Nelle giornate del 18 e 19 luglio è ripreso il confronto in merito alle ricadute del Piano d’Impresa del Gruppo Intesa Sanpaolo.
L’Azienda ha consegnato una proposta di accordo in merito al “Progetto 8000” (riduzione di 3.000 lavoratori e riconversione di 5.000 lavoratori), come previsto dal Piano d’impresa.
La bozza aziendale risulta impercorribile perché:
- disattende totalmente le nostre richieste;
- per la riduzione di 3.000 lavoratori prevede uscite obbligatorie di personale, a partire da chi ha maturato i requisiti pensionistici;
- per le 5.000 risorse in riconversione pretende la deroga all’art. 2103 del Codice Civile (demansionamento), sospende le tutele di CCNL e aziendali relative ai trasferimenti, ai trattamenti di mobilità e gli accordi di armonizzazione e richiede l’obbligo alla fruizione delle ferie arretrate ed ex festività.
- Abbiamo fermamente respinto le proposte aziendali, abbiamo riaffermato le nostre posizioni e valuteremo future iniziative da intraprendere, anche con il coinvolgimento dei lavoratori di tutto il Gruppo.
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Una curiosità:
– E ora che il gruppo isp ha chiuso la procedura per gli art. 18 e 19 sul piano d’impresa, che succede?
– Quali sono i passi successivi?
– E quale tipo di accordo volevano ottenere i nostri manager? Tipo: licenzimento obbligatorio con il 35% dello stipendio, ed il resto “devoluto” ad azionisti e ceo?
(scusate se ho usato solo il minuscolo, ma questo tipo di
manager il maiuscolo non lo merita di certo !!!)
Saluti
Quello che volevano i manager è ciò che abbiamo scritto sul volantino, dove peraltro abbiamo scritto anche quello che vogliamo (uso il presente NON a caso) noi.
Quello che otterrano è o la riapertura delle trattative su una base ddiversa dalle loro proposte oppure la banca chiusa per sciopero…