Pubblicato il – 16 Dicembre 2019


CESSIONE MONTE PEGNI: MIOPIA AZIENDALE, TUTELE E GARANZIE DA CONQUISTARE

Lunedì 18 novembre scorso le colleghe e i colleghi delle filiali del Monte Pegni di Intesa Sanpaolo (n. 6 in tutto il territorio nazionale – Torino, Napoli, Firenze, Mestre, Parma e Civitavecchia – per un totale di circa 70 dipendenti), sono venuti a conoscenza , attraverso un comunicato stampa pubblicato da Banca Sistema , che Intesa Sanpaolo aveva siglato un accordo vincolante per la cessione a tale società del ramo d’azienda “Credito su pegno”; solo in contemporanea all’uscita di tale comunicato l’Azienda provvedeva ad informare verbalmente le Delegazioni Sindacali di Gruppo.

A distanza di quasi un mese dall’annuncio dell’operazione, avvenuto con modalità tanto inusuali quanto discutibili, Intesa Sanpaolo non ha ancora provveduto, in alcun modo, a fornire maggiori informazioni sul tema. Nessun Responsabile del management aziendale ha, al momento, pensato di incontrare chi lavora nei Monte Pegni: ciò dimostra una sconsolante indifferenza nei confronti delle Persone del Gruppo e un’ingiustificabile lontananza e mancanza di attenzione verso di loro.

Come FISAC/CGIL siamo contrari da sempre alle esternalizzazioni di attività ed alla cessione di Lavoratrici e Lavoratori al di fuori del Gruppo. Non condividiamo una politica aziendale che anziché incrementare investimenti ed assunzioni, preferisce “tagliare” dipendenti e attività perseguendo, in modo miope, operazioni finanziarie che portano un risultato immediato ma di breve respiro.

Riteniamo che la volontà di cedere il Credito su Pegno, come già attuato da altre Banche, sia una scelta sbagliata e dannosa, a maggior ragione se effettuata da un Gruppo come Intesa Sanpaolo che, a parole, declama il tema dell’attenzione sociale come uno dei suoi “fiori all’occhiello”.

Questa cessione causerebbe una marginalizzazione delle fasce di popolazione più in difficoltà facendo venir meno un’essenziale funzione di supporto sociale, sempre importante e ancor di più in un periodo come questo, cancellando le origini e rinnegando la storia stessa di tante delle diverse banche che costituiscono oggi Intesa Sanpaolo, nate proprio a partire dai Monti di Pietà, fin dal XVI secolo.

La decisione di Intesa Sanpaolo è ancor più incomprensibile se si pensa che il Credito su Pegno è “…un business altamente profittevole con un basso assorbimento di capitale…” … “che genera utile” … “…negli ultimi due anni … un margine di intermediazione annuo di circa 9 milioni di euro…” (così recita il comunicato stampa di Banca Sistema) cioè un’attività di alta e sicura redditività, fonte di utili presenti e futuri, grazie anche (e soprattutto) all’impegno costante dei colleghi.

In ogni caso, quel che è certo è che le operazioni di cessione di ramo d’azienda devono sottostare all’applicazione delle norme di Legge e ad una procedura da CCNL, passaggi ineludibili che impongono un confronto sindacale per concordare le tutele per le Lavoratrici ed i Lavoratori coinvolti.

Come FISAC CGIL verificheremo in ogni dettaglio l’operazione per valutarne legittimità e fattibilità. Pur confermando il nostro giudizio negativo, ci impegneremo ad agire concretamente per assicurare alle colleghe ed ai colleghi interessati tutte le indispensabili tutele contrattuali, normative ed occupazionali.

I Lavoratori e le Lavoratrici del Monte Pegni forti della loro competenza e professionalità, ed orgogliosi di portare avanti con impegno il loro lavoro, sono fortemente determinati – e con loro la FISAC CGIL – nella difesa dei propri diritti e tutele.

 

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