TETTO ALLE RETRIBUZIONI – La FISAC, in una conferenza stampa del Segretario Generale Agostino Megale propone «di realizzare unitariamente, non solo nella categoria del credito, il lancio di un disegno di legge di iniziativa popolare, accompagnato dalla raccolta di centinaia di migliaia di firme» e contestualmente sollecita «la presentazione da parte del centrosinistra della legge di iniziativa parlamentare per porre un tetto alle retribuzioni nel rapporto uno a venti, immaginando che in tempi di difficoltà come questo le quote eccedenti di compensi dei top manager possano essere versate – conclude – in un fondo di solidarietà per favorire un piano di occupazione per i giovani».
La notizia è stata ripresa sui principali organi di stampa.
si potrebbe anche tassare una tantum del 20% il 10% delle famiglie più ricche e, diminuire l’indebitamento pubblico: facendo il conto del droghiere il rapporto debito /pil scenderebbe circa a 100.
Si otterrebbero 2 obiettivi:
1 ci libereremmo dagli ordoliberisti “amburghesi”
2 le risorse liberate dagli interessi non pagati, potrebbero essere impiegate per una spesa “qualificata”, sempre se si mettesse ordine in casa nostra.
Bravo ! peccato che chi potrebbe farlo (GOVERNO) è lo stesso “Inciucio” da decenni che vede PD e PDL insieme con l’obbiettivo di fregare i cittadini e non di fare delle riforme. Il TEATRO della politica italiana e i …burattini siamo noi. Come per l’iniziativa dell’articolo,importante e lodevole e sicuramente da fare, ma se chi la caldeggia e la propone fa parte della sinistra che ha detto “nuovamente” SI al Berlusca, è dell’altro FUMO negli occhi dei lavoratori ,perche questo potere mai farà un “tetto” a ciò che guadagna!
Chi lo dice è un sindacalista, che fa il suo lavoro di sindacalista. Ovvero contrattare ciò che è contrattabile (le norme e le condizioni economiche per i lavoratori dipendenti) e esprimere opinioni, richieste, pressioni su ciò che non è contrattabile (ad esempio gli emolumenti del top managemet che, come ovvio e ricordato più volte, sono svincolati da ogni forma di contrattazione con le parti sociali). Per questo (e non per fare finta, per non assumersi responsabilità, anzi) chiede di intervenire a chi ne ha la possibilità (direi il dovere). Ovvero al Parlamento, prima ancora che al Governo, visto che il potere legislativo in Italia è in capo al Parlamento. E in Parlamento gli Italiani hanno collocato i loro rappresentanti, anche introducendo una ricca schiera di “cittadini” estranei al teatrino della politica. Anche se devo dire che, al momento, non mi sembra che tali innovatori e fustigatori di altrui nefandezze, abbiano prodotto risultati così significativi. A parte criticare (magari anche giustamente, ma poi bisogna anche fare) le iniziative altrui e litigare sui propri rimborsi… I problemi dell’Italia sono altri (purtroppo). La nostra è una proposta di legge. L’unica soluzione concreta e possibile (se verrà approvata) allo scandalo delle retribuzioni dei manager. Il fumo negli occhi in questo caso non ci può proprio essere imputato…