Pubblicato il – 30 Dicembre 2019


Bisogna aver Fede. Racconto 4: è possibile un “vero” cambiamento?

A cosa serve raccontare una storia? Serve a capire.
A capire come stanno le cose. E a capire se devono per forza continuare ad essere così, o se invece possono cambiare. Serve anche a capire quali strade percorrere per cambiarle.
Ecco: queste sono le storie “dal fronte” delle filiali. Le storie di chi in filiale continua a lavorarci tutti i giorni, ma ha deciso ostinatamente di provare a cambiare le cose. Insieme a voi.

Cambiamo?

La fine dell’anno ci porta sempre ad un momento di sospensione, in cui raccogliamo le idee, valutiamo conquiste e fallimenti e recuperiamo quelle speranze che ancora non hanno avuto soddisfazione, per proiettarle nei mesi futuri nutrendole di buoni propositi.

Ognuno ha i propri; tante storie diverse.

Non sempre ci accompagna la sensazione di poter effettivamente realizzare i nostri intenti, soprattutto quando variano le circostanze oggettive intorno a noi.

In realtà funziona così tutto l’anno ed in qualsiasi ambito.

La velocità con cui gli eventi si susseguono non tiene conto del calendario, ma il rito del brindisi ci offre l’occasione di aprire il cassetto dei desideri.

In qualche modo restiamo in piedi; se contenti o sfiduciati, è un’altra questione.

Quello che ci amareggia, in ogni caso, è il consueto ritornello aziendale che celebra la capacità di adeguarsi al cambiamento. Termine piuttosto controverso e utilizzato, il più delle volte, fuori contesto. Quasi dogmaticamente ci si esime dall’impegno di dedicare attenzione alle risorse come individui e, in nome di un’evoluzione ineluttabile, si rinnegano valori a cui nessuno dovrebbe mai rinunciare.

Il cambiamento auspicato è strategico, costruito secondo una proiezione futura che permette di muovere passi nel presente affinché si possa attuare.

Niente di sbagliato, se non fosse che l’assenza di progetto e la mancanza di considerazione per gli attori che proprio quel cambiamento dovrebbero realizzare, rende l’invito ad “adeguarsi” estremamente spiacevole.

Forse è solo questione di linguaggio, ma linguaggio è comunicazione, quindi relazione.

Avvalersi di concetti presi a prestito dalla psicologia, come nei migliori corsi di formazione motivazionali (peraltro non si fanno più nemmeno quelli!), senza che vi siano le condizioni a supporto, può risultare controproducente e mortificante.

Vorrei davvero augurare a tutti noi che si potesse parlare di cambiamento in termini concreti, con la giusta valutazione dello sforzo che ciascuno è chiamato a offrire, riconoscendo i fatti e le reali difficoltà; premessa indispensabile perché si possano trovare quelle soluzioni necessarie per la realizzazione tanto degli obiettivi, quanto (e soprattutto) di noi stessi.

Auguri sinceri a tutti.

 

la nostra inviata al fronte

Federica dopo una ormai lunga carriera aziendale ha scelto di impegnarsi in prima persona con la FISAC/CGIL.

Federica segue personalmente parecchie filiali di Torino e conosce molto bene il lavoro della rete in tutte le sue sfaccettature.

Vuoi condividere le tue esperienze, confrontarti sulle questioni professionali, chiedere un parere o dare un suggerimento? Contattala!

.

Federica Morino – 348 000 0321 – federica.morino@fisac.net

 

qui puoi scaricare il “racconto” in pdf

.