La settimana scorsa abbiamo unitariamente denunciato gli inammissibili ritardi nell’applicazione dell’accordo sui Ruoli professionali e contestato la mancanza di chiarezza della policy aziendale sul Premio Variabile di Risultato e le scelte adottate dall’Azienda per il raggiungimento della quota di eccellenza.
Nell’incontro di oggi l’Azienda ci ha relazionato in merito all’avanzamento lavori per l’applicazione del Contratto di Secondo Livello.
Tra le altre questioni:
- Ruoli professionali
- PVR 2015
- Conciliazione tempi di vita e di lavoro
- Fondo pensioni unico
- Politiche commerciali
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che significa “complessità dei portafogli”?. Atteso che l’assegnazione ai gestori dei portafogli non è per niente rispettata nelle Filiali.
Per far un esempio su 10 pratiche di mutuo gestite, se va bene è possibile che sola una rientri nel proprio portafoglio clienti e le altre, per motivi di budget, fatte rientrare in altri portafogli, etc.
come si fa a gestire questi aspetti?
La complessità dei singoli portafogli viene definita sulla base del numero dei clienti e del loro “peso”. Avevamo fornito i dettagli in una scheda di approfondiment oche trovi qui: http://www.fisac.net/wpgisp/wp-content/uploads/2015/10/ruoli.pdf.
La questione dei mutui si trascina da lungo tempo. Nel modello teorico, ciascun gestore dovrebbe provvedere alla gestione dei mutui della propria clientela e non dovrebbe esserci uno “specialista” che si occupa di tutti i mutui della filiale. Nella realtà dei fatti in molti casi continua a presistere (in modo più o meno clandestino, ma comunque al di fuori delle previsioni organizzative) lo specialista mutui. La gestione concreta di questo aspetto, proprio perchè di tratta nei fatti di una distorsione applicativa, deve essere affrontata concretamente caso per caso rivolgendosi ai propri sindacalisti di riferimento presenti sul proprio territorio.
Per la verità le distorsioni rispetto al “Modello organizzativo” sono diverse e, ritengo, generalizzate nelle Filiali anche in relazione ad una non efficace gestione della formazione del personale ed inadeguatezza delle risorse nelle strutture periferiche.
Ovviamente si. Le cause delle distorsioni organizzative sono sempre molteplici e sarebbe semplicistico e proprio sbagliato imputarle solo ad alcune di esse. A mio parere le cause principali sono: la distanza strutturale tra i modelli teorici e la loro concreta applicabilità nella realtà quotidiana; la propensione di chi si occupa di pianificazione a sovrastimare le reali ricadute positive dei processi di efficientamento e a sottostimarne le ricadute negative; la scarsa conoscenza dei modelli da parte di chi è chiamato a farli applicare; la scarsa condivisione dei modelli da parte di chi è chiamato ad applicarli; la naturale resistenza al cambiamento da parte di tutti i soggetti coinvolti; lo scarso investimento in formazione “vera”, ovvero veramente efficace; gli organici strutturalmente sottostimati rispetto alle esigenze reali.