La partenza del NWOW al Polo Tecnologico di Moncalieri sta suscitando dubbi e preoccupazioni.
Il fatto che a precisa richiesta sindacale l’azienda abbia smentito la riduzione del 60% delle postazioni disponibili per i colleghi non è un bel segnale.
Lo sviluppo del progetto di “ristrutturazione” del Polo tecnologico di Moncalieri, dopo l’avvenuta presentazione del progetto relativo al palazzo di Bisceglie durante “l’I’m Tech | Save the date” del 9/7 scorso non lascia alcun dubbio che le postazioni disponibili alla fine del processo di riorganizzazione dell’immobile saranno una percentuale molto ridotta rispetto a quelle attuali e questo, date le esperienze già vissute su altri palazzi, non ci lascia tranquilli. Anche perché, sul Polo Tecnologico di Moncalieri, a fronte di nostre esplicite domande, non sono state date risposte esaustive o rassicuranti.
A questo proposito vogliamo precisare in modo chiaro e netto due cose.
- L’ampliamento dello Smart Working è di per sé un fatto positivo che ci vede del tutto favorevoli, ma vogliamo ricordare che normativamente:
- È assolutamente volontario su base individuale
- La sua fruizione – per chi decide di avvalersene – avviene nei tempi, nei modi e nelle quantità per libera scelta del singolo collega e non sulla base di una pianificazione imposta.
- In nessun caso e per nessuna ragione si potrà impedire a un collega di effettuare la propria prestazione lavorativa in presenza ogni volta che lo desideri. Al collega che intende lavorare in presenza deve essere garantita in ogni momento una postazione lavorativa adeguata e rispettosa di tutti i requisiti previsti dalle norme in materia di sicurezza sul lavoro ed ergonomia.
Vogliamo preavvisare l’azienda e rassicurare tutti i colleghi che garantiremo il rispetto sia delle norme generali, sia degli accordi e i diritti individuali che ne discendono.
Moncalieri, 18 luglio 2024
RSA Polo Tecnologico Moncalieri
La partenza del NWOW al Polo Tecnologico di Moncalieri sta suscitando dubbi e preoccupazioni
in merito al secondo punto “in nessun caso e per nessuna ragione…..” questo dovrebbe essere valido anche per le filiali in cui i colleghi non hanno postazione ma vagano tra postazioni degli assenti, in cui ci sono postazioni non adeguate comprese quelle in accoglienza
Certo, la questione della postazione di lavoro vale per tutti i colleghi e tutti gli uffici / filiali. Ovviamente con la precisazione che ogni collega deve avere a disposzione una postazione adeguata, non necessariamente la sua specifica postazione. Occupare le postazioni via via “libere” per assenze, fa parte del meccanismo legittino di assegnazione delle postazioni.
Fondamentale in questo il discorso dell’adeguatezza. Se le postazioni assegnate non sono adeguate, occorre far intevenire il proprio sindacalista ed eventualmente gli RLS.
“Il fatto che a precisa richiesta sindacale l’azienda abbia smentito la riduzione del 60% delle postazioni disponibili per i colleghi non è un bel segnale”
Quindi quanti posti rimarrebbero alla fine?
In ogni caso con l’hot desking diventa impossibile lavorare di persona in gruppo: possiamo anche accordarci tra colleghi di andare in sede tutti lo stesso giorno, ma poi come facciamo ad essere seduti vicini?
Facendo attività di supporto è utile poter comunicare al volo di persona in gruppo, chi pensa a questi risparmi non tiene conto delle specificità di ogni attività: es. tanti di noi hanno un doppio monitor sulla scrivania, nei nostri uffici abbiamo i monitor da 40″ che proiettano dati di monitoraggio, come verranno gestite queste situazioni?
Personalmente ho già fatto hot desking in una precedente esperienza lavorativa: dover arrivare ogni mattina, sistemare le proprie cose e poi la sera dover sbaraccare tutto è frustrante.
Se poi devo andare a lavoro e parlare solo via Teams ai miei colleghi seduti altrove in sede o evitare di parlare ad alta voce per disturbare chi è vicino a me e che magari fa tutt’altro lavoro tanto vale che sto a casa…
Al mopmento non sono stati forniti numeri assolut io percntuali precisi.
Come tutte le questioni organizzative, lo SW presenta sia vantaggi che criticità. Alcuni di questi sono oggettivi, altri soggettivi. Una soluzione univoca che accontenti al 100% le esigenze di tutti non è praticabile: spesso queste esigenze non sono sovrapponibili e talvolta addirittura contrastanti.
L’obiettivo del Sindacato è quello di garantire la vera volontarietà del ricorso allo SW e quindi che sia sempre e realmente disponibile una postazione di lavoro presso la propria sede di lavoro o un Hub non più scomodo della propria sede. Questo obiettivo è ralistico e ci sentiamo di poterlo garantire, anche con interventi specifici a fronte di violazioni di queste condizioni. Certamente è più diffcicile immaginare di entrare nel merito – in via generale – delle speifiche modalità opeative e organizzative. Su questi aspetti può essere più produttivo confrontarsi con le proprie rappresentanze sindacali locali per cercare le possibili soluzioni gestionali.
Non si sta parlando di smart working, ma di hot desking, che è conveniente solo per l’azienda.
Per i dipendenti ci sono ZERO vantaggi nel doversi prenotare un posto diverso ogni giorno che si vuole (deve) lavorare in sede.
I giorni di SW disponibili per i colleghi CDAITO sono oggettivamente 140 annui senza alcun dubbio. La loro fruizione è volontaria, ma è certa e garantita per chi la desidera, e rappresenta oltre il 50% delle giornate lavorative effettive annue (che al netto delle ferie ammonta a 220 giornate annue).
Si può sempre fare di più e meglio, ma per migliorare la realtà bisogna partire appunto dalla realtà e non da affermazioni non sostenute dai fatti.
Se ci sonoi problemi specifici nell’applicazione delle regole (che tali sono e restano), bisogna partire dal coinvolgimento delle rappresentanze sindacali locali.
Probabilmente mi sono spiegato male e me ne scuso.
Non stavo mettendo in dubbio lo smart working, i giorni a disposizione e la sua applicazione.
Il focus del mio messaggio precedente (e di quello prima ancora) è sulla ristrutturazione del CCM, dove sembra che rimarranno meno posti rispetto ai dipendenti che hanno il CCM come sede di lavoro e da questo evento la necessità in futuro di prenotarsi il posto a sedere nei giorni in sede come al NCD, pratica conosciuta come hot desking.
Sull’hot desking, secondo me, non ci sono vantaggi per i dipendenti ma solo per l’azienda.
Scusa non ci eravamo capiti.
Chiarito l’equivoco, non possiamo che ribadire quanto detto sopra: sindacalmente possiamo solo garantire che l’azienda metta a disposizione un numero congruo (per quantità e qualità) di postazioni di lavoro tali per cui tutti i colleghi possano svolgere il loro lavoro in presenza, quando lo desiderano. L’azienda ha il diritto di ridurre il numero di postazioni fisse, ragionando statisticamente sulle assenze dei colleghi per ferie, malattie, maternità, paternità, permessi vari, SW e lavoro in Hub: la riduzione delle postazioni (e dei correlati costi fissi) è una delle convenienze sula base delle quali si può raggiungere un accordo sullo SW, che presenta altre convenienze per i colleghi che decidono di avvalersene. L’hot desking non è un vantaggio per i colleghi: lo è per l’azienda ed è una delle partite di scambio su cui si costruiscono gli accordi sullo SW.
Ovviamente sempre basati sulla volontarietà individuale effettiva e sulla garanzia di postazioni sufficienti, sia pure su base statistica. Se la base statistica dovesse risultare errata e quindi le postazioni concretamente insufficienti, come già detto occorrerà intervenire tramite il coinvolgimento delle rappresentanze sindacali locali.