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Alcuni giorni fa l’azienda ha diffuso un’infografica dal titolo DIGITAL DETOX: perché è importante mettere in pausa la tecnologia. Si tratta di una serie di consigli per uscire dal loop da cellulare e computer. Tutti consigli assolutamente utili e condivisibili, con un solo problema. L’elenco delle situazioni da cui staccare stranamente non prevede nemmeno un solo riferimento esplicito a quelle lavorative.  

In realtà – come ben sappiamo – la diffusione dello SW, insieme a una serie di indubbi benefici e possibilità, sta spalancando le porte alla cancellazione della separazione tra tempo di lavoro e tempo libero, a tutto svantaggio di quest’ultimo. Secondo noi è un bel problema culturale che l’azienda quando decide di occuparsi di “intossicazione digitale” lo faccia mettendola tutto sullo stesso piano, come se non ci fosse comunque una bella differenza, alle sette di sera o nel week end, tra “cazzeggiare” con gli amici sui social e rispondere alla telefonata del proprio capo o partecipare alla call del proprio team.

Staccare ogni tanto (il più spesso possibile) dalla tecnologia è un ottimo consiglio di vita in generale. Ma dall’azienda ci aspetteremmo prima di tutto che rispetti lei per prima i tempi di vita dei colleghi, senza mettere in atto strategie striscianti o addirittura esplicite per espandere progressivamente e apparentemente senza limite gli orari di lavoro.

Quindi leggiamo pure l’infografica aziendale, ma leggiamo con attenzione ancora maggiore quello che sta emergendo dalle ricerche indipendenti e dagli studi sindacali (qui ne trovate un esempio del nostro settore). E soprattutto lo legga chi all’interno dell’azienda ha la responsabilità di occuparsi davvero del benessere – lavorativo ben prima che personale – dei colleghi.

FISAC/CGIL Grattacielo Intesa Sanpaolo

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