono. Per determinate categorie anzi è risultato che la media veneta sia inferiore a quella di isp.
Vorrei evidenziare infine che isp ha presentato la media contenente SOLO le risorse della capogruppo, quando in realta le professionalita piu evolute e quindi di conseguenza costose sono dipendenti delle loro controllate: banca imi, epsilon, ecc ( tali societa contengono la finanza del gruppo intesa!)
Nel caso delle venete invece tali professionalita compaiono nella media delle venete stesse dato che non esistono le controllate che si occupano della finanza e simili.
questo spiega il perche la media economica dei qd4 dei veneti sia un po piu elevata di isp. Inserite nel calcolo banca imi, epsilon ecc e vedrete la differenza.
Infine suggerisco di considerare nella media dei veneti solo i veneti che finiranno in isp e NON quello che sono gia stati di fatto indirizzati in banca imi e/epsilon, dove la loro professionalità risulta adeguata e dove i vari pari-ruolo guadagnano molto piu dei veneti.
tutto questo per dire che risulta chiaro a tutti che la richiesta di isp di ridurre gli stipendi sia solo pretestuosa e manovrata ad arte, e che risulta assolutamente inaccettabile e senza dubbio qualora venisse avvallata da un accordo sindacale innescherebbe le reazioni legali del caso verso chi di dovere.
Francamente riteniamo non comprensibile il senso di trattare da parte del Sindacato su di un tema, quello delle pattuizioni contrattuali ad personam (a maggior ragione quando oggetto di specifica pattuizione bilaterale) su cui la Cassazione si è già ampiamente espressa a favore dei lavoratori, in particolare in uno scenario di continuità e di non deroga e non derogabilita’ dell’art. 2112 del codice civile.
Restano ferme in tal senso anche le eventuali e possibili responsabilità per danni cagionati ai dipendenti anche da parte del Sindacato.
Grazie, cordiali saluti
Un gruppo di dipendenti
Confermo quando scritto dal collega Gianni.
qualsiasi modifica agli ad personam causerà una azione legale diretta anche al sindacato anche da parte nostra.
cordiali saluti
“Camminiamo una sera sul fianco di un colle,
in silenzio. Nell’ombra del tardo crepuscolo
mio cugino è un gigante vestito di bianco
che si muove pacato, abbronzato nel volto,
taciturno. Tacere è la nostra virtù.
Qualche nostro antenato dev’essere stato ben solo
– un grand’uomo tra idioti o un povero folle –
per insegnare ai suoi tanto silenzio»
Cesare Pavese, da “Lavorare stanca” 1936
Salve,
mi sono imbattuto in questa chat perché conosco il settore e il dibattito negli ultimi anni si è arricchito di vari e sempre più stravaganti casi (vedi Monte Paschi o le 4 banche del famoso salvabanche…).
Se non sbaglio le ex banche venete sono state dichiarate in “liquidazione coatta amministrativa” e quindi il destino di molti dipendenti era – purtroppo – praticamente segnato (stiamo parlando della strada per molti).
Ma solo un bambino o un ingenuo che non conosce o non vuole vedere la questione, può credere che si sia giunti a questo epilogo SOLO per le pressioni dei vertici (PS: perchè questi signori non sono ancora in galera, condannati per direttissima, tra l’altro?) su collocamenti di azioni e obbligazioni o per consulenze e/o crediti ad amici di amici: è ovvio che le determinanti base delle due popolari (qualità del credito, prezzi applicati e costi di gestione – principalmente quelli del Personale in un’azienda di servizi come la banca) fossero alquanto deteriorati e fuori controllo.
Mi chiedo di rimando cosa possano pensare i lavoratori di Intesa, ben più numerosi rispetto ai dipendenti ex Venete, i quali – penso anche grazie al loro impegno pluriennale ed a rinunce in termini di carriera e stipendio – fanno parte di un’azienda che presenta fondamentali tra i migliori d’Europa (soprattutto per cost income, guarda caso)…
L’armonizzazione – ipotizzata – degli stipendi appare la cosa più equa, normale e auspicabile di questo mondo, oltremodo giusta (visto anche che le posizioni con gli stipendi più bassi, già in linea probabilmente con quelli di Intesa). Certo qualcuno pagherà un prezzo, ma in situazioni del genere è praticamente inevitabile.
Quindi questo disturbante urlio a difesa dei propri privilegi (perché di questo essenzialmente si tratta, visto che è piuttosto evidente che le retribuzioni medie delle ex popolari erano più elevate rispetto all’azienda che è intervenuta nel “salvataggio”, tralasciando qui tutto ciò che concerne il come e il perchè è maturato il “decreto” del Governo) appare semplicemente assurdo, anche se forse, per alcune prese di posizione, si potrebbe ricorrere anche allo scandaloso.
Sento già il furente crepitio delle rimostranze di alcuni.
Dico solamente: andate a spiegarlo ai vs nuovi “colleghi” di Intesa, che guadagnano e hanno guadagnato mediamente molto meno di molti di voi, e non sono stati messi in liquidazione coatta amministrativa, anche grazie, sicuramente, ad una politica di relazioni sindacali equilibrata e lungimirante.
Non so come finirà (spero tanto senza l’ennesima tutela dei privilegi di pochi rispetti ai molti) e soprattutto auguri alla non invidiabile posizione delle OO.SS impegnate in questa trattativa.
Saluti. LS
Non è una questione di salvaguardia di privilegi. Io sono un’accesa sostenitrice dell’impossibilità di derogare al 2112 cc limitatamente agli aspetti economici e diversamente da quanto si possa pensare il mio stipendio è pari a quello del CCNL.
Ciò premesso richiamo l’attenzione su alcuni aspetti e segnatamente: – in questo contesto l’appiattimento verso il basso non giova a nessuno,
– molte persone hanno contrattato un ad personam in sede di assunzione (si cambia lavoro per migliorare!!!),
– l’applicabilità di una norma a nuove fattispecie non può essere oggetto di trattativa sindacale.
In ultimo vorrei rasserenare il collega LS sul fatto che non vi è alcun “furente crepitio delle rimostranze” ma solo molta tristezza ed amarezza nel constatare che l’unico aspetto rilevato è la sedicente volontà di tutelare privilegi tout court. Si rammenta che gli aumenti salariali derivano dalla professionalità.
Cordiali saluti
Saluti
Leggo : “Si rammenta che gli aumenti salariali derivano dalla professionalità” , aggiungerei professionalità che ha contribuito al dissesto della banca. Mi domando, se quando eravate sul baratro del licenziamento e si paventava la liquidazione coattiva della vostra banca , vi avessero offerto un nuovo lavoro con l’applicazione di quanto previsto dal CCNL, cosa avreste risposto…………………
cercate di non dimenticare dove eravate, delle notti insonni , dell’incertezza del vostro futuro e dove siete arrivati.
se verra accettato qualcosa dai sindacati che risulterà contrario a quanto sancito da varie sentenze della cassazione la risposta dei dipendenti sarà una soltanto.
Senza se e senza ma. Fosse anche per difendere una sola persona.
e comunque ben sappiamo che le medie salariali portate da intesa sono state abbassate dato che nel perimetro non hanno incluso le banche controllate che contengono le professionalità piu rilevanti.
Gli stipendi non si toccano. Punto. Neppure con misure di solidarieta.
Del resto i risultati di intesa usciti ieri non lasciano spazio a discorsi di solidarieta.
Cordiali saluti
Mi domando… se aveste lavorato in Veneto Banca o Pop. di Vicenza anziché in Intesa… Chissà che film veniva fuori… Credete davvero che il finale sarebbe stato diverso?
Cercate di non dimenticare che giudicare senza aver camminato nelle scarpe di chi giudichi è sempre sbagliato. Come pure fare di ogni erba un fascio.