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All’interno della Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti, troviamo questa affermazione:

“Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se stesse evidenti: che tutti gli uomini sono stati creati uguali, che essi sono stati dotati dal loro Creatore di alcuni Diritti inalienabili, che fra questi sono la Vita, la Libertà e la ricerca della Felicità”.

Inalienabili e quindi indisponibili per chiunque a parte il soggetto che ne è titolare, dove quindi nessuno può o deve entrare.

Com’è possibile allora che quest’azienda, questo gruppo, osi proporci e proporsi come luogo della felicità? Come osa intervenire nella nostra sensibilità, nella parte più intima della nostra personalità? Come osa essere cosi “totalizzante” da condizionarci anche nella parte più privata della nostra vita, quando già così spesso ci aliena, ci “estranea”, gli uni agli altri nel quotidiano “lavorato”, allorquando – appena si timbra – cala su di noi l’assoggettamento ai vincoli dell’ossessione degli obiettivi, della “produttività”?

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