Oggi abbiamo incontrato il COO Dott. Strano che, nell’ambito delle positive relazioni sindacali nel Gruppo, ha puntualmente illustrato i dati relativi all’esercizio 2018.
I risultati ottenuti sono in linea con le previsioni del Piano d’Impresa, nonostante l’andamento molto sfavorevole dei mercati che si è registrato nella seconda metà dell’anno.
L’utile d’esercizio è stato realizzato con ricavi sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente e con un governo dei costi che non ha comunque comportato un taglio degli investimenti. Il de-risking attuato ha già raggiunto oggi obiettivi migliori rispetto alla previsione del Piano stesso.
Il COO ha sottolineato che il difficile andamento dei dati economici e dei mercati finanziari ha avuto impatti differenziati sui risultati delle diverse Divisioni del Gruppo. Abbiamo evidenziato la centralità di tutte le persone che operano nel Gruppo e la necessità di un riconoscimento economico adeguato allo sforzo prodotto che ha consentito il raggiungimento di un utile netto di oltre 4 miliardi di euro.
L’Azienda ha rappresentato che le stesse criticità economiche continueranno a manifestarsi nel primo semestre del 2019, mentre confida in un recupero nel secondo semestre. Ritiene quindi importante proseguire con un puntuale governo dei costi.
In merito alle uscite volontarie di personale nel Fondo di Solidarietà, abbiamo chiesto di verificare l’impatto del decreto in materia pensionistica in modo da riconoscere pari opportunità di uscita a coloro che hanno i medesimi requisiti maturati entro il 31/12/2023. L’Azienda ha dichiarato la propria disponibilità ad una verifica di compatibilità economica non appena sia chiaro e definito il quadro normativo.
Abbiamo inoltre reiterato la richiesta di procedere alle assunzioni rivenienti dagli accordi sottoscritti, in particolare nelle aree disagiate del Paese.
Infine abbiamo ribadito la centralità della formazione, che deve essere pienamente fruibile, come elemento fondamentale di sviluppo delle competenze e conoscenze del personale e capacità manageriali dei capi, nonché l’attenzione al benessere lavorativo e al superamento delle pressioni commerciali che risultano eccessive in molte realtà.
Milano, 12 febbraio 2019
Delegazioni Trattanti Gruppo Intesa Sanpaolo
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA -UNISIN
CLICK QUI PER IL VOLANTINO IN FORMATO PDF
Si potrebbe meglio chiarire quanto riportato, e cioe:
“In merito alle uscite volontarie di personale nel Fondo di Solidarietà, abbiamo chiesto di verificare l’impatto del decreto in materia pensionistica in modo da riconoscere pari opportunità di uscita a coloro che hanno i medesimi requisiti maturati entro il 31/12/2023. L’Azienda ha dichiarato la propria disponibilità ad una verifica di compatibilità economica non appena sia chiaro e definito il quadro normativo.”
Posto che l’ultimo scaglione utile e previsto per le uscite volontarie e’ stato fissato al 30/06/2019, in presenza della nuova “finestra” normativa “quota 100” ci potrebbero essere delle modifiche agli scaglioni a venire ? Nel senso che le future scadenze potrebbero essere oggetto di anticipazioni di uscita ?
E che si intende per “L’Azienda ha dichiarato la propria disponibilità ad una verifica di compatibilità economica non appena sia chiaro e definito il quadro normativo”. ? Il quadro normativo ormai e’ definito, credo.
Grazie.
Purtroppo il quadro non è assolutamente definito. E’ definito che quota 100 non è applicabile in alcun modo alle persone che sonoe inserite in qualsiasi fondo di accompagnamento alla pensione che non siano specifici nuovi accordi di ricambio generazionale che prevedano assunzioni in rapporto 1 a 1 con le uscite. Non è invece definita l’applicazione o meno della “sterilizzazione” delle aspettatite di vita (sostituite dalle finestre mobili) per i lavoratori che sono inseriti nei fondi di accompagnamento alla pensione. A questo proposito il decreto non specifica nulla, e l’unica fonte che tratta questo argomento è una circolare INPS che esclude i lavoratori nei fondi anche da questa “sterilizazione”. Le aziende che hanno attivato fondi, e la nostra tra queste, stanno contestando questa interpretazione, ma la definizione di questo contenzioso ovviamente non sarà breve.
Non capisco. Non capisco come mai, in contesti esterni, non si perda occasione di magnificare la qualità delle risorse (chiamarli dipendenti, o personale, fa “Strano”?), e poi, all’interno, si sprechino energie per spiegare che sì, il piano industriale è rispettato, ma per merito di altri, che contrastano i mercati….. Non è giusto. Naturalmente i meritevoli devono emergere, ma le formule escogitate per la premialità tendono a penalizzare coloro che ogni giorno, a capofitto, affondano le mani nella marea che li avvolge, in favore di pochi che, invece, lungi dal considerare ogni cliente un pezzo unico, da trattare con attenzione, passano la più parte del loro tempo a soddisfare ciò che in quel momento è richiesto (anche se magari fa poco reddito…), e che massimizza la visibilità. Non è giusto. Chi fa il 90% non può avere la stessa dignità di chi fa il 50%, come pure chi fa l’89% non può essere totalmente ignorato.
La Formazione deve essere coerente alle proffesionalità per cui ci hanno assunti e per il la voro che per 35 anni abbiamo fatto. Ma quando la finiranno di far giare le persone come trottole impazzite.
Infatti è quota 100 fino a mezzogiorno! se la matematica non è un opinione 62 + 40 = 102, con penalizzazione del 25 % , almeno paare , perché anche qui non c’è chiarezza… forse si vergognano?
se non è definita l’applicazione o meno della “sterilizzazione” delle aspettative di vita (sostituite dalle finestre mobili) per i lavoratori che sono inseriti nei fondi di accompagnamento alla pensione, gli esodati devono intendere che dovranno andare in pensione ancora con le finestre previste dalla Fornero? Mi sembra piuttosto strano che l’Inps emetta una circolare che deroghi o modifichi i principi del decreto. I lavori prepensionati, in ogni caso dovranno essere messi al corrente di quale sara’ la loro finestra di uscita, in quanto dovranno prima di tale data fare domanda di pensione.
Sembra strano a tutti che siano le circolari INPS a definire le regole (sia pur applicative) per i pensionamenti. Eppure non è la prima volta che accade. Certamente i colleghi in esodo dovranno essere coinvolti passo sull’evoluzione della vicenda, fatto alvo che – a oggi – l’unico documento ufficiale sulla questione “aspettativa di vita” collegata agli “esodi” è la circolare INPS che esclude tale sterilizzazione.
certo che ormai in Italia dovremmo essere abituati che non esiste più la certezza di diritto soprattutto quando ci si riferisce agli accordi……………… ad ottobre 2017 ho fatto domanda per l’esodo volontario e sulla base di quell’accordo, ratificato a dicembre 2017 con l’inserimento delle ulteriore finestre del 31.12.2019 e 30 giugno 20120 in seguito all’accoglimento di tutte le domande, sulla base della finestra della pensione anticipata, mi sono fatto fare il calcolo dell’assegno che avrei percepito. Premesso che essere ancora al lavoro non è una “mia scelta” ma diciamo un’esigenza dell’Azienda che ancora non mi ha collocato nel fondo con la conseguenza che ora vedrei applicata una finestra anticipata con un ulteriore abbattimento della remunerazione dell’assegno grazie a minor contributi versati dall’azienda e minor contributi liquidati dall’azienda per quanto dovuto al fondo pensione (doppio risparmio aziendale). Inoltre si sente che state trattando per allargare la platea, ma non dovrebbe essere frutto di un nuovo eventuale accordo. Come al solito ci si fa grandi sulle spalle dei “risparmi” dei lavoratori in presenza di chi agli azionisti liquida miliardi di euro. Non mi si venga a dire che posso rinunciare ad entrare nel fondo, vorrei solo che il sindacato, si battesse per far rispettare gli accordi presi e non per metterli sempre in discussione e penalizzando i lavoratori………………………………………………..
Come ovvio le variazioni della legge previdenziali non sono sono nella disponibilità della contrattazione sindacale, ma dipendono dall’approvazione del Parlamento. In questo contesto gli accordi di esodo non possono che recepire le variazioni, con le negoziate salvaguardie nel caso si vengano a determinare periodi “scoperti”, ovvero allungamento dell’uscita pensionistica rispetto a quanto previsto nel momento dell’ingresso nel fondo. Rispetto all’attuale “riforma”, mentre è certo che non sarà applicabile quota 100, non vi sono ancora certezze sulla sterilizzazione della speranza di vita e sua sostituzione con finestra mobile che “anticiperebbe” l’uscita pensionistica di due mesi. In tale contesto non si configurano possibili interventi negoziali per “allontanare” il diritto pensionistico. Resta comunque garantita la possibilità di non adesione individuale, qualora si ritenga che il “danno” derivante dal pensionamento anticipato di due mesi rispetto all’attuale normativa (e la correlata mancata contribuzione per 5 mesi) non renda conveniente la propria adesione al fondo.
Abbiamo pubblicato un nuovo – ma sempre provvisorio – approfondimento in materia. Lo trovate qui.