E’ partita aggi la trattativa relativa al rinnovo dell’accordo su Ruoli Professionali Indennità e Inquadramenti. Il precedente accordo è infatti scaduto, anche se i vecchi parametri (complessità portafogli e filiali calcolate in riferimento a dicembre 2018) produrranno i loro effetti fino a maggio 2020.
Vi ricordiamo che con l’accordo del 3 agosto 2018 si era convenuto che: “In relazione alle figure del Gestore PAR e del Gestore Imprese, in conseguenza delle mutate esigenze della clientela della filiale fisica determinate anche dai forti cambiamenti degli scenari di mercato, si rende opportuno individuare anche nuovi parametri, non necessariamente legati al portafoglio, per il relativo calcolo della complessità gestita”. Inoltre, con l’accordo del 18 dicembre 2018 di integrazione dell’Accordo ruoli e a seguito dell’incorporazione di Banca Prossima in Intesa Sanpaolo a marzo 2019, si era convenuto di definire (in parte per analogia e in parte nel successivo accordo di completa revisione delle norme su Ruoli Professionali, Indennità e Inquadramenti) le normative applicabili alle nuove figure professionali venutesi a creare nel tempo e in particolare:
- Direttore Terzo Settore
- Coordinatore di Relazione
- Coordinatore Terzo Settore
- Gestore Aziende Retail
- Gestore Enti
- Gestore Terzo Settore
- Gestore Remoto
Alla luce di quanto sopra, è appunto iniziata oggi la verifica degli elementi propedeutici all’avvio della trattativa. Si è trattato di un confronto del tutto preliminare che verrà ripreso nell’ambito del mese di luglio.
Abbiamo comunque espresso fin da subito all’azienda come i principi che guideranno la nostra trattativa saranno improntati alla ricerca di:
- maggior semplicità e trasparenza delle regole
- limitazione della discrezionalità aziendale
- valorizzazione delle competenze e della professionalità in via prioritaria rispetto a parametri commerciali o di sviluppo
- salvaguardia dei percorsi in essere.
Vi aggiorneremo passo passo sugli sviluppi della trattativa.
Buongiorno, ci si dimentica sempre delle Imprese dove esiste la nuova figura del Gestore Top Value
Tutti i gestori, in tutte le loro declinazioni e a qualunque filiera appartengano, sono ricompresi nella trattativa.
Buongiorno, peccato che il ruolo non sia citato…
Ruoli Professionali, Indennità e Inquadramenti) le normative applicabili alle nuove figure professionali venutesi a creare nel tempo e in particolare:
•Direttore Terzo Settore
•Coordinatore di Relazione
•Coordinatore Terzo Settore
•Gestore Aziende Retail
•Gestore Enti
•Gestore Terzo Settore
•Gestore Remoto
Perché è considerato una specificità del ruolo di Gestore Imprese. Nemmeno i Gestori Privati Personal e Retail sono nominati anche se hanno preso il posto dei Gestori PAR, Privati e Aziende Retail (che non esistono più in quanto è stato creato il GAR, Gestore Aziende Retail). A scanso di qualsiasi equivoco diciano quindi che verranno negoziate le norme applicabili a tutti i ruoli di Coordinamento (Direttore e Coordinatore) e di Gestore (vecchi e nuovi in entrambi i casi).
Buongiorno, chiedo un chiarimento sul ruolo professionale del Direttore del Monte Pegni. Come mai non percepisce nessun tipo di indennità di direzione ? Viene preso in considerazione in questa nuova trattativa ?
Grazie
Questo è il percorso storico delle trattative sulle indennità di direzione
– Nel CC2L del 2015 avevamo normato indennità di direzione per Filiali Retail e Personal.
– Nel rinnovo del 2018 abbiamo ottenuto indennità di direzione anche per Filiali Imprese, ma non eravamo riusciti a inserire nella trattativa i Centri Tesoreria e i Monte Pegni
Il confronto attuale non determina un ampliamento del perimetro di applicazione a figure già esistenti, ma – in relazione alle figure di Coordinamento – riguarda solo quanto demandato rispetto a nuove figure professionali.
ricordatevi dei giovani. 13 anni di banca, valutazioni SEMPRE al di sopra delle attese del ruolo. SEMPRE. sono ancora 3a2L. perché non mi danno uno stramaledettissimo portafoglio che mi faccia prendere il grado, ed il personale da la colpa di tutto ciò al sindacato. come se nel caso volessero darmi il 3a3L anche senza congruità il sindacato si opponesse. nelle filiale retail è pressoché impossibile trovare portafogli con complessità superiore a D. un anno fa mi han fatto personal, con la scusa di darmi un portafoglio che mi facesse prendere il ruolo. peccato che mi abbiano dato il portafoglio più piccolo, e solo da agosto 2018 (due mesi di portafoglio vacante) quindi nella complessità media del 2018 risulterà ancora da 3a2L anche se ora gestisco 40 milioni, mentre prima da retail ne gestivo 9. insomma aumenta responsabilità, aumentano nel pressioni, il passo giornaliero da tenere, ma non aumenta lo stipendio. ora è ripartita la carotina: FORSE il prossimo anno (2020) la complessità sarà maggiore (se farai tot OAD e tot offerte fuori sede alle quali non sono nemmeno abilitato) e quindi FORSE nel 2020 inizieremo intanto a pagarti come 3a3L poi FORSE nel 2021 te lo daremo per sempre. Ma stiamo scherzando?? dovete fermare questo stillicidio perché sennò la gente, come me, cerca altrove eh
La cosa veramente surreale di quanto scrivi è l’affermazione del tuo gestore del personale che i mancati inquadramenti sono “colpa” del sindacato, come se appunto fossimo noi ad opporci al riconoscimento di ruoli, inquadramenti, indennità. Come chiunque può evincere da quanto scritto dettagliatamente nei nostri comunicati – mai smentiti in alcun modo dall’azienda – è la parte aziendale a praticare una tratativa che ha come obiettivi il ribasso rispetto al numero dei colleghi coinvolgibili, l’estensione dei tempi di conseguimento degli inquadtramenti superiori, il progressivo tentativo di incrementare i già ampi margini di discrezionalità. Le nostre richieste hanno il segno diametralmente opposto. Peraltro il fatto che la gestione del personale non sappia / voglia portare avanti la scelta aziendale (quindi le SUA scelta, visto che in un mondo “normale” la gestione del personale è l’emanazione diretta delle scelte aziendali) di aver di fatto eliminato il riconoscimento indennità / inquadramenti “per merito” (con l’ovvio e unico obiettivo di risparmiare) e si inventi fantomatici veti sindacali alla libertà aziendale di dare riconoscimenti alla professionalità dei suoi dipendenti, è il più sconsolante termometro della pochezza del management aziendale. Mi piacerebbe davvero che il sindacato avesse questo assoluto potere decisionale fino al veto, ma qualsiasi persona di buon senso (ed evidentemente il tuo gestore del personale ne è privo) sa perfettamente che non è così.
Detto questo, la strada da percorrere è duplice.
Una è quella della contrattazione generale, quella che faticosamente stiamo provando a mettere in campo in questi giorni. L’obiettivo è quello di svincolare indennità e inquadramenti dall’assegnazione arbitraria di portafogli e collegarla in maniera diretta a competenze e professionalità. Ovviamente l’azienda lavorerà per definire parametri e criteri di misurazione che le lascino comunque la mano più libera possibile, noi lavoreremo in direzione contraria.
La seconda strada è quella di chiedere costantemente alla propria gestione del personale le ragioni delle sue scelte su di sè, senza accettare risposte nebulose o di comodo o addiritturta completamente false. Stanare nel concreto chi prende decisioni su di noi è un passo inevitabile. In questo percorso è fondamentale chiedere l’intervento del proprio rappresentante sindacale che potrà fornirti informazioni, consigli, strategie e – nei casi in cui si rendesse necessario – intervenire direttamente eventualmente anche a livelli superiori di quelli della gestione locale. Come ovvio, tutto ciò (l’intervento sindacale) non ha nulla a che vedere che il fatto che sia il sindacato a prendere le decisioni finali (eventualità che abbiamo categoricamente escluso fin dall’inizio di questa risposta), ma è chiaro che il nostro ruolo ci consente di costringere l’azienda a non rifilare fuffa per sostenere posizioni indifendibili e quindi rende più difficile la messa in campo di comportamenti gratuiti apertamente penalizzanti per i colleghi.