Pubblicato il – 24 Aprile 2021


CAPI FILIALE…O “CAPRI ESPIATORI” DI INFINITI CONTROLLI?

 

DIRETTRICI E DIRETTORI SOTTO CRESCENTI RESPONSABILITA’ PERSONALI SENZA ADEGUATO SUPPORTO

 

Sui DIRETTORI DI FILIALE è stata riversata una quantità abnorme di controlli ai sensi della normativa antiriciclaggio, a cui si aggiungono tutti gli altri tradizionali controlli.

Il peso di questa attività, via via cresciuto nel tempo a seguito dell’evoluzione delle normative di legge in materia, è divenuto ormai talmente significativo da occupare buona parte della giornata lavorativa dei Direttori di Filiale, che hanno comunque e sempre tutte le altre incombenze di ruolo.

Infatti ai tradizionali e innumerevoli controlli sugli sconfini, su trasparenza, sui rating, sull’usura, per le pratiche di fido (corredo documentale), sui valori ecc. ecc., si sono aggiunti tutti quelli sempre più gravosi ai sensi della normativa antiriciclaggio.

A quest’ultimo riguardo, si parte con la continua richiesta di verifica degli “inattesi” ossia con una prima richiesta ai Direttori di verifica e giustificazione di determinate operazioni dei clienti.

Poi si passa a tutta la ulteriore e consistente attività nell’ambito del “Gianos3D” e quindi alla valutazione dei rischi medi. Arrivano numerose mail con richiesta di giustificare, in tempi sempre contingentati, posizioni aventi un determinato punteggio ai sensi della normativa AML. A ciò si aggiungono le prescrizioni da seguire (decisione non dei direttori) per i rischi alti.

Poi si arriva all’attività connessa alle segnalazioni AUI, attività di controllo aumentata esponenzialmente negli ultimi tempi a seguito dell’abbassamento, da euro 15.000 ad euro 5.000, della soglia di segnalazione e giustificazione delle operazioni in contanti. In procedura AUI, sono “cascate addosso” ai Direttori numerosissime operazioni da giustificare. Sono spesso operazioni contanti da 5.000 euro in su, eseguite agli MTA da clienti non della filiale capitati ad utilizzare casualmente quello sportello automatico.

Vista la non delegabilità di detti controlli e le responsabilità anche penali e quindi personali ad essi connesse, i Direttori per approfondire ogni singola operazione devono dedicare molto tempo (per acquisire le informazioni necessarie reperibili da visure camerali/da dichiarazioni dei redditi ecc.) in maniera diretta per i clienti della filiale ed in maniera indiretta per i clienti gestiti da altre filiali (come nel caso dei clienti imprese, private, ecc.). In questi ultimi casi, i tempi di lavorazione sono ancora più lunghi in quanto l’attività contempla scrivere ai vari gestori di riferimento e chiedere le informazioni necessarie, con un continuo andirivieni di mail. Per non parlare, come detto, dei controlli connessi ai versamenti contanti agli sportelli automatici effettuati da qualsiasi cliente decida casualmente di fermarsi allo sportello della filiale di quel “fortunato” Direttore.

Ciò è del tutto inaccettabile!

Tutte queste attività, nelle proporzioni raggiunte, non possono più essere considerate come attività accessorie del Direttore di Filiale, considerate le rilevanti responsabilità che ne conseguono. I Direttori vogliono essere sì responsabili, ma di ciò che verosimilmente, sia pur con fatica, è possibile presidiare, conoscere, verificare….ma nei termini sopra descritti ciò è oggi concretamente impossibile!

La responsabilità di questa mancanza di supporto, lo dichiamo chiaramente, non è assolutamente addebitabile ai colleghi degli Uffici Controlli che anzi prestano sempre massima collaborazione, pressati a loro volta da adempimenti antiriciclaggio via via crescenti e impellenti.

Occorre, invece, che l’Azienda si faccia carico di tale difetto organizzativo in quanto non è pensabile che si continui con un assetto dei controlli pensato a suo tempo per un numero di attività esponenzialmente inferiori a quelle di oggi, lasciando che i Direttori di Filiale siano i capri espiatori di tali disfunzioni.

Occorre, ad esempio, una Task Force che si faccia carico di tutto il controllo antiriciclaggio (dalla valutazione, alla acquisizione delle informazioni/documentazione, al monitoraggio) e che, a conclusione dell’intera lavorazione, si limiti ad inviare al Direttore un report sull’esito della valutazione.

In aggiunta, specialmente nelle Filiali medio/grandi, si potrebbe pensare alla figura di uno Specialista Antiriciclaggio che svolga, al posto del Direttore, tutte le incombenze della Task Force di cui sopra.

Ancora! L’Ufficio AML, quando prende la decisione di assegnare ad una posizione il rischio alto con prescrizione per la Filiale di chiusura rapporti, deve concludere il procedimento -dopo preventiva condivisione della decisione con il Direttore- con una comunicazione centralizzata al cliente. Non ci si rende infatti conto che, se trattasi di posizioni a rischio ad esempio criminalità ecc., la comunicazione inviata a firma del Direttore lo espone a pericoli alti ed ingiustificati.

 

Chiediamo ai Direttori di tenere costantemente aggiornati i nostri Dirigenti Fisac Puglia sull’evoluzione di tale grave problematica.

Ciò affinché la presente sia:

solo l’inizio di una legittima rivendicazione,

che dovrà prevedere ogni ulteriore iniziativa a tutela delle Lavoratrici e dei Lavoratori coinvolti!

 

24/04/2021  COORDINATORI FISAC/CGIL INTESA SANPAOLO PUGLIA