L’azienda ha comunicato che a partire da oggi, 2 febbraio, tutto il personale in servizio, esodo e quiescenza può chiedere la rinegoziazione mutui.
Si ricorda che tutto il Personale in servizio, esodo e quiescenza del Gruppo Intesa Sanpaolo aderente al c.d. “Nuovo Pacchetto” delle condizioni agevolate può richiedere la rinegoziazione del proprio mutuo erogato a condizioni agevolate scegliendo, una sola volta nell’arco della vita del mutuo, il nuovo piano di rimborso da applicare al proprio finanziamento, mantenendo o variando la tipologia di tasso originario (da tasso fisso a nuovo tasso variabile e da tasso variabile a nuovo tasso fisso) con eventuale allungamento/riduzione della durata.
In presenza di richiesta di rinegoziazione, la filiale è tenuta a verificare che siano rispettati tutti i requisiti oggettivi e soggettivi previsti dalla scheda prodotto “Rinegoziazione mutui in corrente per il personale del Gruppo“, di cui si richiama integralmente il contenuto.
A partire dal 2 febbraio, la rinegoziazione sarà ammessa anche per i mutui agevolati ex Banche Venete, sinora inibita, accesi per le finalità indicate nella normativa soprarichiamata.
Seguiranno a breve le istruzioni operative per la rinegoziazione di cui alla legge di bilancio 2023, riservata esclusivamente ai dipendenti con ISEE non superiore a 35 mila euro, titolari di un mutuo a tasso variabile di importo originario non superiore a 200 mila euro, finalizzato all’acquisto o alla ristrutturazione di unità immobiliari adibite ad abitazione.
Maggiori informazioni sono disponibili in #People > Servizi alla persona e Welfare > La Vetrina dei Servizi > Gestione della propria economia > finanziamenti agevolati e scontati > mutui.
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Ci sarebbe da rimarcare che sono esclusi dalla rinegoziazione dei mutui quei dipendenti che hanno acceso un mutuo a condizioni “ordinaria clientela” (quindi già penalizzati a monte per la mancata applicazione di agevolazioni), che per tale ragione e per altri vincoli (assunti prima del 01/10/2015 o entrati nel Gruppo per effetto di operazioni Societarie, con eccezioni) non hanno mai potuto aderire al “Nuovo Pacchetto” e quindi avere possibilità, nel tempo, di migliorare le proprie condizioni contrattuali.
In merito a tale tema non mi risulta che il Sindacato si sia mai attivato per sanare questa disparità di trattamento tra dipendenti del Gruppo, o mi sbaglio? Grazie
In realtà l’intera materia delle condizioni agevolate non è oggetto di negoziazione, ma di iniziativa unilaterale dell’azienda. Il sindacato ciclicamente avanza richieste e proposte (lo ha fatto anche sul tema di consentire la rinegoziazione dei colleghi aperti a tasso clientela, per vari motivi), ma in ogni caso, come detto prima, l’azienda procede sempre autonomamente rispetto a questa materia.
Sono consapevole che la decisione ultima è in capo all’Azienda, ma se la materia delle condizioni agevolate non è oggetto di trattativa, non capisco allora perché parlate di periodiche proposte da parte vostra. Mi permetto inoltre di segnalare che, quando mi sono rivolta al mio gestore di riferimento (anche in passato) in merito all’applicabilità al mio mutuo delle condizioni agevolate dipendenti, mi è stato sempre risposto che il “tema è oggetto di trattativa tra le Relazioni Industriali ed i Sindacati”.
Crediamo che sia assolutamente necessario chiarire con precisione alcuni punti:
1) Le decisioni ultime sono aziendale solo in quelle materie per cui non è prevista una negoziazione obbligatoria. Il fatto che la la decisione ultima sulle condizioni agevolate sia in capo all’azienda deriva appunto solo e soltanto dal fatto che tale materia non è tra quelle per le quali è prevista obbligatoriamente una negoziazione.
2) Anche per le materie per le quali non è prevista una negoziazione, è comunque facoltà del sindacato avanzare suggerimenti e proposte. La differenza è che in un caso devono essere necessariamente oggetto di negoziazione, nell’altro l’azienda può prenderle in considerazione come no, senza necessità di trattativa.
3) Sarebbe bene che il tuo responsabile del personale ti fornisse anche un solo accordo, stipulato in qualsiasi momento dalla nascita di ISP (parliamo del 2006), in merito alle condizioni agevolate. Ovviamente non potrà farlo, perché non è mai stata fatta una trattativa in materia. Purtroppo è diventato un’abitudine molto comune quella di fare affermazioni a caso, completamente prive di qualsiasi fondamento. Ma un’abitudine comune non è necessariamente una buona abitudine. Tanto più se un collega rappresenta l’azienda (e chi ha il ruolo di HR a qualsiasi livello rappresenta l’azienda e non le sue conoscenze o opinioni personali) ha il dovere di sapere che cosa vige in azienda e perché le cose stanno in un certo modo e non diversamente. Nello specifico è sempre stata l’azienda a non voler trattate le condizioni agevolate e a volerle considerare liberalità unilaterale e di conseguenza a costringere il sindacato a limitarsi ad avanzare proposte e suggerimenti, anziché svolgere una trattativa.