Nell’era in cui domina il “mantra” della produttività, le Aziende si distinguono per la capacità di sviluppare un’organizzazione del lavoro in cui gli obiettivi fissati siano raggiungibili e le risorse vengano gestite in modo efficiente. Il cosiddetto “Capitale Umano” riveste un ruolo determinante nel processo produttivo e per essere efficace, oltre a tutto il resto, ha bisogno di poter conciliare la propria vita al di fuori del lavoro con il lavoro e di fruire di un meritato riposo. Sembra, invece, che quest’anno, più di altri, forse per l’ansia determinata dal nuovo piano industriale, dalla preannunciata scalata degli 8.000 e dalla programmata uscita di parecchi “sherpa” per esodo, il NON SENSO stia prendendo il sopravvento e il campo di battaglia in cui si scatena, per ora, è la pianificazione delle ferie, ma, ne siamo certi, ce lo dicono le anticipazioni di stampa, non siamo che all’inizio di una nuova “impresa”. Le ferie sono un diritto, ma anche un obbligo, per effetto della stringente normativa interna che ne definisce la fruizione nell’arco dell’anno di maturazione, quindi vanno pianificate e fruite, e, se è vero che la pianificazione deve essere coerente con le esigenze tecniche, organizzative e produttive dell’impresa, è chiaro che bisogna applicare con la regola anche il buonsenso.