Pubblicato il – 8 Marzo 2023


8 marzo: Donna, Vita, Libertà

Il 15 settembre 2022 una ragazza di 22 anni, Masha Amini, originaria del Kurdistan iraniano, è morta dopo diversi giorni di coma, dopo essere stata picchiata a sangue da parte della polizia religiosa a causa del velo indossato in maniera scorretta qualche giorno prima.

Il vero nome della ragazza era Jìna: i curdi in Iran non possono nemmeno portare il loro vero nome.

La polizia e le istituzioni, a seguito del decesso della giovane, hanno affermato che la morte fosse dovuta a un arresto cardiaco. Ciò ha suscitato l’indignazione dell’opinione pubblica nel Paese che ha scatenato una protesta con una serie di manifestazioni a partire dal giorno del funerale.

Oggi, nella giornata internazionale della donna, vogliamo ritornare all’8 marzo del 1979, quando scesero in piazza tante donne iraniane per protestare contro le leggi repressive instaurate a seguito della proclamazione della repubblica islamica. In quell’occasione le donne non furono seguite dagli uomini ma anche molte donne rimasero in silenzio.

In quel periodo storico il livello di alfabetizzazione era molto basso e ci si è resi conto dell’importanza dell’istruzione.

Da allora le donne, appena possibile, si iscrissero in massa all’Università e nel tempo il loro livello di istruzione è cresciuto moltissimo, tanto da superare quello maschile. Piano piano ha iniziato a emergere la differenza fra una società che diventava sempre più moderna e una classe dirigente ultraconservatrice.

Oggi, a differenza dell’8 marzo del 1979, dopo l’uccisione di Masha Amini sempre più donne sono scese in piazza a protestare e questa volta affiancate dagli uomini perché una società istruita e progressista non vuole più accettare una tirannia religiosa.

Purtroppo le manifestazioni vengono duramente represse e i manifestanti condannati a morte.

Non possiamo rimanere indifferenti! E non possiamo rimanere in silenzio: dobbiamo trovare un modo almeno per dare voce a quelle donne e quegli uomini torturati e uccisi. Perché non c’è niente che uccida di più del silenzio e dell’indifferenza. È estremamente importante, in questa giornata e non solo, parlare delle donne e degli uomini iraniani che gridano al mondo la loro protesta.

Vi proponiamo pertanto un video in cui scorrono immagini originali delle proteste con sottofondo di “Bella ciao” (la “nostra” canzone, che in tutto il mondo è diventata voce universale di chi invoca libertà e giustizia) in lingua persiana.

Grazie a Parisa Nazari l’attivista iraniana che con con un accorato intervento al Congresso FISAC ha raccontato che cosa sta accadendo in Iran e alla FISAC Bologna e al cui testo ci siamo ispirati per questa news.