Pubblicato il – 12 Aprile 2018


NPL: una ragione di più per non esternalizzare

Nelle scorse settimane si sono svolte in tutta Italia assemblee partecipatissime nei Presidi di Recupero Crediti di ISGS. Le Lavoratrici ed i Lavoratori hanno rappresentato la massima preoccupazione e sconcerto a fronte delle notizie di stampa sulle trattative in corso per cedere la piattaforma di lavorazione degli NPL.

Le assemblee hanno espresso netta contrarietà all’esternalizzazione del comparto, confermando il pieno mandato alle Organizzazioni Sindacali di Gruppo ad intraprendere tutte le iniziative più opportune a tutela delle “Persone” coinvolte.

Nel frattempo, mentre i giornali riportano anche la notizia della “due diligence” finalizzata all’esternalizzazione, e mentre l’Azienda si prepara alla cessione inviando alla clientela lettere di intimazione di pagamento e decadenza dal beneficio del termine, in rete abbiamo rinvenuto una notizia dirompente. Lindorff, che recentemente si è fusa con Intrum Justitia, e gode di agevolazioni a livello europeo, sta licenziando in Spagna per “motivi organizzativi” 449 lavoratori acquisiti da Banesto solo due anni fa.

Lindorff e Intrum Justitia sarebbero i potenziali partner della nuova società per la lavorazione degli NPL, della quale il Gruppo Intesa Sanpaolo dovrebbe detenere solo il 49%.

Quello che sta accadendo ci offre una ragione di più (peraltro ce ne erano già a sufficienza) per ribadire la nostra contrarietà all’esternalizzazione.

Un partner socialmente spregiudicato, che licenzia e al quale dovrebbero essere affidati 26 miliardi di crediti deteriorati è inaccettabile per i lavoratori, per gli azionisti e per il Paese: difficilmente, infatti, sarebbe meno spregiudicato con imprese e famiglie in difficoltà.

Come Sindacato siamo ancora più convinti che proseguire all’interno del Gruppo con l’attività paziente e professionale di recupero dei crediti deteriorati sia la soluzione migliore.

qui il documento in pdf

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