Nell’incontro di ieri abbiamo posto all’azienda alcune questioni riguardanti i colleghi delle ex Banche Venete.
SPESE LEGALI PER PROCEDIMENTI PENALI E AMMINISTRATIVI
Nei giorni scorsi l’azienda ci aveva informato che, per gli accordi intercorsi fra Intesa Sanpaolo e LCA, i procedimenti giudiziari od amministrativi in capo a colleghi delle ex Banche Venete sono a carico di LCA. Visti i tempi della liquidazione da parte di LCA, in quanto la richiesta rimborso viene inserita nelle passività come credito privilegiato, abbiamo dichiarato all’azienda di non condividere questa impostazione. Abbiamo quindi richiesto che Intesa Sanpaolo rimborsi le spese legali ai colleghi a fronte della cessione del credito da parte loro. L’azienda si è riservata di fare un approfondimento e fornirà una risposta.
PROVVIDENZA PER HANDICAP FIGLI EX POPVI
È in corso di pubblicazione la comunicazione aziendale per la richiesta della provvidenza
TRATTAMENTI DI PENDOLARISMO E DISAGIATA DESTINAZIONE
L’azienda ha comunicato che ha completato l’analisi per circa 420 situazioni che manterranno il diritto all’erogazione. Il pagamento sarà ripristinato a partire dal cedolino di marzo con gli arretrati. Sono ancora in esame circa 150 posizioni.
STRAORDINARIO
Abbiamo nuovamente sollecitato la sistemazione del pagamento dei straordinari effettuati durante la migrazione
DISTACCHI
L’azienda ha confermato che le lettere di formalizzazione dei distacchi sono state fornite alle Gestioni del Personale per l’inoltro ai colleghi.
MIGRAZIONI BANCA NUOVA E BANCA APULIA
Il 3 e 4 marzo saranno avviati gli interventi informatici che coinvolgeranno circa 300 peersone. Il 10 e l’11 marzo 400 circa certificatori con 1.100 persone coinvolte (DSI e Sec). Il 7 e l’8 aprile 700 persone per test, 400 affiancatori e 1.100 persone coinvolte (DSI e Sec). E’ ancora in fase di definizione la task force per migrazione del 7 e 8 aprile.
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Invece di occuparsi dei colleghi ex banche Venete (che mi sembrano in grado di gestirsi benissimo) mi piacerebbe che il mio sindacato seguisse da vicino come la Banca sta gestendo gli esodi – non c’è nessuna trasparenza e tanta discrezionalità come abbiamo toccato con mano nella prima data di uscita
I colleghi ex Venete sono, come la stragrande maggioranza di noi, ex qualcosa: ex San Paolo, ex Comit, ex Banco di Napoli, ex CR Firenze, ex IBI e così via per almeno 50 aziende se non di più. Ognuno con la sua storia, le sue stanchezze, le sue aspirazioni, le sue necessità. Il sindacato si occupa di tutti, qualli che arrivano, quelli che possono andarsene e quelli (e sono la stragrande maggioranza) che restano. A ciascuno dedichiamo la stessa attenzione e cerchiamo di affrontare i problemi di tutti. I comunicati, le risposte, gli interventi locali e sul campo per la gestione degli esodi sono decisamente superiori in percentuale al numero di colleghi che potranno usufruire di questa opportunità. La questione della discrezionalità aziendale è stata affrontate in vari dibattiti e – più importante – sul campo. Se ci sono questioni individuali che devono ancora essere gestite, ti consigliamo di coinvolgere le strutture sindacali locali per poterle affrontare al meglio.
Ancora nessuna news in merito alle valutazioni aziendali sui “famosi” Patti di stabilità rescissi unilateralmente?
Grazie in anticipo.
buongiorno, grazie per l’ aggiornamento.
non compare nulla però sull’ altro punto da voi giustamente evidenziato nel comunicato riguardante la violazione degli accordi di armonizzazione, ovvero i patti di stabilità. cosa potete dirci in merito? grazie
La verifica aziendale prenderà parecchio tempo. E’ in corso la valutazione individuale di alcune migliaia di posizioni con caratteristiche completamente diversificate. Il vaglio è di natura sia legale che commerciale. Abbiamo sollecitato l’azienda e appena ci saranno novità le comunicheremo.
grazie per la risposta.
sinceramente conosco molto bene la tipologia di tali contratti in una delle due banche venete e vi garantisco che erano tutti standardizzati:
azienda si obbligava ( si, era scritto cosi! ) a pagare x euro fino a data stabilita in cambio dipendente avrebbe dato 12 mesi preavviso in caso di dimissioni e nessuno poteva uscire prima della scadenza da tale accordo a meno di liquidare il tutto con soldi.
quindi gia questo macroblocco è smarcato e direi che quasi il 40% dei contratti è vagliato.
inoltre mi viene un dubbio : ma è giusto che l’ azienda decida di non rispettare unilateralmente un accordo, si prende mesi per controllare e poi eventualmente come nulla fosse riprende a rispettare un accordo?
parliamo di persone, di famiglie… non di oggetti!
se i lavoratori non andassero a lavoro per mesi ignorando il contratto di lavoro, col cavolo che poi tornano come se nulla fosse al loro posto di lavoro.
non è un comportamento corretto, per non usare altre parole….
1) è da giungo 17 ( se non prima…) che hanno accesso ai contratti dei dipendenti–> hanno avuto tutto il tempo
2) hanno ancora un “dubbio” ? bene…. intanto rispetti gli accordi e paghi e poi si vede….
perche non dimentichiamoci che NON stanno rispettando un accordo scritto, con tutte le conseguenze del caso.
Se un cliente in filiale smettesse di pagare il dovuto col cavolo che sarebbero cosi permissivi!!!!!
scusate lo sfogo… ma qui si parla della vita delle persone!
Fintanto che l’Azienda si prende tutto il tempo che le occorre per le verifiche, se un dipendente nel frattempo volesse licenziarsi, andrà in contro alle penali dell’Accordo se questo venisse tragicomicamente riconfermato dopo la presentazione delle dimissioni?
Come si dice, a pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca…
Grazie in anticipo.
Non crediamo che sia utile un’analisi “accademica” su un tale aspetto specifico. Se qualche collega si trova realmente in tali condizioni ci contatti “privatamente” e affronteremo nel concreto la sua situazione.
Non si tratta di analisi “accademica” di un aspetto specifico, bensì dello stato attuale delle cose… La mancanza ad oggi di una presa di posizione chiara, da parte di entrambe le Parti, sembra confermare i nostri dubbi.
Davvero senza polemica, ma affrontare un caso specifico in linea teorica è fare accademia. Lo è per definizione. Invece, per quanto riguarda le questioni generali, la nostra presa di posizione è assolutamente chiara, esplicita, pubblica ed espressa in forma scritta. L’azienda può prendersi i suoi tempi (anche perché non c’è uno strumento legale per impedirglielo), ma alla fine (in tempi comunque “ragionevoli”) dovrà rispettare le regole e gli impegni legali che ha necessariamente assunto nel momento dell’acquisizione delle ex Venete. E su questo non c’è alcun dubbio, anche perchè si tratta di impegni contrattuali individuali che non sono assolutamente nella disponibilità sindacale, come abbiamo già ribadito in più occasioni, a incominciare da quando abbiamo smentito l’azienda che voleva far discendere le scue scelte da accordi collettivi che in nessun modo facevano riferimento (né avrebbero potuto) a questo argomento.
parlo davvero senza polemica, ma sto cercando di capire perché l azienda può prendersi i suoi tempi e nel frattempo non rispettare un accordo scritto. allora nel frattempo noi dovremo come minimo essere esentati dal pagare ad esempio la rata del mutuo, e invece sono già due mesi che il patto non viene rispettato ma io devo pagare tutto.
non fraintendetemi, ma se c e un accordo scritto e lo stanno infrangendo non è tutto ok. Giocano sul fatto che la loro posizione è dominante rispetto alla nostra. Ma stanno infrangendo un accordo scritto. Cosa accadrebbe se domani mettessi il conto corrente su cui ho il mutuo in condizioni di non essere piu capiente: l azienda sarebbe comprensiva come chiedono a noi di esserlo? Oppure se chiedessi di controllare il contratto di mutuo e nel frattempo non pago le rate fino a quando ho finito di controllare?
davvero, non voglio essere polemico, ma come avete scritto gli accordi devono rispettarli SUBITO perché non esiste un tempo ragionevole entro cui rispettare un accordo e che permetta nel frattempo di non rispettarlo.
E hanno già saltato due pagamenti.
Non è tutto OK. Tutt’altro. Ma la ragiovevolezza dei tempi è un concetto giuridico, pur nella sua indefinitezza. Nessun avvocato aprirebbe una causa a fronte di una verifica in corso anche nel caso in cui si protragga per alcuni mesi. Non è una questione di rapporti di forza (le cause di lavoro esistono e – se argomentate e documentate – vanno anche a buon fine), ma di ragionevolezza nei tempi. Per restare al tuo esempio, la morosità in caso di muto è stata fissata dal 2016 in 18 rate mensili, proprio per definire in modo certo un criterio di regionevolezza su una questione di grande rilevanza sociale. Nel caso di specie alcuni mesi di verifica di migliaia di posizioni individuali non sono legalmente un periodo “irragionevole”.
no, non è la stessa cosa: se io salto una rata del mutuo non la passo liscia…. scatta la segnalazione alla Centrale Rischi Finanziari (CRIF) come “soggetto economicamente non affidabile”. La segnalazione al CRIF comporta la comparsa del nome del soggetto inadempiente, per 36 mesi dalla data dell’ultimo insoluto, nella “lista nera” della Centrale Rischi e, la cancellazione dall’elenco sarà possibile a condizione di pagare (e dimostrare di aver pagato) il dovuto, ma si dovrà percorrere un iter lungo e complesso.
Quindi se io non rispetto un accordo giustamente ho delle complicazioni… l’ azienda invece non mi pare proprio stia avendo problemi a riguardo….. che complicazioni avranno a seguito del danno economico che stanno creando ai lavoratori?
e non dimentichiamoci che sul discorso legale il fatto che non paghino fa scattare da subito il “fail” da parte loro con obbligo di liquidare la cifra restante del contratto… e giocano sul fatto che il dipendente non lo farà…
quindi no, scusatemi, su questo non posso essere concorde con voi.
hanno avuto 7 mesi per controllare, e possono farlo ancora, ma rispettando nel frattempo il contratto.
L’esempio (come tutti gli esempi) è per sua natura imperfetto nelle questioni specifiche proprie (le ovvie differenze tra contratti di natura commerciale e quelli di diritto del lavoro, ad esempio), ma può servire a chiarire alcuni aspetti generali (il concetto di “ragionevolezza” in giurisprudenza, ad esempio). Nulla di più e nulla di meno. E alla fine, qui non è questione di concordare o meno tra noi, ma di trovare un legale che ritenga percorribile una causa (unico strumento di tutela per la violazione di diritti individuali non discendenti da contrattazione collettiva) a veriche in corso e dopo due mesi di sospensione del pagamento. Secondo noi tale eventualità non è al momento percorribile.
Fra i trattamenti di pendolarismo /disagiata destinazione sarà garantito l’assegno in busta paga del collega che veniva definito “indennità temporanea”? Purtroppo in bancapulia si utilizzavano le denominazioni più varie, perfino “rimborso km esente”, ma tutti volevano indennizzare il pendolarismo. Speriamo vengano mantenuti…
Purtroppo proprio la fantasiosa varietà di denominazioni di queste indennità (nonché l’altrettanto varia “causalità”, sia normativa che di fatto, che ne è alla base) sta rendendo necessaria un’analisi individuale di tutte queste situazioni, per ricondurle alle fattispecie contrattuali previste. Cone specificato nella news, con la busta paga di marzo ci sarà il primo esito di questo lavoro di analisi. Rifacciamo un punto dopo tale busta paga.
Purtroppo neanche in busta paga di marzo sono state liquidate le indennità di pendolarismo /disagiata destinazione, abbiamo aggiornamenti in merito alle posizioni in esame? È previsto il pagamento ad aprile? Complimenti x le sempre efficaci risposte!
L’azienda sta completando in qs giorni l’analisi di circa 150 posizioni di indennità disagiata/pendolarismo per poter permettere la liquidazione nel cedolino di aprile, con gli arretrati dei mesi scorsi.