Pubblicato il – 27 Aprile 2021


CLIENTI IN POZZANGHERA

Coordinamento Area Calabro Lucana

CLIENTI IN POZZANGHERA

Gestori peggio, Azienda non pervenuta

 

Abbiamo molto odiato i Promessi Sposi a scuola, ma bisogna riconoscere che Il Manzoni aveva profonde intuizioni, come quando diceva che per confondere la povera gente si usava il Latinorum. Oggi questa funzione è stata assunta dall’Inglese. Così, tra le tante traduzioni possibili di “Clienti in Pool” quella che ci sembra più attinente alla realtà del nostro Istituto è “clienti in pozzanghera”.

Si tratta di masse rilevanti di clientela, centinaia di clienti small, migliaia di clienti retail in una filiale media, che sono attribuite in carico ai Direttori di Filiale.

E’ ovvio che i Direttori (oberati da mille incombenze da quelle serissime dell’antiriciclaggio a quelle strettamente commerciali) con questa clientela non ci parlano proprio per cui i clienti in pool (che hanno esigenze come tutti gli altri) vengono spalmati sui gestori: una maniera molto elegante che l’azienda usa per eludere gli accordi sui ruoli professionali che essa stessa ha sottoscritto.

Purtroppo non si tratta di clienti che stanno a sollazzarsi in Piscina (forse tra le tante traduzioni possibili di Pool è questa quella che intende l’Azienda) ma si tratta di masse di clienti fantasma che si aggirano in filiali presidiate da gestori fantasma e in questo mondo surreale l’unico vero assente è l’Azienda,  che continua ad affidare pericolosamente masse di lavoro ad agenti esterni lasciando che l’assunzione del rischio e la gestione della relazione rimangano all’interno con l’unico vantaggio  di dare una generosa provvigione agli agenti.

L’Azienda è assente anche nelle Filiali (soprattutto quelle ex UBI o appena fuse con Filiali UBI) che andrebbero presidiate da stewart, magari con competenze psicologiche per poter smaltire le folle arrabbiate (e ammassate persino negli androni delle Filiali in barba al Covid) per l’inefficienza del servizio. Qui, non solo la pochissima formazione è stata fatta a distanza, ma sono state virtuali anche le dotazioni in termini di risorse che di dispositivi (pensiamo ad esempio alle carte versamento mancanti in una banca che vuole spingere all’uso delle casse automatiche). Abbiamo toccato con mano l’amarezza dei nuovi colleghi che pensavano di arrivare in una grande banca ma era solo una banca cresciuta male. Ci hanno detto che è stata la peggiore integrazione in numerosi anni di carriera a dispetto dai proclami roboanti.

L’azienda è assente in Filiali ormai allo stremo per assenza di personale ed è tempo di pensare a  una soluzione definitiva che non può avvenire attraverso  accorpamenti  di filiali,  peraltro come quelli fatti negli anni passati contro ogni logica  in maniera totalmente penalizzante del territorio e delle sue potenzialità, ma che deve passare attraverso un piano di assunzioni.

E’ necessario  aumentare il numero  gestori (che non ci sono) per poter servire  i clienti (che ci sono). A meno che il vero obiettivo non sia quello di perdere masse di clientela. O forse questo è un prezzo calcolato, approfittando del problema del Covid, per andare verso una banca sempre meno fisica.
Quali macerie resteranno alla fine della pandemia della banca pre-covid?
Sembra pochissime e sarà un incubo, non certo meritato dai colleghi …

 

Reggio Calabria 27.4.2021