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Megale-intervista-Diario-del-Lavoro-697x329Non ci sono troppi lavoratori bancari semmai ci sono troppi giovani disoccupati. Avremmo preferito ascoltare dalle parole del Presidente del Consiglio una preoccupazione per i posti di lavoro che mancano e che non si riesce a creare, piuttosto che una previsione su quelli che nel prossimo futuro verranno meno ai bancari.
Avremmo anche preferito sentirgli raccontare delle opportunità di un lavoro buono, stabile e ben retribuito che si stanno costruendo per i nostri giovani, anziché vederlo sorridere nel liquidare con una battuta il fatto che “non sentiremo più la zia dire: “Vai a lavorare in banca, che ti sistemi!””
È paradossale che il Presidente del Consiglio, anziché accettare il confronto propostogli quasi tre mesi fa da queste Organizzazioni Sindacali per riformare insieme il sistema bancario e renderlo più prossimo agli interessi del Paese, si compiaccia nell’annunciare che trecentomila posti di lavoro dovranno diminuire e comunque essere di peggiore qualità rispetto al passato, quasi a voler cavalcare mediaticamente la “caccia al bancario” iniziata da qualche mese e portata avanti, anche da tanta parte della politica, per cercare di addossare ai lavoratori le responsabilità di guasti evidentemente attribuibili ad altri.

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