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La Giornata Internazionale della Donna, di questi tempi, ci ricorda che abbiamo poco da festeggiare ma molto da fare. Non solo il dibattito politico e sociale è indirizzato a rimettere in discussione anche le conquiste che le donne hanno raggiunto, con fatica e determinazione, nel corso di decenni, ma la discriminazione delle lavoratrici è testimoniata dalla disparità salariale, dalla scarsa rappresentanza nei ruoli apicali e dirigenziali (nonostante elevati titoli di studio), dalle molestie, dagli atteggiamenti di stampo sessista, dai demansionamenti successivi alla maternità e da altre forme di disparità più o meno indiretta.

A ciò si aggiunge una proposta di legge, il DDL Pillon su separazione e affido, che impone, oltre alla mediazione obbligatoria anche in caso di separazione consensuale, tempi paritari di affido e la doppia domiciliazione per i minori figli di coppie separate, come se, lo leggiamo dalle notizie di cronaca quasi quotidianamente, il problema delle donne e dei bambini che subiscono violenza in famiglia non esistesse. Insomma per usare le parole dell’ONU il testo «introdurrebbe disposizioni che potrebbero comportare una grave regressione, alimentando la disuguaglianza e la discriminazione basate sul genere, e privando le vittime di violenza domestica di importanti protezioni».

In un Paese dove il numero dei femminicidi si accresce di giorno in giorno, abbiamo deciso di usare come immagine per questo 8 marzo, l’elenco, non aggiornato a seguito dei recenti fatti di cronaca, dei femminicidi degli ultimi 13 mesi, pubblicato sull’ Espresso di recente.

Non solo oggi ma ogni giorno, nei luoghi di lavoro, nella società, sui social è necessario stigmatizzare e rappresentare un’alternativa a quella cultura bassa e di stampo patriarcale che si sta diffondendo, di cui è rappresentativo il volantino della Lega di Crotone in cui si legge: “il ruolo naturale della donna è in famiglia”.

Il sindacato, per contrastare questa cultura, ha sottoscritto di recente, anche nella nostra categoria, una dichiarazione congiunta con ABI, in materia di molestie e violenze di genere sui luoghi di lavoro che definisce un impegno reciproco al contrasto della violenza di genere nel settore delle imprese di credito e alla diffusione nelle aziende e nelle persone che vi lavorano di una cultura positiva, attenta al rispetto e alla dignità delle persone.

Un contributo alla riflessione

 

 

 

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