È stato un anno molto duro: guerre, devastazione climatica, crisi economiche, femminicidi, accanimento sui più deboli, messa in discussione di valori che credevamo acquisiti per sempre e non lo sono. Ognuno di noi può aggiungere piccoli o grandi eventi a questa lista. E non è così facile che il 2025 possa portare miglioramenti radicali.
Ha dunque senso augurarsi il meglio per l’anno nuovo? È possibile immaginare delle parole che non siano solo vuota retorica?
Noi pensiamo di sì. Le abbiamo trovate tra quelle di un grande scrittore a cui piaceva la leggerezza, ma che era molto profondo. Abbiamo pensato di dedicarle a tutti voi, perché ci siano di ispirazione nella faticosa e quotidiana costruzione di un mondo migliore. Il nostro impegno quindi è quello mirabilmente espresso da Italo Calvino nelle poche righe che seguono. Nel farle nostre, nel cercare di praticarle con costanza e ostinazione, siamo sicuri che potremo – anche solo un po’ – contribuire a creare un futuro più degno.
Buone feste a tutte e a tutti dalla FISAC ISP.
L’inferno dei viventi, non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.