In data odierna abbiamo sottoscritto l’accordo che garantisce l’applicazione del Contratto Complementare del Credito ad Exetra SpA.
Exetra è una nuova società controllata e partecipata all’ 85% da Intesa Sanpaolo, che svolge attività di compravendita di beni mobili di consumo e trading commerciale, con lo scopo di fornire un servizio aggiuntivo alle Imprese anche al fine di promuovere il “made in Italy”.
La società non è strumentale all’attività della Banca e non fa parte del Gruppo bancario.
Trovano inoltre applicazione il Contratto di secondo livello del Gruppo nonché tutte le previsioni in materia di Assistenza Sanitaria, Previdenza Complementare e Circolo Ricreativo.
Verrà stipulata una apposita convenzione per assicurare le medesime condizioni agevolate dei dipendenti del Gruppo.
Viene garantito il medesimo trattamento economico e normativo in caso di passaggio fra società del Gruppo.
Riteniamo si tratti di un accordo importante, in particolare in questo delicato momento di rinnovo del Contratto Nazionale, in quanto amplia l’ambito di applicazione del Contratto del Credito, estendendo diritti e tutele anche ad altre attività.
Milano, 13 novembre 2019
Delegazioni Trattanti Gruppo Intesa Sanpaolo
FABI – FIRST/CISL – FISAC/CGIL – UILCA -UNISIN
SEMBRA LA STRADA GIUSTA, SOPRATTUTTO ALLA LUCE DEI CONTINUI RICHIAMI DEL NAZIONALE sulla “sostenibilità” dell’organizzazione.MA…..
Riguardo l’ineludibile trend di ridimensionamento del peso della categoria, la strada da percorrere è senz’altro questa, ma mi domando se sia sufficiente ricomprendere i già lavoratori subordinati oppure è da subito indispensabile attrarre le “PARTITE IVA” che come noto sono di fatto subordinate all’organizzazione aziendale a cui prestano l’opera.
Mi riferisco alla necessità di accelerare sul negoziato in favore dei lavoratori autonomi inseriti in ISP FORVALUE i quali, come pure i promotori finanziari che lavorano per la Banca, hanno un contratto di mandato a dir poco “vincolante” che li subordina di fatto sia in termini operativi che produttivi all’organizzazione Aziendale senza però prevedere una convergenza verso le tutele di base dei lavoratori subordinati e neppure in “avvicinamento” con “quote” di Welfare Aziendale (Fondo pensione, coperture assicurative TCM e IP, Cassa sanitaria).
Ritengo che nell’ottica dell’allargamento della platea dei rappresentati (più che dell’area contrattuale), una “breccia” sia la presenza del contratto misto in ISP, inoltre è interesse dell’azienda fidelizzare i produttori, quindi la clientela, convergendo verso gli obiettivi di sostenibilità che l’Azienda dichiara di voler perseguire, inoltre l’allargamento della base dei partecipanti al Welfare aziendale (con contribuzioni anche parzialmente a carico con entità da modulare), è altro elemento di interesse per il business aziendale che punta alla tutela.
Mi auguro che si possano presto leggere gli esiti di una convinta azione di negoziato nel senso sopra suggerito.
Grazie, saluti.
La questione della rappresentanza delle partite IVA è uno dei pilastri della Carta dei Diritti Universali del Lavoro, uno schema di proposte e richieste su cui la CGIL sta lavorando da tempo.
Nel nostro piccolo di Categoria credito e nell’ancor più piccolo della nostra realtà aziendale, la FISAC è impegnata più che attivamente e concretamente con tutti gli strumenti attualmente a disposizione per fare accordi inclusivi per i Lavoratori Autonomi presenti nel Gruppo (a partire dal nostro ricco welfare aziednale) e per formulare clausole vincolanti per l’eventuale completa trasformazione in Lavoratori Dipendenti a Tempo Pieno per i Lavoratori parzialmente Autonomi come nel caso dei colleghi a Contrato Misto. Sono paassi importanti e assolutamenti concreti, nella direzione da te auspicata.