Leggiamo sulla stampa da alcuni giorni notizie sul futuro Piano Industriale, che riteniamo diverse da quanto dichiarato sinora dall’Azienda sulla centralità delle persone.
Un comunicato stampa della Banca del 10 gennaio cita testualmente che il Gruppo sta considerando “opzioni strategiche nell’attività di servicing di crediti deteriorati, comprendenti una cessione di un portafoglio crediti in sofferenza del Gruppo”.
La stampa è più esplicita e parla di cessione della piattaforma di recupero crediti, coinvolgendo quindi anche i lavoratori.
Questo è l’interrogativo che assilla i colleghi del Recupero Crediti, ma di riflesso tutti i colleghi del Gruppo.
Ricordiamo all’Azienda che la struttura del Recupero Crediti ha finora assicurato un rilevante contributo ai risultati economici del piano industriale, lavorando con elevata professionalità ed efficienza. Gli stessi analisti affermano che si tratta della Top performer a livello di settore.
Riteniamo che all’interno dell’Azienda esistano le condizioni e le professionalità per non svendere una possibile fonte di reddito, ma anzi per sfruttarla con efficacia: deve continuare a sussistere un centro di eccellenza che ha prodotto ottimi risultati.
Siamo altresì convinti che la lavorazione paziente, all’interno, possa continuare nel tempo ad assicurare margini di guadagno per l’Azienda e un efficiente servizio alla clientela.
Inoltre esprimiamo forte preoccupazione sulla continua contrazione delle Rete.
Riteniamo il presidio delle filiali sul territorio uno strumento fondamentale che non può venire meno in questa fase di debole ripresa economica del Paese.
Nella stessa ottica, le attività e le diverse strutture devono essere distribuite su tutto il territorio nazionale, valorizzando le professionalità già oggi presenti attraverso la creazione di centri di eccellenza.
Chiediamo quindi che le scelte che verranno fatte nei prossimi giorni siano coerenti rispetto alle politiche di inclusione e valorizzazione delle persone fin qui adottate nel Gruppo e ripetutamente dichiarati dal Ceo Messina.
Le esternalizzazioni non lo sono!
Click qui per il comunicato unitario in pdf
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In tema di cessione degli NPL:
– Cedere gli NPL, a detta di Visco – che se è ancora lì ci sarà pure una ragione – è un danno patrimoniale; si riesce a vendere ad un prezzo di mercato non superiore al 15-20% quando le banche, con l’attività di recupero in proprio, vanno ben oltre il 45%;
– Cedere gli NPL, a detta di Messina, è un danno perché oggi gli NPL “si vendono a costo zero”; in altre parole cedere significa aprire una voragine in termini di patrimonializzazione;
– Cedere gli NPL, d’altro canto, ma solo per chi vuole prendersi in giro da solo, è anch’essa una soluzione all’obiettivo strategico di “ridurre gli NPL”. Anche se sarebbe come dire che se non vuoi più andare in giro con la tua vecchia auto e non puoi comprartene un’altra … vendi la tua vecchia auto. E chi se ne frega se il risultato vero è che rimani a piedi.