Pasqua è voce del verbo ebraico ‘pèsah’, passare. Non è festa per residenti, ma per migratori che si affrettano al viaggio. Allora sia Pasqua piena per voi che fabbricate passaggi dove ci sono muri e sbarramenti, per voi apertori di brecce, saltatori di ostacoli, corrieri a ogni costo, atleti della parola pace.
Erri De Luca
Buona Pasqua!
“Ho subito creduto alle donne che volavano fuori dal giardino e non mi vedevano. Sarei potuta andare a vedere. Ma vedere è meno di sapere e io sapevo. Le voci forsennate del Calvario si sono mutate in canti di uccelli e a stormi sono passati silenziosi, le grida sfinite di rancore. Poi finalmente hanno potuto dire. È diventata un’unica storia raccontata da tutte le voci che l’avevano vissuta, tramandata, interpretata, un poco dimenticata, poi ritrovata, amata, difesa, con armi proprie o crudeli e poi disseminata e silenti come dentro giare sepolte i semi hanno riposato per poi essere scoperti e ritrovati e poi ancora seminati, dove sono nati dove invece no, ma quel poco bastava perché non tutto andasse perduto.” (Lei – Mariapia Veladiano)