È stato approvato dal Senato l’emendamento che modifica i criteri di computo dei fringe benefit rispetto a mutui e prestiti.
L’emendamento prevede che per mutui e prestiti a tasso fisso il riferimento diventi quello dell’anno di concessione del prestito, mentre per i mutui e prestiti a tasso variabile il tasso di riferimento vigente alla scadenza di ciascuna rata.
Quindi per il calcolo si assumerà il 50% della differenza
- tra l’importo degli interessi calcolato al tasso di riferimento vigente alla data di scadenza di ciascuna rata o, per i prestiti a tasso fisso, alla data di concessione del prestito,
e
- l’importo degli interessi calcolato al tasso applicato sugli stessi.
La norma è retroattiva.
L’azienda ha precisato che i calcoli relativi saranno effettuati con la busta paga di gennaio, ma riteniamo che la modifica della norma sia destinata a risolvere nella stragrande maggioranza dei casi il rischio di aggravio.
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