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L’accordo sottoscritto il 1 agosto definisce le tutele in capo ai lavoratori coinvolti nell’operazione societaria che Intesa Sanpaolo ha deliberato, all’interno del Piano di Impresa, per fare fronte alla richiesta degli Organi di vigilanza europei in materia di NPL.
Riepiloghiamo il complesso percorso che ha portato alle intese ed i punti salienti delle medesime.

IL PERCORSO DI AVVICINAMENTO
A partire dal mese di dicembre gli organi di informazione hanno cominciato a dare notizia della possibilità che Intesa Sanpaolo avviasse una operazione tesa a diminuire il rischio di impatto degli NPL sul Gruppo bancario, a fronte delle pressanti richieste in tal senso avanzate alla Banche italiane da parte delle Autorità europee.
Le OO.SS. del Gruppo hanno immediatamente sostenuto la propria contrarietà a processi di esternalizzazione che comportassero la fuoriuscita di lavoratori dal perimetro bancario, richiedendo la salvaguardia dell’Area Contrattuale prevista dal CCNL. Inoltre abbiamo immediatamente dichiarato che, in caso di operazioni societarie, avremmo richiesto tutele occupazionali ed invarianza delle normative contrattuali e di Welfare. Queste posizioni sono state portate nelle assemblee dei lavoratori tenute nei maggiori siti produttivi nel corso del mese di marzo.
Il Piano di Impresa presentato a febbraio ha confermato l’intenzione aziendale di procedere alla costituzione di un nuovo soggetto societario, con un partner internazionale, a cui conferire sia il portafoglio di crediti deteriorati che la piattaforma di gestione dei medesimi, cioè i lavoratori, al fine di mantenere inalterato il livello di recupero dei crediti che si registra attualmente.
Queste previsioni aziendali si sono concretizzate nella successiva delibera assunta dal CDA del Gruppo che ha deciso la costituzione della new co. Tersia, della quale Intesa Sanpaolo deterrà il 49% mentre il 51% verrà detenuto da Intrum, azienda leader nel settore del recupero. A Tersia verrà ceduto un portafoglio di circa 10,8 miliardi di crediti deteriorati, per i quali il Gruppo ha spuntato una valorizzazione del 28% del valore, molto più alta delle quotazioni fino ad oggi raggiunte dal mercato. A Tersia verrà affidato un contratto di servicing per le restanti posizioni di credito che restano di proprietà di Intesa Sanpaolo, portando così a circa 30 miliardi il portafoglio di lavorazioni. Verrà inoltre ceduto il ramo d’azienda costituito dalla Direzione Recupero Crediti, Provis e Reoco per un totale di 591 lavoratori, che viene valorizzato nella cessione per circa 500 milioni di euro.

LA TRATTATIVA
In osservanza delle norme di Legge e di Contratto Nazionale, con lettera del 17 maggio l’Azienda ha avviato la procedura di confronto con il Sindacato, che come noto “congela” tutte le iniziative sia datoriali che sindacali relative all’oggetto del confronto.
Il confronto è iniziato il giorno 25 maggio con l’illustrazione aziendale del progetto e del perimetro di attività e di lavoratori che viene coinvolto dalla cessione, così come previsto dalle normative di Legge. Analogamente, l’incontro successivo del 14 giugno è stato dedicato all’approfondimento di questi elementi, il cui chiarimento costituisce una pregiudiziale di natura giuridica, per poi poter iniziare la trattativa vera e propria.
Questo tempo intercorso ha consentito al Sindacato di svolgere approfondimenti sull’operazione sia sotto il profilo organizzativo sia sotto il profilo giuridico per chiarire aspetti tecnici e di legittimità. Si è reso però necessario richiedere una proroga dei tempi di scadenza della procedura (trascorsi i quali l’Azienda avrebbe potuto legittimamente rendere operative le proprie decisioni): abbiamo ottenuto di poter continuare a trattare fino alla nuova scadenza del 3 agosto.
La trattativa si è quindi avviata nei giorni 5 e 6 luglio. Va ricordato che in caso di cessione di ramo d’azienda, regolato dal Codice Civile, il confronto sindacale attiene alle ricadute sui lavoratori dell’operazione aziendale e non può riguardare la decisone medesima, assunta dall’Azienda.
L’inizio del confronto sulle ricadute ha chiarito da subito che non era possibile ricorrere all’istituto del Distacco, che avrebbe risolto di per sé gran parte dei problemi. La struttura dell’operazione che è stata concordata fra le due Aziende contraenti (Intesa Sanpaolo ed Intrum) si configura infatti come una cessione di ramo d’azienda ai sensi della Legge 428/90. In questo accordo fra le Aziende, come già ricordato prima, è stato inoltre definito il corrispettivo economico relativo alla cessione della piattaforma (i lavoratori) necessaria per garantire i livelli di recupero attesi. In questo quadro giuridico ed organizzativo, che le Aziende contraenti hanno stabilito, è evidentemente impossibile non considerare anche la cessione dei lavoratori.
La trattativa a questo punto si è incentrata, nei successivi incontri del 27 luglio e 1 agosto, sui temi della garanzia di applicazione del Contratto Nazionale, tutele occupazionali e invarianza dei trattamenti.
Va ricordato ancora che abbiamo scelto come Sindacato di intrecciare l’intera trattativa sugli NPL con gli altri confronti che erano in corso per tutti i lavoratori del Gruppo, quali Lecoip, PVR e rinnovo del Contratto di Secondo Livello. Anche per questo motivo i tempi del confronto si sono allungati. Si è trattato di una scelta strategica che era finalizzata a non “dividere” nelle trattative il perimetro ceduto dal resto dei Lavoratori del Gruppo, in modo da garantire ai 591 lavoratori in oggetto tutti gli accordi che avremmo via via definito.
Le intese del 1 agosto, che andiamo a sintetizzare, sono il frutto di questo lavoro.

L’ACCORDO DEL 1 AGOSTO

Contratto Nazionale
Il testo del CCNL Credito non prevede esplicitamente l’attività di Recupero Crediti. Per questo motivo era argomento pregiudiziale esplicitare la garanzia di applicazione del Contratto anche in futuro.
L’accordo stabilisce che ai lavoratori interessati alla cessione si continuerà ad applicare, quindi anche per il futuro, il CCNL in essere. L’Accordo costituisce quindi l’applicazione giuridica delle previsioni insite nell’art 2112 del Codice Civile e nell’art 47 della legge 428/90, mettendo al riparo i lavoratori ceduti da qualunque variazione futura.
Inoltre Tersia (che nasce come azienda del Gruppo e solo successivamente avverrà l’operazione di cessione) darà mandato di rappresentanza ad ABI, identificando per l’intera azienda come quadro contrattuale il contratto complementare Credito ex art 3 del CCNL. In questo modo si garantisce con l’Accordo l’applicazione del Contratto Credito anche ai circa 400 lavoratori provenienti da Intrum ed ai futuri assunti, evitando pericolose divaricazioni.

Contratto di Secondo livello
Viene garantita l’applicazione fino a sua scadenza nel 2021 come a tutti i lavoratori del Gruppo, essendo stato appena rinnovato il Contratto prima della cessione.
La titolarità del rinnovo a partire dal 2021 è giuridicamente in capo a Tersia e non può essere sostituita da un soggetto civilmente diverso, quale sarebbe Intesa Sanpaolo. Nello stesso modo la titolarità della rappresentanza sindacale dei lavoratori di Tersia non può essere in capo al Sindacato di Intesa Sanpaolo.
Un momento dopo la costituzione di Tersia, indicativamente prevista nella prima metà di novembre, la Fisac costituirà formalmente tutte le RSA nei punti operativi nonché il Coordinamento Aziendale delle stesse, che sarà l’organismo sindacale deputato alla rappresentanza, ai sensi dello Statuto dei Lavoratori .
La Fisac si impegna fin da ora a fornire alla nuove strutture sindacali il massimo del supporto politico ed organizzativo, con il coinvolgimento sia del Gruppo che della Segreteria Nazionale, al fine di garantire la continuità delle tutele ed il loro miglioramento.
Infine, l’Azienda ci ha ufficializzato che per il 2019 le Relazioni Industriali di Tersia verranno svolte in insourcing da Intesa Sanpaolo. Questa importante decisione ci consentirà di accompagnare la creazione dei processi di gestione del Personale e delle Relazioni Sindacali, in modo che siano del tutto equivalenti a quelle in atto nel Gruppo.

Assistenza Sanitaria Integrativa
Verrà mantenuta l’iscrizione al Fondo Sanitario di Intesa Sanpaolo con applicazione della normativa tempo per tempo vigente. Questa garanzia ha anche il forte valore simbolico del mantenimento di un legame con il Gruppo.
Previdenza Complementare
Viene garantito il mantenimento delle contribuzioni di Azienda e Lavoratore con le previsioni di dinamicità nel tempo attualmente previste in capo al singolo. Mantenimento dell’iscrizione al Fondo di Gruppo per tutto il 2019, nel corso del quale si definirà quale sarà il Fondo Previdenziale (aziendale o di Settore) di riferimento per Tersia come intera società (quindi anche per i lavoratori provenienti da Intrum). Per i Fondi a Prestazione Definita (Banco Napoli per ex Carisbo e BDA, Cassa di Previdenza Sanpaolo) si applicano le previsioni statutarie in essere, anche quindi in riferimento all’offerta di capitalizzazione in corso.

ALI
Mantenimento dell’iscrizione per il 2019, nel corso del quale si definirà la convenzione fra Tersia ed ALI. Anche in questo caso le Parti si sono impegnate a modificare lo Statuto ove necessario.

Condizioni Agevolate
Questa materia attualmente nel Gruppo non è definita per accordo, ma con un semplice confronto fra Azienda e Sindacato. L’esito del confronto ha determinato le condizioni agevolate del “Nuovo Pacchetto” che la Banca riserva ai Dipendenti. Non solo vengono garantite le condizioni agevolate su mutui e prestiti in essere al momento del passaggio, ma vengono mantenute le stesse condizioni agevolate in futuro tramite una “convenzione” tra Tersia e Intesa Sanpaolo.

PVR
Viene riconosciuto il PVR stabilito nell’accordo 4 maggio 2018.
Per PVR che dovrà essere contrattato nel 2019, il confronto dovrà svilupparsi in Tersia. Anche in questo caso è fondamentale che le Relazioni Sindacali siano tenute da Intesa Sanpaolo, in modo che non si aprano pericolose difformità rispetto ad oggi.

LECOIP
Data la natura dell’operazione societaria, il contributo dei Lavoratori di Tersia al Piano di Impresa di Intesa Sanpaolo sarà molto rilevante. Per questo motivo abbiamo richiesto ed ottenuto il riconoscimento dell’intero ammontare individuale, migliorando la previsione iniziale del Lecoip che avrebbe garantito solo un pro-quota.

Ruoli Professionali
Con il rinnovo del contratto di secondo Livello abbiamo esteso a tutta la struttura di Direzione Centrale/Governance l’identificazione del Ruolo di Coordinatore Operativo di Attività. La decorrenza della normativa è 1 luglio, quindi verrà applicata anche a Recupero crediti, Provis e Reoco.
Questa normativa riveste una particolare importanza ai fini della cessione, in quanto limita gli spazi di discrezione aziendale nell’attribuzione di inquadramenti e salario non contrattato.

Part Time
Mantenimento delle condizioni pattuite anche dopo la cessione.

Tutele Occupazionali
Per la Fisac l’obiettivo di tutta la trattativa è stato la ricerca di tutele occupazionali realistiche ed esigibili che coprissero un arco di tempo il più ampio possibile, migliorando le previsioni contenute ad oggi negli altri accordi in Intesa Sanpaolo e nel Settore.
Abbiamo ottenuto un diritto automatico collettivo in capo a tutti i lavoratori, nel caso in Tersia si verificassero problemi di natura occupazionale.
L’Accordo garantisce l’assunzione del lavoratore da parte di Intesa Sanpaolo nel caso di “tensioni occupazionali conseguenti a perdita di controllo proprietario, vendita o cessione dell’azienda, crisi aziendali, trasformazione delle attività, rilevanti processi di riorganizzazione e/o ristrutturazione, chiusura di sedi con conseguente trasferimento collettivo dei lavoratori ad una distanza-tra la precedente e la nuova sede di lavoro- superiore ad un raggio individuato in 100 km”. La normativa, che abbiamo riportato integralmente, è quella già pattuita precedentemente nelle cessioni di Italfondiario e State Street.
La norma è stata però largamente migliorata portando la durata della garanzia a 15 anni (dai 10 dei casi precedenti). La durata della garanzia è quindi anche molto maggiore della durata degli accordi commerciali fra Intesa Sanpaolo e Intrum.
A questo si aggiunge la lettera di impegno per integrare l’attuale struttura territoriale con l’apertura di un nuovo polo a Matera.
Per comprendere completamente il funzionamento va chiarito che:
• In caso di tensioni occupazionali tutte le soluzioni, compreso il ricorso agli strumenti compresi nel decreto 28 luglio 2014 sul Fondo l di Solidarietà di Settore, vanno per Legge definite attraverso un accordo sindacale
• Prima dell’attivazione del rientro in Intesa Sanpaolo va ricercato in Tersia l’accordo sulle altre soluzioni previste dal CCNL e dalla Legge, quali il ricorso ai pensionamenti e alle prestazioni del Fondo di solidarietà
• Dopo le procedure di legge e di CCNL, la norma prevede l’obbligo di ISP di assumere i colleghi: di fatto ISP ha la funzione di “ammortizzatore sociale” ulteriore
• I fenomeni di perdita controllo, vendita, cessione sono riferiti a Tersia
• I processi di riorganizzazione/chiusura sedi rientrano nell’applicazione dell’art 17 del CCNL, ovvero richiedono lo svolgimento di apposite procedure anche con il coinvolgimento di Segreterie Nazionali ed ABI
• La mobilità ordinaria e straordinaria è già normata dal Contratto di Secondo livello e non rientra in questa norma
• Ipotetiche chiusure “a catena” di siti produttivi, che possano vanificare il limite dei 100 km, sono considerate in modo consolidato illegittime dalla Magistratura
• Il ricollocamento avverrà “compatibilmente con le esigenze organizzative e produttive, preferibilmente nell’ambito del territorio di provenienza” in quanto la lunga durata delle garanzie non consente di definire in modo più preciso oggi per allora quali saranno le strutture produttive di Intesa Sanpaolo disponibili.
• Il rientro si configura come nuova assunzione, fermo restando il mantenimento delle medesime condizioni retributive e di inquadramento in essere alla data della cessione, con gli adeguamenti previsti dalla contrattazione nazionale. Il mantenimento del livello salariale comprende anche le contribuzioni e l’eventuale indennità di ruolo come COA.

CAPACITA’ OPERATIVA DI TERSIA
La Fisac nel corso di tutta la trattativa ha sostenuto che le tutele per i lavoratori coinvolti andavano ricercate non solo attraverso le garanzie contenute negli accordi. La vera tutela occupazionale è il “lavoro”.
Analoga importanza ha la natura del progetto industriale collegato all’operazione societaria e la sua tenuta nel tempo. Abbiamo quindi ripetutamente richiesto informazioni circa le previsioni operative e la capacità produttiva di Tersia. L’Azienda ha fornito i seguenti chiarimenti:
• L’accordo commerciale prevede che a Tersia venga riservata in futuro il 90% degli NPL generati nel Gruppo. Il restante 10% verrà lavorato in Intesa sanpaolo e riguarderà tipologie di clientela cd “sensibile”
• Il portafoglio attuale, fra cessione e servicing, ammonta a circa 30 miliardi
• I flussi garantiti a Tersia ammontano a 2 miliardi nel 2019 e 1,8/2 miliardi per ognuno degli anni successivi
• La capacità produttiva di recupero che viene stimata nelle condizioni attuali è di 1,5 miliardi per il 2019 e di 1,6 miliardi all’anno fino al 2022
Questi dati evidenziano quindi un flusso di lavoro molto superiore alla capacità produttiva. Ovviamente andranno sottoposti ad attenta verifica nei loro andamenti, ma sembrano evidenziare una solida tenuta occupazionale del progetto.

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Le risultanze del confronto che abbiamo svolto verranno portate alla valutazione delle assemblee che si terranno nei maggiori siti operativi nella settimana dal 17 al 20 settembre.

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