Oggi abbiamo avuto conferma che finalmente partono le 95 assunzioni di colleghi ex TD previste dall’accordo 11/4/2013.
Nelle prossime settimane verranno avviate le selezioni nell’ambito del bacino composto da ex TD con i seguenti requisiti:
- Periodo di lavoro a tempo determinato nel Gruppo di almeno 9 mesi svolti tra il 1/10/2010 e il 31/3/2014
- Età massima di 32 anni
- Laurea in economia e similari, matematica, statistica, ingegneria gestionale, giurisprudenza.
Sulla base di questi criteri, Il bacino risulta attualmente composto da 188 persone. Potrebbe aumentare di alcune unità in relazione all’aggiornamento dati di colleghi ex TD in merito alle lauree conseguite successivamente al periodo in cui hanno prestato servizio.
Consideriamo queste assunzioni come un segnale molto importante di rispetto degli impegni da parte dell’azienda. Un segnale che tuttavia non può essere considerato altro che come un primo passo nella direzione del ripristino del normale turn over aziendale e della costruzione di nuova e buona occupazione per il paese.
..32 anni come limite di età?!?!!…e magari stiamo anche qui a gioire ed applaudire?!?!?…che si VERGOGNINO!!!…altro che accordo del 11/4/2013 che venga riconsiderato l’accordo del 29/07/2011 cancellato grazie al ricatto del licenziamento degli apprendisti con il benestare tacito dei sindacati!!!!!
Si sicuramente un segnale importante, ma di fatto con il requisito dei 32 anni si sta escludendo buona parte degli aventi diritto.
Inserire il requisito dei 32 anni è di una bassezza infinita! Infatti molti dei colleghi ex TD quando hanno cominciato a lavorare per Banca Intesa avevano anche meno di 30 anni e mai si sarebbero aspettati una simile uscita dal primario gruppo Bancario Italiano per il quale erano orgogliosi di lavorare! Che vergogna!
Assunto nel 2008, aspetto fino al 2014 per sentire che sono troppo “vecchio” per entrare? Sindacati fateci rispettare! Hanno preparato il vestito su misura per qualcuno che deve entrare, e ci vanno di mezzo più di 200 persone.
E la graduatoria degli ex Tempi Determinati dell’accordo quadro 29/07/201 (quindi agli ex TD che nel secondo semestre del 2009 avessero terminato un periodo in azienda oppure fossero in servizio al 31 dicembre 2009? con questo accordo molti sono esclusi.
….e come al solito i sindacati stanno a guardare. Che schifo! Se tutti quelli che hanno lavorato a TD andavano bene allora, perchè adesso devono avere precisi requisiti?
… beh ho lavorato per ben 32 mesi all’interno del gruppo peccato che solo 2 nel range indicato!!!! i sindacati mi hanno sempre detto che ero in una famosa lista … ai primi posti e ora mi vedo esclusa !vergogna.
BISOGNERBBE RENDERE PUBBLICA E TRASPARENTE LA LISTA DEGLI ASSUNTI E IL MINIMO ALTRIMENTI QUALSIASI CRITERIO E’ OPINABILE E DIVENTA UNA “FICTION” E LA LISTA DI CHI HA GIA’ LAVORATO A TD DOVREBBE ESSERE PUBBLICA E TRASPARENTE E DA LI’ BISOGNA PESCARE PRIORITARIAMENTE.
Pubblico in contemporanea qui e su FB una NON breve nota sulla vicenda assunzioni ex Tempi Determinati.
La questione degli ex TD nel nostro gruppo è una pagina estremamente dolorosa e complessa. Per questo crediamo che occorra ricostruirla nei vari passaggi con la massima trasparenza e precisione possibile. Questo ovviamente NON consolerà nessuno e NON risolverà di per sé i problemi, ma FORSE consentirà di individuarne le cause e le possibili soluzioni concrete. Proviamo quindi a mettere in fila i dati e il succedersi degli eventi.
– Il contratto a Tempo Determinato, fino al 21 marzo del 2014 poteva essere attivato SOLO a fronte di una CAUSALE, ovvero di una motivazione specifica – inserita nel contratto individuale di cui era parte integrante e necessaria – che diceva che il sig. Tizio o Caio era assunto dal giorno tale al giorno talaltro perché in quel periodo e SOLO in quel periodo l’Azienda aveva necessità di… (ad esempio sostituire una maternità, gestire un picco di lavoro, ecc.). Questo significa al di là di ogni ragionevole dubbio o interpretazione che il Sig. Tizio o Caio nel momento che firma un contratto a Tempo Determinato sa che il giorno talaltro il suo rapporto di lavoro termina. Chiunque (esponenti aziendali, sindacalisti, amici o parenti) gli racconti altro (che è un periodo di prova, che poi sarà confermato, che stia tranquillo) gli racconta cose non vere o almeno gli “vende” per certe cose che nella migliore delle ipotesi sono aspettative extracontrattuali e nulla hanno a che vedere con la possibilità di esigere un diritto. NON a caso il Tempo Determinato è un contratto precario.
– Poiché il Sindacato tutto – (e mi sia concesso, in particolar modo alla luce dello scontro in atto in questi giorni, la CGIL soprattutto) ritiene la questione del precariato una delle piaghe del nostro sistema – in azienda cercammo qualche via per trasformare le affermazioni di principio in fatti concreti. Nel luglio del 2011 (è importante la data, perché il 2011 coincise con quella brevissima stagione in cui sembrava che la crisi del 2008 stesse finendo e ci fossero concreti segnali di ripresa economica) in occasione di un processo di pesantissima riorganizzazione aziendale che prevedeva fino a 5.000 esuberi, stipulammo un accordo che prevedeva modalità per le quali si potesse procedere entro il 2014 a un numero minimo di 250 assunzioni (elevabili – al ricorrere di altre determinate condizioni – fino a un massimo di 1.000) attingendo al bacino degli ex TD mediante l’individuazione di criteri selettivi da individuare al momento delle assunzioni.
– A ottobre 2012 (e qui di nuovo la data è importante: la crisi aveva dimostrato di essere tutt’altro che finita e anzi si era riproposta in forme ancora più aggressive, fino a come la conosciamo tutt’ora), dopo un bilancio aziendale in perdita, un anno di fortissime tensioni, disdetta di tutti gli accordi aziendali, licenziamenti di personale a tempo indeterminato in servizio (occorre ricordare che l’apprendistato è un contratto a tempo indeterminato e che per poter lasciare a casa un apprendista non basta la scadenza del suo contratto, occorre un provvedimento esplicito e formale di licenziamento), raggiungemmo un accordo che salvaguardava (in parte, perché si era già proceduto a ulteriori uscite) i dipendenti già in servizio in quel momento, anche a costo del ridimensionamento di una parte delle previsioni contrattuali in essere (ad esempio furono eliminati i percorsi professionali) e attivando per la prima volta in Intesa Sanpaolo i contratti di solidarietà (riduzione generalizzata dell’orario di lavoro con contestuale riduzione della retribuzione). Nell’ambito di una tale situazione si accettò, tra le altre cose, di non procedere a ulteriori assunzioni. Una scelta particolarmente sofferta, (ai limiti dell’odioso), ma che nella situazione data non aveva alternative.
– Proprio perché tale scelta era stata veramente sofferta, non appena ci fu la possibilità di determinare ulteriori uscite, tale via fu perseguita, con l’obiettivo delle assunzioni attingendo al bacino degli ex TD. Tale obiettivo fu formalizzato con un nuovo accordo nel 2013 che ripristinava (per numeri inferiori rispetto al minimo dei 250 del 2011, ma nel frattempo la situazione aziendale e il mondo intero erano completamente cambiati) sempre tramite la definizione di criteri di accesso, un processo selettivo per un numero di assunzioni pari ai pensionamenti volontari derivanti dall’accordo in questione, assunzioni da effettuarsi attingendo al bacino degli ex TD. E’ anche importante precisare anche che mai in tutta questa vicenda, né nell’accordo del 2011, né in quello del 2013, era stata definita una qualsivoglia “graduatoria” sotto qualsiasi forma la si volesse intendere. Anche in questo caso qualsiasi soggetto (sempre ad esempio gli esponenti aziendali, sindacalisti, amici o parenti di cui sopra) abbia sostenuto ipotesi diverse lo ha fatto a titolo personale ed evidentemente in assenza di strumenti per sostenere concretamente quanto andava affermando. La ricostruzione che state leggendo è invece in forma scritta (e come tale non rinnegabile o negabile a fronte di future richieste di verifiche) documentata e suffragata da fatti dimostrabili e da testi di accordi pubblici, immediatamente e tuttora disponibili per la consultazione del nostro sito. Ovviamente si può essere d’accordo o meno con l’impostazione delle scelte via via effettuate, ma certo non si può affermare che i fatti esposti non siano quelli qui descritti. O almeno occorre addurre fatti e documenti a confutazione altrettanto concreti.
– Adesso tali assunzioni stanno partendo, e si è posto il problema di individuare dei criteri di selezione. Noi crediamo molto nei criteri, perché qualsiasi essi siano limitano la discrezionalità nelle scelte. E questo, in un paese come il nostro è fondamentale. Ovviamente qualsiasi criterio accontenta chi vi rientra e getta nella disperazione chi vi è escluso. I criteri individuati nei giorni scorsi hanno accontentato 188 laureati entro i 32 anni e scontentato tutti gli altri. E già ora si sentono le prime accuse di favoritismi e scelte pilotate, anche se – sinceramente – credo che sia difficile sostenere razionalmente queste posizioni, a fronte di criteri generali e dichiarati, quando è del tutto ovvio che per assumere i raccomandati sarebbe bastato appunto assumerli, senza dover utilizzare qualsiasi criterio. Ricordiamo a questo proposito che le azienda private in Italia hanno il diritto di chiamata individuale e non sono soggette a nessun vincolo o criterio di selezione. E peraltro, a selezioni avvenute, tra queste 188 persone 95 persone saranno felicissime e altre 93 (le stesse che oggi sono stracontente dei criteri adottati) urleranno a loro volta allo scandalo e alle assunzioni clientelari.
– Alla luce di tutto ciò, senza retorica (il nostro stile cerca di rifuggirla sempre, ma tanto più quando ci rivolgiamo a persone che stanno vivendo una situazione realmente drammatica), possiamo fare considerazioni generali e prenderci impegni specifici.
– Le considerazioni generali sono quelle per cui la lotta al precariato non è un fatto individuale, che si risolve strappandosi vicendevolmente i pochi (pochissimi) posti di lavoro che esistono, ma creando le condizioni per determinare nuova e buona occupazione. I temi di cui si dibatte in questi giorni non sono vuoti o distanti questioni per gli addetti ai lavori, ma opzioni concrete che determinano le condizioni di vita e di dignità delle persone. E non a caso noi, anche come sindacato aziendale, siamo impegnati nella vertenza generale sul mercato del lavoro.
– Per quanto riguarda gli impegni specifici, come abbiamo scritto in coda la nostro breve comunicato sui criteri, stiamo lavorando in azienda affinché queste assunzioni siano solo un primo passo verso il ripristino del normale turn over, ovvero verso la possibilità di fare ulteriori assunzioni. Senza creare false speranze, nell’ambito delle situazioni contingenti che si verranno via via a determinare, ma con serietà, coerenza e determinazione.
Carissimo Sign. Barrerà, lecitissima e chiara la sua spiegazione, ma non ho capito se conviene con noi o meno, sul fatto che porre un limite di età’ come criterio di selezione e’ una cosa assurda…. Dove è’ la meritocrazia!!?? Secondo me tutti avevamo diritto di partecipare, al di la dell’ età, che col tempo, aspettando aspettando, ahimè ci ha resi troppo vecchi per l’azienda…. Ok il limite temporale, come avvenuto nella prima selezione, che vide assumere i primi 400 ex td!
Ma ritengo che sia giusto lasciar decidere le aree di competenza chi ha avuto merito di esser chiamato più volte e dato nonostante brevi periodi, risultati!!!!
Non mi sembra corretto che chi ha fatto un’UNICA sostituzione di 9 mesi giusto giusto nel periodo indicato ed ha meno di 32 anni (laureato), abbia diritto di accedere alle slezioni, non concorrendo con gente che nello stesso periodo di riferimento e’ stata chiamata magari 4 volte, con tempi superiori ai 9 mesi ma non abbia il requisito dell età, perché per colpa dell azienda che ha rimandato e rimandato queste assunzioni, i 32 anni sono giustamente passati!!! Alle volte il sindacato mi da l impressione di tutelare soltanto chi è’ dentro, come se noi non avessimo diritto di esser tutelati…. Come se nei mesi pochi o tanti che abbiamo lavorato X l azienda, anche noi non avessimo pagato il ns contributo al sindacato…. Beh e adesso il sindacato dov’è?????
Grazie
Nell’ottica di una sana dialettica mi permetto di fare alcune osservazioni: che il contratto a tempo determinato è fine a sé stesso è chiaro a tutti ma l’illusione di una stabilizzazione non è data da voci di corridoio ma da numerosi accordi siglati e hai dimenticato di citare quello del 2 febbraio 2010 dove l’anzianità lavorativa e l’assenza di evidenze gestionali negative erano gli unici requisiti (giusto per far capire da quanto tempo ci stavamo illudendo).
Se l’apprendistato è da considerarsi un contratto a tempo indeterminato e quindi già di per sé stabile, le aziende non dovrebbero beneficiare degli incentivi previsti dal Foc al momento della sua trasformazione, altrimenti è una contraddizione in termini.
All’indomani dell’accordo 19/10/2012 mi fu scritto: “Se nell’ambito delle uscite sara’ possibile infilare qualche assunzione sarete voi (interessa anche alla banca), ma questa e’ l’unica flebile speranza. Ovviamente infilati al momento delle uscite e non dopo: nella drammatica situazione attuale ogni impegno sull’occupazione in ingresso che preveda efficacia a più di un anno e’ sempre molto aleatorio.”…rispetto all’accordo 11/04/2013 è passato ben oltre un anno e nel frattempo noi siamo stati ad aspettare basandoci su gli unici criteri che sapevamo esser stati usati in passato (tant’è che tra di noi stavamo sempre a chiedere ma tu quanti mesi hai fatto?).
Tra i criteri adottati dall’azienda ce n’è uno particolarmente odioso e discriminatorio: quello dell’età che (insieme al lasso di tempo preso in considerazione per il computo dei mesi lavorativi) presumibilmente va a colpire proprio chi è in attesa da più tempo. L’azienda decide come meglio crede ma a voi sindacati non dovrebbe essere demandato il compito di porre l’attenzione su queste questioni?
Sempre per iscritto mi fu detto che si sarebbe attinto ai bacini territoriali corrispondenti a quelli dei pensionamenti e, se dai documenti sai che la tua area è quella in cui c’è stato un maggior numero di pensionamenti, anche questo contribuisce ad alimentare le speranze. Ed ancora oggi (vedi pagina fb della fabi dove viene scritto “Aspettiamo di avere bene chiaro il quadro di riferimento prima di scrivere un qualunque documento. Segui i nostri aggiornamenti”) si continua a tener viva la speranza.
Concludo con una considerazione di carattere generale: difficile pensare che chi non ha mai subito il precariato possa trovare delle soluzioni efficaci, probabilmente sarà più interessato a tutelare (giustamente per chi li ha) i diritti acquisiti.
Lavorare con dedizione, amore, spirito di sacrificio ed abnegazione non è servito a nulla. Rimanere nelle filiali di assegnazione oltre l’orario di lavoro e spendersi in tutto e per tutto non è servito a niente. Innamorarsi del proprio lavoro e sentirsi soddisfatti nel riuscire a farlo bene non conta nulla. Piuttosto che porre dei limiti di età e di periodo di lavoro (non è dipeso da noi lavorare o meno nell’ultimo triennio… le assunzioni anche a td sono state quasi totalmente assenti, almeno al sud) perchè non si tiene conto delle valutazioni (la MERITOCRAZIA dovrebbe essere al primo posto), dei mesi trascorsi all’interno di ISP e della dignità delle PERSONE che hanno speso anni della propria vita… fino a compierne 32 anni ed oltre?!! Sono stati siglati diversi accordi e se è vero che i parametri di assunzione di cui si parla oggi si riferiscono all’accordo del 2013… non si dovrebbe tenere conto di coloro che giusto in quel periodo avevano tutti i requisiti per essere assunti?!
L’amaro in bocca è il minimo che possa rimanere in confronto ad una vita dedicata allo studio ed alla ricerca di un lavoro che la costituzione mette al primo posto…
CARI MIEI SENZA PUBBLICITA’ E TRASPARENZA TUTTO DIVENTA OPINABILE ANCHE REGOLE E NORME. SONO FELICE CHE SI PARLI DEI LIMITI DI ETA’ CHE SONO CRITERI SEMPRE DISCRIMINATORI CHE SIANO 32, 40 O ADDIRITTURA 50.E LA QUESTIONE NON E’SOLO DEI GIOVANI MA DI TUTTI. PROVATE A PERDERE IL POSTO A 50 ANNI E RITROVARE UN ALTRO LAVORO….. SE FOSSE PER ME INSERIREI NELLA PIATTAFORMA DEL CCNL DELLE REGOLE PER DARE PUBBLICITA’ E TRASPARENZA ALLE MODALITA’ DI ASSUNZIONE. (PERO’ LA QUESTIONE E’ COMPLESSA, AD ES. IL LIMITE DEI 32 ANNI HA ANCHE RIF. NORMATIVI PER QUANTO NE SO, E BISOGNEREBBE CONIUGARE L’ESIGENZA DELL’ESPERIENZA CON QUELLA ANCHE DI ENTRATA DI CHI NON NE HA E DEI GIOVANI PER FARE IN MODO CHE POSSANO CONVIVERE E MISCELARSI….
PERO’ SEMPRE I CRITERI PIU’ TRASPARENTI POSSIBILI.
“Potrebbe aumentare di alcune unità in relazione all’aggiornamento dati di colleghi ex TD in merito alle lauree conseguite successivamente al periodo in cui hanno prestato servizio.”
Come si potrà far presente alla direzioni regionali tutto questo?
Caro Sig. Barrera, scrive da perfetto saccente imbecille, che non conosce la vera funzione che ha inun Paese civile il contratto a TD.
E’ vero, nessuno quando abbiamo firmato il primo contratto ci ha detto che un giorno saremmo stati assunti a TI, nessuno però ha mai detto neanche il contrario. Quello che sostiene lei è vero se io venissi chiamato per UN periodo e poi l’azienda non mi facesse sapere più nulla. Se invece vengo chiamato più volte, e durante questi incarichi, formato (anche per posizioni diverse da quella di semplice cassiere), premiato, io una speranza ce la metto eccome…
Alla luce di tutto ciò, parole come quelle da lei su scritte, appartengono ad un aziendalista, non ad un esponente di un sindacato (ah già dimenticavo in Italia sono la stessa cosa).
A questo punto mi chiedo:”Ma non vi sentite dei vermi? Non vi sentite dei miserabili? Come fate a dormire la notte? Io al posto vostro (sindacati) mi vergognerei finanche di definirmi essere umano…Con quest’ennesimo accordo siete scesi talmente in basso da assomigliare sempre di più a delle m….e. See you soon!!!
– Sono le aziende a decidere le assunzioni (nel senso del numero). I sindacati, quando ci riescono, limitano i licenziamenti. Può piacere o meno e certo ognuno è libero di scegliersi i suoi nemici, ma i fatti restano.
– Quando le aziende decidono di assumere sono libere di scegliere da quale bacino attingere. Liberi cittadini, giovani freschi di studi e senza esperienza, personale con esperienza in genere, personale che ha già esperienza in azienda, personale che porta in dote sgravi fiscali, parenti e/o amici, ecc. Qualsiasi accordo che definisce che uno di questi bacini (nel caso di specie gli ex TD) e non gli altri debba essere utilizzato per le assunzioni è una limitazione della libertà dell’azienda (che le viene garantita dalle leggi) e come tale è un merito (per chi rientra in quel bacino) o una colpa (per tutti gli altri che legittimamente aspirerebbero a quei posti) del sindacato. Può piacere o meno e certo ognuno è libero di scegliersi i suoi nemici, ma i fatti restano.
– Anche i criteri di selezione all’interno del bacino sono una libertà garantita dalla legge all’azienda, che – si suppone – dovrebbe cercare il meglio per sé. Poi su quale sia questo meglio si possono aprire infinite discussioni. Siamo il paese delle raccomandazioni, tanto per iniziare. I direttori non sono tutti uguali sia per capacità di valutare i propri collaboratori, che per “peso” nei confronti delle Aree. Alcuni direttori hanno addirittura subito provvedimenti disciplinari: quale influenza (positiva o negativa) potrebbe avere il loro giudizio su un ex dipendente? Poi, siamo tutti d’accordo su cosa sia il merito? Per alcuni potrebbe essere l’aver fatto sistematico straordinario non pagato, l’aver raggiunto i budget con sistemi magari un po’ forzati, l’aver garantito aperture di filiali durante gli scioperi. Per altri no. E in ogni caso, anche volendo ammettere che i selezionatori aziendali siano puri come l’acqua e incorruttibili come il diamante, davvero qualcuno di voi ritiene di aver lavorato così infinitamente meglio dei suoi colleghi? Tutti voi avevate già subito una selezione a monte, anche per essere assunti a TD (peraltro da quegli stessi soggetti che dovrebbero riselezionarvi oggi) e credo tutti voi abbiate dato tutto quello che avevate, durante il periodo a TD. Per questo, pur non avendo il sindacato partecipato alla definizione dei criteri di selezione (a differenza dell’aver imposto il bacino a cui attingere), personalmente ritengo che i criteri siano una forma di garanzia e di trasparenza per tutti. Perché l’esperienza ci dice che in assenza di criteri le ingiustizie sarebbero state ancora maggiori. Può piacere o meno e certo ognuno è libero di scegliersi i suoi nemici, ma i fatti restano.
– Il contratto a TD, in un paese civile è regolato dalle leggi e non dalle interpretazioni. E non a caso le ultime “riforme” hanno addirittura tolto la causale al Contrato a tempo determinato che, proprio per lasciare mano completamente libera alle aziende, adesso può essere fatto senza addurre alcuna motivazione. E non a caso la CGIL – NON altri -, si è schierata contro queste riforme. Perché se le leggi ci sono, e gli consentono delle libertà, le aziende tendono ad applicarle… Per questo, ad esempio, la questione della riforma del mercato del lavoro e del Jobs act, NON è fuffa per politicanti, ma è ciò che definirà le regole di come si starà nelle aziende. E per questo la CGIL è da una parte e Governo e Confindustria sono dall’altra. Può piacere o meno e certo ognuno è libero di scegliersi i suoi nemici (e anche se e dove schierarsi), ma i fatti restano.
– Il contratto di apprendistato è un contratto a tempo indeterminato con clausola rescissoria. Il che significa che per tutta la durata del contratto di apprendistato NON ti posso licenziare, e che alla scadenza si trasforma automaticamente in un contratto a Tempo Indeterminato (attualmente con le tutele dell’art. 18, ove previsto), ma che alla scadenza (e solo in quel momento) l’azienda ha la facoltà di interrompere il rapporto di lavoro anche senza alcuna motivazione. In buona sostanza è già il cotratto a tutele crescenti di cui si favoleggia in questi giorni (vedi sempre Jobs ACT), solo che nella versione che stanno prospettando le tutele crescenti… non crescono, perché l’art. 18 non verrà applicato più. Questa è un'(altra) ragione per cui la CGIL è da una parte e Governo e Confindustria sono dall’altra. E questa è la ragione per cui il FOC premia i “non licenziamenti” degli apprendisti.
– A tutti coloro che qui o sulla nostra pagina FB ci ricordano che andranno in tribunale e in TV, faccio presente che qualsiasi modo che – uno o tutti loro – troveranno per farsi assumere, io sarò la persona più felice del mondo. Il Sindacato vuole disperatamente che aumentino gli occupati. E poiché non è possibile che il Sindacato imponga alle aziende il numero delle assunzioni, ben vengano i giudici che possono farlo (io per inciso non credo che ce ne siano, stante l’attuale legislazione e ancora meno stante quella in arrivo se non riusciremo a fermarla; ma questa a differenza delle altre mie affermazioni fatte fin qui è solo un’opinione non un fatto). Se invece questi giudici ci saranno, saranno i miei migliori alleati. E quanto alle TV, io sono a disposizione di chiunque per argomentare a voce, quanto qui ho già scritto. E ognuno valuterà quanto di scandaloso o aziendalista ci sia nelle mie affermazioni e comportamenti.
@ LM Stiamo verificando. Appena avremo questa informazione la comunicheremo.
Sono una precaria che ha all’attivo 30 mesi di lavoro con Intesa Sanpaolo e non rientra in questo bacino perchè in quel periodo ho lavorato solo 8 mesi, e non 9. Sono laureata e ho 30 anni.
Credo che non ci siano appigli legali perchè un’azienda privata (purtroppo) è libera di assumere come, chi e dove vuole, rispettando la legge, senza discriminazioni di genere o simili. Ma mi chiedo: vista la sofferenza delle filiali, perchè assumere in uffici, persone che non sono state formate per questo? Perchè non allargare magari a 200/250 unità assumendo nella rete? Mistero. Come tanti misteri di Intesa, del resto. Siamo abituati a questo. E a nessuno interessa.
Intesa sanpaolo viene sempre presa come esempio di azienda vincente, che funziona, sponsorizza qualsiasi tipo di grande o piccolo evento italiano (Olimpiadi, festival, fiere ecc.) ma non trova qualche migliaio di euro per assumere giovani meritevoli già messi alla prova. Vergogna!
@ LM L’azienda ha precisato che la modalità per comunicare il conseguimento di lauree post periodo lavorativo è l’aggiornamento del proprio curriculum tramite l’apposita funzione presente sul sito della banca alla pagina “lavora con noi”. Click qui: http://www.group.intesasanpaolo.com/scriptIsir0/si09/lavoraconnoi/ita_wp_lavora_con_noi.jsp#/lavoraconnoi/ita_aggiorna_curriculum.jsp
Credo che la domanda di Sara sia il cuore del problema. Credo che ci si debba domandare come mai un’azienda come Intesa Sanpaolo non intenda investire sul suo futuro allargando le assunzioni e ripristinando almeno parzialmente il turn over. Le filiali sono in affanno e stentano a servire dignitosamente la clientela. La questione è denunciata in decine di comunicati sindacali e l’obiettivo dichiarato ed esplicito in coda al comunicato che tutti stiamo qui commentando è quello del ripristino di un normale flusso di assunzioni. Questo serve ai diretti interessati, certo, serve al paese ma serve in primis all’azienda medesima, a meno che non voglia condannarsi a un’obsolescenza progressiva e grave.
Ed esattamente questo il nostro obiettivo: ridare un futuro a tutti noi. E non perché basti una manciata di migliaia di euro per assumere dei giovani. Un neoassunto costa alla banca almeno 30.000 euro all’anno. Assumere cento giovani costa oltre 3 milioni all’anno. Trecento e siamo oltre 10 milioni all’anno. Non stiamo parlando di una mancetta per tacitare qualche protesta. Ma noi riteniamo che i giovani formati e volenterosi valgano tutti i soldi che costano e molti di più.
Credo che la banca dovrebbe rispondere su questo. A noi, ma anche a se stessa. E soprattutto a chi è già formato, è stato “testato” a lungo ed è immediatamente spendibile con efficacia (e quindi immediati ritorni) nella propria rete.
Vergogna….io non rientro perchè ho fatto i 9 mesi nel 2008….Il problema è che gli uffici del personale periferici, operano ognuno a modo loro, quindi per esempio quelli di Milano hanno continuato a chiamare, quelli di palermo no….
In sicilia infatti nessuno ha i requisiti, visto che le ultime chiamate sono state fatte nel 2008/2009..