image_pdfimage_print

Pavia provincia fanalino di coda della Lombardia: questi sono i dati (del tutto ingiustificati dai numeri dell’economia del territorio) e non le opinioni, che i rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori bancari hanno chiesto ed ottenuto di esporre, aprendo un confronto, con i massimi rappresentanti delle Istituzioni di competenza: l’Amministrazione Provinciale nella persona del suo Presidente, ed il Prefetto, rappresentante del Governo per il territorio provinciale.

La richiesta di incontro, avanzata unitariamente dalle OO.SS., ha avuto tempestivo riscontro da ambedue le Istituzioni, attraverso incontri che si sono tenuti in data 30 gennaio e 1 febbraio, rispettivamente con le Istituzioni sopra indicate.

Come rappresentanti delle lavoratrici e dei lavoratori abbiamo sottolineato che, pur essendo mossi come è ovvio dal movente della loro tutela, abbiamo inteso farci portavoce di interessi collettivi della/delle comunità di riferimento del territorio, penalizzate – per la nostra provincia – in modo significativamente più “spinto” rispetto a quello che è un fenomeno pur presente su tutto il territorio nazionale.

I numeri che abbiamo rassegnato sono quelli di Istituzioni quali Banca d’Italia oppure ISTAT, e non di parte sindacale.

Pavia risulta, in ordine decrescente, al 95° posto su 107 Province italiane in termini di percentuale di Comuni serviti sul totale, pur risultando al 32° posto nei dati del Sole 24 Ore per il capitolo “ricchezza e consumi”.

All’ultimo posto in Lombardia per numero di addetti bancari ogni 1.000 abitanti (71^ in Italia): indice di forti carichi di lavoro ma, di conseguenza, di decadimento della qualità media del servizio.

Al terzo posto in Lombardia per il Prodotto Interno Lordo intermediato per ogni addetto bancario (20^ in Italia): coerente segnale di forti carichi di lavoro medi e/o di decadimento del servizio alle comunità di riferimento.

Risulta essere, ancora, la Provincia con la più alta percentuale di fasce anziane della popolazione (maggior percentuale di ultraottantacinquenni, di ultrasettantacinquenni e di ultrasessantacinquenni), ossia quella parte più esposta all’esclusione sociale dai servizi bancari e finanziari.

Abbiamo ulteriormente segnalato che l’abbandono dei territori attraverso la chiusura degli sportelli e finanche degli A.T.M. (di base od evoluti) penalizza anche le attività produttive come negozi ed attività commerciali, sia per la necessaria operatività fisica che per l’accesso al credito. Fenomeno, quest’ultimo, che rischia di creare anche pericolose “infiltrazioni” all’illegalità.

Abbiamo, infine, segnalato che l’obiettivo delle nostre richieste era quello di sensibilizzare tutte le parti sociali e le Istituzioni rispetto alla particolare intensità del fenomeno “desertificazione” sul nostro territorio.

Nel corso degli incontri, abbiamo registrato una forte sensibilità al tema, sia da parte del Presidente della Provincia, già sensibile al tema, che conosce anche per esperienza personale, e che si è dichiarato disponibile a supportare iniziative in materia della tutela delle comunità del territorio, peraltro citando anche esempi di esperienze già avviate in autonomia ed esempi di zone del territorio particolarmente esposte al disagio.

Abbiamo apprezzato anche la sensibilità dimostrata dalla Prefettura, che ci ha dichiarato che invierà dettagliata relazione al Ministero sulle tematiche da noi segnalate, e che ha aggiunto – di propria iniziativa – che intenderebbe sensibilizzare le Istituzioni di rappresentanza del sistema bancario in merito alle segnalazioni da noi effettuate per il territorio provinciale.

Abbiamo concordato, in primis con l’Amministrazione provinciale, di trasmettere periodicamente (tendenzialmente con cadenza annuale salvo eventi straordinari) nostri dati ed osservazioni sull’andamento del fenomeno a livello territoriale.

Analoghe considerazioni abbiamo rivolto alla Prefettura, che si è dichiarata ben disposta a ricevere nostri ulteriori dati ed osservazioni.

Le nostre osservazioni in merito alle iniziative avviate sono state imperniate sul concetto di ruolo sociale del servizio bancario che, pur essendo gestito da aziende private, svolge un servizio pubblico essenziale, come ci è stato ricordato nel periodo della pandemia, e come ci ricorda la Costituzione, la quale rende necessario, all’art. 41, coniugare la mera logica del profitto con quella, appunto, sociale.

Su tale concetto abbiamo fatto perno con i rappresentanti delle Istituzioni, di cui abbiamo apprezzato la sensibilità dimostrata, e con cui abbiamo provato ad ingaggiare anche degli impegni “di sistema”.

Continueremo a svolgere in tutte le sedi – a livello aziendale e nazionale, oltre che attraverso i media e le Istituzioni – il nostro ruolo di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori bancari, avendo ben presente che tale tutela non è confliggente – ma anzi è del tutto coerente – con l’azione di servizio alle comunità di riferimento, molto ben presente nella coscienza della grandissima parte delle lavoratrici e lavoratori bancari.

Siamo ovviamente impegnati ad informarvi sugli ulteriori sviluppi che deriveranno dall’iniziativa intrapresa.

Pavia, 8 febbraio 2024

LE SEGRETERIE PROVINCIALI
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA – UNISIN

 

Clicca qui per visualizzare il volantino unitario

X