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Nei giorni scorsi si è riunito il Direttivo di Gruppo FISAC/CGIL Intesa Sanpaolo che, in relazione al Nuovo Piano Industriale, ha definito una serie di valutazioni e richieste.

Il Piano prevede obiettivi estremamente ambiziosi, a partire da una consistente crescita degli utili, da raggiungere nonostante la rilevante riduzione del personale.

Il Direttivo esprime la preoccupazione che le iniziative individuate dall’Azienda per tale incremento degli utili, tra le quali la cessione dei crediti deteriorati, il taglio dei costi, la crescita dei ricavi e la digitalizzazione, possano comportare pesanti ricadute negative sulle lavoratrici e sui lavoratori del Gruppo.

Il Direttivo rivendica pertanto un forte e costante coinvolgimento e confronto sindacale su tutti i processi di realizzazione del Piano stesso, affinché il più volte ribadito valore delle “persone” nel raggiungimento dei risultati si concretizzi in un adeguato riconoscimento economico e professionale e in un miglioramento delle condizioni di lavoro e di benessere psico-fisico.

Gli ambiziosi obiettivi di redditività del Gruppo impongono una robusta rivendicazione salariale, attraverso la contrattazione del Premio di Piano (nuovo “Lecoip”) e del Premio Variabile di Risultato che, in una logica acquisitiva, riequilibri la distribuzione verso il PVR, riduca le diseguaglianze e aumenti le forme di utilizzo del “conto sociale”. Il Piano prevede lo sviluppo di molteplici sistemi incentivanti, in particolare nei “nuovi mestieri”: questo non può tradursi in un incremento della discrezionalità aziendale ma deve comportare lo spostamento del montante retributivo verso il salario contrattato e un correlato ampliamento del perimetro negoziale.

La digitalizzazione impone di considerare la formazione come un fattore chiave per impedire la marginalizzazione di quote di personale; questi fenomeni devono avvenire con caratteristiche inclusive e aggreganti, in modo da garantire a tutti i medesimi diritti. Questi processi richiedono un mirato confronto sulla formazione, che deve essere resa realmente fruibile in orario di lavoro e garantita a tutti, inclusi i programmi per i “Talenti” e la cosiddetta “Scuola dei Capi”.

L’annunciata semplificazione societaria, se da una parte risponde alle rivendicazioni sindacali di riduzione dei Consigli di Amministrazione e dei loro costi, dall’altra non deve in alcun modo trasformarsi in penalizzazioni per i lavoratori in termini di mobilità professionale e territoriale. Pertanto le specificità professionali espresse vanno salvaguardate e valorizzate e gli insediamenti territoriali di attività non solo vanno difesi ma, anzi, favoriti.

Occorre poi una forte azione sindacale per contrastare le pressioni commerciali che possono ulteriormente aumentare a seguito dell’applicazione del nuovo Piano d’Impresa. Per la Fisac/Cgil l’aumento della redditività non deve essere perseguito attraverso il vecchio schema del taglio dei costi e dell’incremento delle pressioni commerciali, che non incentiverebbero certo il coinvolgimento dei lavoratori nel raggiungimento degli obiettivi.

Infine il Direttivo richiede all’Azienda un vincolo alla responsabilità sociale in tema di appalti, coerentemente alle azioni intraprese sul tema dalla CGIL. 

qui il documento finale del Direttivo

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