L’Azienda il primo agosto ha illustrato l’accordo raggiunto con Prelios per costituire una partnership sugli UTP (ve ne abbiamo dato conto nella seconda parte di questa news).
Tuttavia, data l’importanza della materia che in qualche modo completa la ridefinizione del processo di gestione del credito nel Gruppo, riteniamo opportuno tornare sull’argomento.
Gli UTP
Sono le “inadempienze probabili”, in inglese “unlikely to pay”, cioè quei crediti per i quali la banca giudica improbabile che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente alle sue obbligazioni creditizie (riferite sia al capitale che agli interessi).
Si tratta di crediti “vivi”, seppur di imprese finite in difficoltà, che possono ancora essere riportati “in bonis” grazie a interventi mirati.
Nell’ultimo bilancio semestrale del Gruppo viene infatti riportato: “circa 10.000 aziende riportate in bonis nel 1° semestre 2019 e circa 103.000 dal 2014, preservando rispettivamente circa 50.000 e 500.000 posti di lavoro”.
L’accordo con Prelios
Nello specifico, l’accordo con Prelios prevede la cessione a pieno titolo (cartolarizzazione) di un portafoglio di 3 miliardi di UTP e l’attivazione di un contratto decennale di service per la gestione di crediti UTP che restano però “proprietà” di Intesa Sanpaolo, con un portafoglio iniziale di 6,7 miliardi di euro e alimentato da futuri flussi.
I crediti UTP dati in gestione a Prelios riguardano esclusivamente i segmenti Imprese e PMI, con esclusione del Retail, delle Imprese con fatturato oltre i 500 milioni e dei clienti con esposizioni rilevanti (oltre i 100 milioni).
La gestione degli UTP si avvarrà della professionalità di Prelios in fase di proposta ma la “delega creditizia” rimarrà in capo ad Intesa Sanpaolo. Concretamente, nel processo illustrato dall’azienda, ci sarà una macrostrategia proposta da Intesa Sanpaolo in base alla quale Prelios redigerà un business plan volto al rientro della posizione o al suo rifinanziamento per riportarla in bonis; le decisioni in materia di crediti verranno prese solo da Intesa Sanpaolo. La valutazione della qualità dell’attività prestata da Prelios avverrà sulla base dell’efficacia dei business plan; la struttura commissionale pagata da Intesa Sanpaolo avrà una prevalente componente variabile sui rientri in bonis.
Prelios, ad oggi, ha circa 480 dipendenti e si avvale di consulenti altamente specializzati su settori industriali. La struttura dedicata per la gestione degli UTP di Intesa Sanpaolo sarà di circa 150/160 addetti.
Le conseguenze dell’operazione
Poiché l’intera operazione non è una cessione di ramo d’azienda, nessun collega di Intesa Sanpaolo verrà ceduto.
Sarà invece necessario garantire la continuità operativa durante la fase di passaggio e a questo scopo, a partire da settembre, verranno attivati colloqui con i colleghi per individuare circa 120 persone (su un totale di circa 670 che complessivamente si occupano di UTP) da distaccare in Prelios per 12 mesi (rinnovabili per un massimo di altri 6 + 6 mesi) a partire da novembre.
I colleghi distaccati continueranno la loro attività sulle piazze in cui la stanno già svolgendo (si prevedono massimo 3 / 4 piazze) e lavoreranno esclusivamente su portafoglio UTP di Intesa Sanpaolo. Al loro rientro in Intesa Sanpaolo saranno ricollocati sempre in ambito gestione del credito, tendenzialmente valorizzando le competenze che avranno acquisito in ambito Real Estate in cui Prelios è leader di mercato.
Per la gestione del processo di validazione/verifica della gestione UTP da parte di Prelios verrà costituita in Intesa Sanpaolo una struttura di raccordo con un significativo numero di colleghi (ancora in corso di definizione).
Il Credito Proattivo e Pulse
Nell’ambito delle attività di derisking previste dal Piano di Impresa 2018-2021, l’Azienda ha riconfermato la focalizzazione sulla gestione proattiva dei crediti ai primi segnali di difficoltà del cliente e dei crediti deteriorati (Past Due, esposizioni scadute o sconfinanti continuativamente da oltre 90 giorni), attraverso le strutture di Credito Proattivo e la funzione di Pulse e Remedation.
Le Sofferenze e Intrum
L’azienda ha ribadito che l’accordo con Prelios non influenza la partnership strategica con Intrum, il cui contratto prevede la garanzia di flussi annui pari ad almeno il 90% dei crediti in sofferenza.
Le nostre considerazioni
Abbiamo unitariamente ribadito la nostra contrarietà ad ogni forma di esternalizzazione poiché indebolisce la professionalità dei lavoratori e mina l’area contrattuale del credito, tanto più nella delicata fase di rinnovo del Contratto Nazionale.
Deve invece essere garantita la massima attenzione alle competenze dei colleghi che operano nel settore della gestione del credito e allo sviluppo della loro professionalità in una attività strategica per la Banca.
Abbiamo inoltre rappresentato la forte preoccupazione rispetto alle possibili ricadute sociali di una gestione dei crediti al di fuori della banca, seppur il processo al momento delineato con Prelios non lo preveda: gli UTP sono infatti crediti “vivi” di clienti che possono essere aiutati a risollevarsi e mantenere così la loro attività favorendo l’economia del Paese.
Posso?
Innanzitutto complimenti per la chiarezza espositiva – dote preziosa di per sé, ancor più in qualche noto e condiviso contesto – e poi qualche riflessione da condividere.
120 colleghi a Prelios: chi? e perché?
Di certo l’Azienda vede in Prelios uno strumento per interpretare al meglio le necessità dei clienti in difficoltà e per farsi suggerire gli interventi che sarà poi libera di adottare o meno.
Il potere deliberativo, infatti resta all’Azienda.
E chissà se non sia questo il problema: la qualità dell’esercizio della facoltà decisionale.
La scelta di Prelios non lascia dubbi in proposito: il problema è la qualità dell’esercizio della facoltà decisionale.
L’Azienda ne è consapevole e cerca fuori di sé metodi, strumenti e quant’altro di fatto afferma, nemmeno tanto implicitamente, di non avere in casa.
Una ipotesi di risposta al “chi mandare” a Prelios: 120 colleghi deliberanti (perché vadano a imparare) o 120 colleghi (perché vadano ad imparare) ai quali, al rientro, delegare facoltà deliberative.
Dico la mia: propenderei per la seconda.
Una ipotesi di risposta al “perché”: se l’Azienda non ha preso una grande cantonata ritenendo che chi è fuori della banca è sempre migliore di chi c’è dentro, l’esperienza dei 120 in Prelios sarà preziosa per loro e per l’Azienda se al rientro li metterà in condizione di avere potere decisionale.
Infine, mi pare si facciano i conti senza l’oste.
L’oste è il mercato.
Locale, globale o glocal che sia, il mercato è il contesto.
E le azienda ritornano in bonis se nel mercato riacquistano la loro presenza e non perché la banca adotta una delibera di variazione status.
E accordare sempre alle aziende quello che chiedono non significa di per sé aiutarle: in qualche migliaio di delibere che io ho adottato, i miei non pochi no ne hanno di certo aiutate tante. Sempre, di certo, hanno aiutato la mia di Azienda.
Il tema è vasto.
La voglia di tentare un contributo tanta.
Ringrazio per lo spazio.
Giuseppe Pappadâ
Le questioni sulla gestione del credito sono moltissime e non tutte “interne”. Una questione “esterna”, ma assolutamente rilevante nel contesto economico e sociale del paese è data dalle modalità e finalità della gestione dei crediti che “iniziano” a scricchiolare: sono del tutto evidenti le diversissime ripercussioni che derivano da una gestione prevalentmente orientata al “rientro” rispetto a una prevalentemente orientata alla “rivitalizzazione”. L’azienda si è spesa ampiamente in dichiarazioni sugli obiettivi di “rivitalizzazione”, ma come sempre le cose si potranno valutare davvero solo sulla realtà di ciò che sarà concretamente avvenuto.
Detto questo, per rimanere sulle questioni “interne”, la scelta dei colleghi da distaccare avverrà come sempre attraverso l’incrocio di un mix di fattori: disoponibilità individuale, presenza di poli sul territorio, livelli di profesionaliizzazione posseduta, prospettive di sviluppo delle competenze. A partire dai colloqui individuali di settembre potremo farci un’idea più precisa. In ogni caso l’interesse dell’azienda rispetto a questi distacchi è sicuramente duplice. Nell’immdiato garantire una continuty metodologica e anche di flusso: per un’azienda come Prelios che all’attualità gestise circa 25 miliardi di UTP l’ingresso di ulteriori 10 miliardi non è certo una piccola cosa. In prospettiva acquisire elementi di profesionalità, in particoare sulle garanzie immobiliari, da spendere in casa al rientro. Anche in questo caso solo un monitoraggio attento e costante della filiera ci consentirà di intervenire con richieste e correttivi da sottoporre all’azienda.