IL 30 GENNAIO SCIOPERO a sostegno del diritto della categoria al rinnovo del CCNL e contro la decisione unilaterale di ABI di dare disdetta e successiva disapplicazione dei contratti collettivi di lavoro dal 1 aprile 2015.
- Perché il contratto nazionale deve rimanere primo elemento di diritto, non derogabile, a difesa dell’occupazione e dell’Area Contrattuale.
- Perché il bancario non è un numero senza volto, ha una storia, una carriera, una professionalità e il diritto di difendere il potere d’acquisto dei salari e la dignità del lavoro.
- Perché vogliamo rimanere bancari al servizio del Paese, contro l’egoismo dei banchieri al fianco dei clienti e dei risparmiatori.
Nella giornata di venerdì 30 gennaio si terranno quattro grandi manifestazioni, di lavoratrici e lavoratori a Milano, Ravenna, Roma e Palermo.
Scioperiamo compatti per respingere l’arroganza e l’egoismo dei banchieri che ci vogliono riportare indietro nel tempo.
Le Segreterie Nazionali
Ignorantemente, e con i miei numerosi limiti, mi chiedo :la sinistra è da sempre presente nell’arte, nella musica, nello spettacolo, nella cultura: è mai possibile che in queste occasioni non siamo capaci di inventarci qualcosa di diverso e di più efficace del solito sciopero? Se non ricordo male è passato più di un anno dall’ultimo sciopero per il contratto, e nel frattempo? Non è che abbiamo dilapidato il credito e l’attenzione conquistata con quella manifestazione?Ho la sensazione che non riusciamo a liberarci da schemi e vincoli ormai vecchi. Ma il sindacato, con tutto il rispetto e la gratitudine per chi ancora dedica il suo tempo a questa nobile attività, riesce a vedere il paese reale?
@Stefano.
Alcune cose rispetto alla cronologia di cosa è successo, giusto per capire da dove veniamo, che cosa è successo nell’ultimo anno e dove stiamo andando
• Il 31 ottobre 2013 si realizza il grande sciopero generale della categoria contro la disdetta unilaterale del CCNL ABI, avvenuta il 16 settembre.
• Si riaprono le trattative e il 20 dicembre si firma un accordo che disciplina il Fondo di solidarietà di settore e proroga la scadenza del Contratto al 30 settembre 2014.
• In tempi celeri (aprile 2014) viene costruita e votata nelle assemblee la Piattaforma per il rinnovo del CCNL.
• Nel frattempo l’ABI mette in dubbio le “code” del rinnovo 2012, cioè tabellizzazione EDR e ritorno alle regole ordinarie per il calcolo del TFR. Il rischio che la parte datoriale non mantenga gli impegni alza il livello di tensione nei rapporti e sembra portare inevitabilmente verso una durissima rottura politica (vertenza, cause legali, ecc.). L’ABI però capisce di essere andata oltre e fa un passo indietro.
• Il 6 ottobre viene firmato un accordo che prevede tabellizzazione EDR e calcolo TFR secondo le regole previste dal Contratto, il tutto a partire dal 1 gennaio 2015. Inoltre, di conseguenza, il CCNL viene prorogato fino a fine dicembre 2014.
• L’ABI a parole offre disponibilità vera a trattare, ma concretamente conferma la sua “piattaforma alternativa”, che prevede un taglio strutturale dei costi e uno smantellamento del Contratto nazionale e della categoria (eliminazione di scatti e automatismi, calcolo del TFR con il solo stipendio di base, aumenti di stipendio legati all’inflazione limitatissimi, messa in discussione dell’Area contrattuale per circa 80.000 colleghi dei servizi, rafforzamento della contrattazione decentrata soprattutto in funzione derogatoria). Inoltre pone addirittura delle pregiudiziali sulla necessità irrinunciabile di abolire gli automatismi economici e di calcolare il TFR sulla sola base dello stipendio di base.
• Il 25 novembre si rompono definitivamente le trattative. Inizia così il percorso che prevede assemblee e procedura per la dichiarazione di uno sciopero generale di categoria, da svolgere il 30 gennaio. Dal 29 dicembre 2014 vengono interrotte unilateralmente anche le trattative con le aziende e i gruppi.
• Il 17 dicembre l’ABI conferma la disdetta del CCNL a partire dal 1 gennaio 2015, con impegno ad applicarlo unilateralmente fino al 31 marzo. Da quel momento in avanti, in assenza di un accordo, riterrà libere le aziende associate di fare deroghe unilaterali o tramite accordi sindacali, iniziando così il superamento di fatto del CCNL.
Poi alcune cose rispetto alle forme alternative di lotta. Ogni idea è la benvenuta. Noi dal canto nostro stiamo cercando di coinvolgere opinione pubblica e organi di stampa marcando la differenza tra bancarie banchieri. Centrando le comunicazioni rivolte all’esterno sul nostro essere (e soprattutto voler essere) al servizio del paese. Stiamo organizzando manifestazioni pubbliche e hastag per twitter e facebook. Cerchiamo di coinvolegere i colleghi perché partecipino a una serie di dichiarazioni della “base” da girare sui social network (a breve riceverete una comunicazione in proposito). Inventeremo cartelli e foto e – se riusciamo – anche video. Tutto servirà e sarà importante. Ma – alla fine – noi siamo lavoratori dipendenti e il modo VERO in cui dimostriamo alla controparte il nostro malcontento e la nostra determinazione è lo sciopero. Un’alta partecipazione dimostra una cosa, una bassa partecipazione ne dimostra un’altra. Non a caso i giornali di oggi riprendono con una certa enfasi l’annuncio del nostro sciopero (vedi rassegna stampa) e non a caso le norme di garanzia si occupano degli scioperi e non delle altre forme di protesta…
I tempi sono molto molto seri (per questo ho postato la cronologia qui sopra) e non è certo la stagione per dibattere all’infinito sulla scelta della data di uno sciopero, sulla sua portata, sulle metodologie alternative e così via. E’ invece la stagione in cui aver ben presente che il meglio è nemico del bene, e che dobbiamo quindi sfruttare bene (tutte) le armi che abbiamo, invece di perderci nella sola ricerca di una semplice (e perciò improbabile) soluzione salvifica.
Stefano, hai qualche proposta in alternativa allo sciopero che possa essere più efficace? Anch’io ritengo dubbia la sua efficacia, che spesso viene vanificata da chi non lo fa, come se il CCNL non interessi tutti! Non riesco a pensare però a qualcosa di più efficace che non alla PARTECIPAZIONE. Partecipiamo agli scioperi e magari anche alle manifestazioni che sono, mi pare, l’unico modo di far sentire la nostra voce!
Guarda che senza i precedenti scioperi contro l’ abolizione dell’ articolo 18 , per l’ occupazione e per il rinnovo dei contratti a quest’ ora eravamo gia’ tornati al Feudalesimo ! TI sei gia’ scordato quello che e’ accaduto in FIAT , quando la CGIL e’ stata l’ unica ad opporsi allo strapotere di Marchionne con quel contratto capestro che di fatto equiparava gli operai a vassalli con l’ avallo di CISL e UIL ? Vuoi che Intesasanpaolo faccia la stessa fine ?
Stefano mi raccomando scarichiamo su altri (il sindacato e le persone che lo compongono) la responsabilità di trovare qualcosa di alternativo allo sciopero, non proporre tu nulla, ma critica un’arma (lo sciopero) conquistata con la lotta dei ns padri e dei ns. nonni, anche con la vita.
Siamo in attesa delle tue proposte Stefano, non tardare troppo, i banchieri non aspettano a farci la festa.