Al Datore di lavoro di Intesa Sanpaolo S.p.A.
Dr. Fabio Rastrelli
Al R.S.P.P. di Intesa Sanpaolo S.p.A.
Arch. Dario Russignaga
Al Medico Coordinatore Intesa Sanpaolo
Dott. Maurizio Coggiola
Oggetto: su rientri colleghe in allattamento e altro
Gli scriventi RLS formalizzano con la presente la più netta contrarietà al ricorso a modifiche delle misure di prevenzione e protezione senza la preventiva consultazione dei RLS e senza aver dato loro tempo e modo per esprimere delle valutazioni compiute in merito.
Abbiamo già ribadito più volte, in varie occasioni, che tale comportamento non è in linea con quanto previsto dal D. Lgs. 81/2008, pertanto richiediamo un netto e duraturo cambio di approccio, ripristinando il corretto metodo di confronto.
Riguardo la recente decisione di far rientrare al lavoro le colleghe in allattamento – a parte il metodo col quale l’azienda ha introdotto il provvedimento, non corretto per le ragioni sopra richiamate-, riteniamo non condivisibile la scelta per le motivazioni già ben esplicitate nelle lettere sul tema già inoltratevi da alcuni RLS, che facciamo complessivamente nostre, condividendo le preoccupazioni già espresse e gli argomenti portati a sostegno delle richieste, e pertanto chiediamo la revoca immediata della decisione presa.
Con l’aggiornamento RLS n.75, da Voi trasmessoci in data odierna, nella sezione “Misure conseguenti” (pag.38) affermate che “lo scenario epidemico evidenzia un andamento per successive onde crescenti”, “nelle ultime tre settimane si è osservato un aumento dei casi e dell’incidenza in tutto il territorio italiano”. A pag. 7 poi indicate l’incidenza settimanale a livello nazionale in 51 casi per 100.000 abitanti rispetto ai 41 casi per 100.000 abitanti della precedente settimana.
Tali dati esprimono correttamente la ripresa della circolazione del virus e sono in realtà ulteriormente peggiorati: ad oggi registriamo 8.569 nuovi casi (+45,1% rispetto a sette giorni fa) con tasso di positività ormai all’1.4% e quattro regioni che si avvicinano al giallo
Non ci è chiara, quindi, la ratio del rientro delle colleghe, considerati gli evidenti rischi e la possibilità di consentire loro la prosecuzione del lavoro in remoto; per analogia, sottolineiamo del resto che l’azienda, opportunamente, consente già di non recarsi al lavoro al personale che assista persone fragili. Per questi ultimi soggetti, riterremmo opportuno anzi introdurre anche la possibilità di estendere tale importante concessione anche a chi assista persone fragili non conviventi.
In ogni caso, il contemporaneo aumento dei rientri in presenza e la riduzione della minima distanza interpersonale da osservare comportano importanti aumenti dell’affollamento nei luoghi di lavoro e un probabile innalzamento del rischio contagio, che consideriamo assolutamente da evitare, vista la fase tutt’altro che tranquillizzante e considerato che non tutti gli ambienti possono essere areati a sufficienza mediante l’integrazione del ricambio d’aria garantito dagli impianti.
Riguardo il numero di persone ammesse negli ambienti di lavoro, chiediamo una accurata verifica che in ogni luogo aperto al pubblico, con particolare riferimento alle tante filiali accorpate e ancora da accorpare, venga rispettato il limite massimo degli accessi previsti a termini di legge. Risulta infatti molto difficile, in mancanza di ingresso esclusivamente per appuntamento, ridurre il numero di clienti e di terzi ammissibili proporzionalmente all’aumentato organico, anche considerato l’accorpamento dei portafogli clienti.
Riteniamo inoltre necessario, considerata la persistenza della pandemia, la proroga dello stato di Emergenza Sanitaria al 31/12/21 ed il numero di contagi comunque elevato, che l’Azienda confermi come minimo la cadenza quindicinale degli incontri fra il Servizio Tutela ed i RLS.
In attesa di riscontro, cordiali saluti.
Milano, 16/11/2021
RLS firmatari di Gruppo Intesa Sanpaolo