“L’Abi deve sapere che non può svalorizzare il lavoro e colpirne la dignità attraverso misure che infliggono sacrifici ai lavoratori, mentre le grandi banche annunciano, pur nella crisi del paese, utili e dividendi mantenendo i compensi dei banchieri. In assenza di quel cambiamento che chiediamo alla nostra controparte nell’incontro del 25 novembre, non si potrà che dare il mandato a iniziative unitarie di mobilitazione e di lotta”.
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FORSE E’ VENUTO IL MOMENTO!!
Le grandi banche annunciano, pur nella crisi del paese, utili e dividendi da far …RIFLETTERE E NON POCO… mantenendo i compensi dei banchieri a incominciare dai due principali istituti: Intesa Sanpaolo, Unicredit e via discorrendo……A questo punto, forse, è venuto il momento….come nel film F.I.S.T. (Federazione di Inter Stato Truckers….O SIMBOLO DI FORZA..) di Norman Jewison del 1978 Ispirato alla storia del sindacalista Johnny Kovak,….TRALASCIANDO IL FINALE DEL FILM….
C’è solo da sperare che, nelle more degli inutili traccheggiamenti e delle squallide declaratorie di maniera che caratterizzano le fasi iniziali della contrattazione, Megale abbia il buon gusto e la dignità di farsi finalmente da parte.
Se oggi siamo messi così male è anche perché il precedente rinnovo contrattuale è stato un’autentica “schifezza”: nelle logiche, nell’impianto, nei contenuti , nelle finalità, nei risultati economici e normativi e, ad abudantiam, nelle modalità sordide e truffaldine attraverso le quali sono stati manipolati i risultati delle assemblee di ratifica dell’accordo.
E questa volta è meglio che non ci vengano a raccontare la favoletta dei “margini di contrattazione risicati per la crisi”: siamo bancari, non cretini. e i conti di chi si ingozza e di chi deve stringere la cinghia li sappiamo fare bene.
E’ divenuto urgente, oltre che necessario, che tutti gli attori economici concordino una distribuzione più equa della (ormai poca) ricchezza prodotta per consentire al nostro Paese di uscire dalle sabbie mobili che ci stanno inghiottendo molto rapidamente. Quando dico tutti intendo compresi azionisti e manager e non solo, come sempre, i dipendenti che tirano la cinghia insieme ai poveri clienti strangolati dalle condizioni, oltre che dal mercato . Sarei disponibile a fare sacrifici solo se li fanno tutti e solo se il “risparmio” va a favore delle famiglie e del rilancio delle aziende che stanno lasciando a casa una marea di padri e madri di famiglia, oltre a non assumere nessun giovane. La regola da istituire è: se ci sono i dividendi e i “bonus” allora ce n’è per tutti, altrimenti non ce n’è per nessuno.