Pubblicato il – 27 Gennaio 2015


27 gennaio: Giornata della Memoria

auschwitzIl 27 gennaio di 70 anni fa l’esercito sovietico raggiunse il campo di Auschwitz: i soldati abbatterono i cancelli del campo di sterminio e liberarono circa 7.650 prigionieri (ma fino a quel momento ne erano stati uccisi oltre un milione e mezzo). Da allora non è stato più possibile negare, ignorare, non vedere. L’orrore che si trovarono davanti i soldati russi è stato narrato, descritto, fotografato ed è storia.
La tragedia che ha colpito il popolo ebreo – ma anche russi, polacchi, zingari, oppositori del regime, prigionieri politici, mendicanti, omosessuali, prostitute – brucia ancora ed è diventata fardello dell’umanità. Da quel momento non abbiamo più potuto ignorare le altre deportazioni, pulizie etniche, genocidi che ancora oggi si ripetono in varie parti del mondo. Ovunque esse avvengono ormai le riconosciamo per quello che sono e non possiamo ignorare di cosa si nutrono: intolleranza e fanatismo estremi che portano all’eliminazione del diverso. Quello che l’uomo ha saputo fare all’uomo allora, e che credevamo irripetibile ai nostri giorni, è purtroppo tremenda cronaca quotidiana. Dobbiamo più che mai tenere viva la memoria per evitare che l’intolleranza che conduce alla persecuzione dilaghi ulteriormente.
Crediamo inoltre che sia importante custodire non solo la memoria ma anche i ricordi, perché senza di essi la memoria è solo un magazzino di date e di fatti. I ricordi di chi ha vissuto non hanno mai uno sguardo indifferente ed è questo che arricchisce di umanità la memoria. I protagonisti di quel periodo sono sempre di meno e chi c’era, e ricorda ancora, è ormai molto anziano: teniamo vivi in noi i loro ricordi, adottiamoli, tramandiamoli! Per questa ragione in questi giorni si moltiplicano le iniziative e gli eventi per ricordare i fatti più noti ma anche per portare alla luce i tantissimi episodi anonimi di altruismo e fratellanza che hanno riscattato la miseria e l’orrore di quegli anni, rendendoli patrimonio collettivo.
Proprio perché in Fisac Cgil vige la cultura della dei valori di uguaglianza, fratellanza, solidarietà e rispetto, anche delle diversità, partecipiamo al ricordo collettivo ed invitiamo la comunità a non abbassare la guardia nei confronti del negazionismo e contrastare un altro nuovo pericolo: l’assuefazione all’orrore.