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Dal 3 gennaio sono in vigore i nuovi regolamenti MIFID2. Ce ne eravamo occupati con tempestività già il 15 gennaio, fornendo ai colleghi alcune chiavi interpretative e richiamando la necessità di non sottovalutare le nuove disposizioni.

Con molta più calma e serenità, solo il 31 gennaio l’azienda comunicava alle Delegazioni Sindacali che ben 2.113 lavoratori in filiale e 32 in FOL non avevano i requisiti previsti dalla MIFID2 e che quindi avrebbero dovuto essere costantemente supportati da un supervisore che si assumesse la responsabilità delle operazioni compiute da questi colleghi.

La comunicazione aziendale, fatta “en passant” nell’ambito di un incontro su altri temi, era peraltro posteriore a una serie di lettere di incarico individuali inviate la settimana prima ai colleghi individuati per svolgere la funzione di “supervisore” e da questi colleghi firmate per accettazione. In queste lettere si specificava, tra le altre cose, che “In ogni caso lei si assumerà la responsabilità della prestazione della consulenza prestata ai clienti, come se lei prestasse personalmente tali servizi al cliente” e che “in caso di sua assenza per almeno un giornata la funzione di supervisore verrà ricoperta da un delegato designato dalla Banca all’interno della sua unità organizzativa”.

Questa breve cronaca evidenzia alcuni fatti.

  • L’azienda si è mossa in ritardo rispetto a una normativa assolutamente fondamentale e che espone a notevoli rischi personali i suoi dipendenti.
  • Quando ha iniziato ad affrontare la questione lo ha fatto in un modo molto discutibile, ovvero assolvendo agli obblighi formali senza accompagnare il processo con un’adeguata formazione o anche solo “informazione” di merito sulle serie implicazioni connesse agli obblighi in generale per i bancari e a quelli specifici per i supervisori.
  • Il fatto che le suddette responsabilità siano serie è comunque desumibile dal fatto che la lettera formale richiami alle responsabilità individuali rispetto all’operato di terzi e preveda la sostituzione nel ruolo addirittura in seguito a una sola giornata di assenza a qualsiasi titolo.
  • Per contro nella realtà quotidiana i supervisori non sono in alcun modo stati alleggeriti dalle loro incombenze individuali. Come se esercitare un ruolo di tutoraggio di un altro collega che prevede espressamente la sua formazione, la discussione, i commenti e un check di verifica sull’attività svolta da questo collega, nonché la completa assunzione di responsabilità su ogni sua singola operazione, sia compatibile con l’ordinaria attività in proprio.
  • Addirittura, in completa violazione di quanto disposto nelle lettere di incarico, alcuni supervisori non sono stati sostituiti nel ruolo non solo in caso di assenza di anche una singola giornata, ma addirittura nel caso in cui il collega da loro supervisionato sia stato trasferito ad altra unità produttiva.

Richiamare l’azienda a una maggior serietà nel gestire concretamente i suoi obblighi, senza limitarsi a scaricarli sui colleghi, è veramente un atto dovuto e necessario. Ma come sempre, solo gli interventi sul campo possono dare una risposta rapida a quelle che non sono questioni di principio, ma esigenze di tutela concreta.

In questo contesto anche l’invito ai colleghi a prestare la necessaria attenzione alle implicazioni del loro operato è fondamentale, ma non sufficiente. Siamo quindi a disposizione dei supervisori che vogliano confrontarsi sulle peculiarità del loro incarico e – soprattutto – abbiano bisogno di un nostro intervento specifico rispetto alle loro problematiche concrete.

qui il documento in pdf

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